Unità 1 LA TERRA E I PRIMI ESSERI UMANI >> Capitolo 1 – Le origini della specie umana

TESTIMONIANZE DELLA STORIA

LE VENERI PREISTORICHE

Le raffigurazioni femminili più frequenti nella preistoria sono le veneri steatopigie, definite più comunemente veneri della preistoria.
Le principali caratteristiche delle veneri preistoriche sono: dimensioni esagerate e rappresentazione dettagliata delle parti del corpo legate alla fecondità e alla procreazione, contrapposte alla minimizzazione delle parti restanti, che appaiono appena accennate, e all’assenza dei lineamenti del volto. Elementi che si ritrovano, con poche varianti, negli esemplari di tutta Europa.
Queste piccole figure non rappresentano tanto un’idea astratta di bellezza, quanto piuttosto l’incarnazione dell’immagine materna – la dea madre –, simbolo di prosperità e di fecondità.

Venere di Lespugue
Fra i più antichi esemplari di veneri preistoriche, spicca la Venere di Lespugue, che secondo il paleoantropologo Ian Tattersall (1945) sarebbe il risultato della lavorazione di una pietra da forgiare come utensile. Nella statuetta risultano particolarmente evidenti l’ipertrofia della zona del bacino e le ridotte dimensioni del resto del corpo, che conferiscono all’oggetto la caratteristica forma a losanga.

Venere di Willendorf
È stata rinvenuta nel 1908 presso Willendorf, in Austria, lungo la riva sinistra del Danubio.
La testa sferica della Venere di Willendorf è ricoperta, fino a metà del volto, da tante piccole bugnature (cioè sporgenze), in contrasto con la levigatezza del resto del corpo. Si tratta di un modo di rendere la pesante capigliatura, costituita da capelli ricci e folti, o forse di rappresentare un copricapo di conchiglie, simile a quelli ritrovati su alcuni reperti umani paleolitici.
Le braccia sono appena accennate e le piccole mani si appoggiano sul seno. Le forme abbondanti e l’accumulo di adipe nella zona del bacino, del ventre, delle cosce e delle ginocchia conferiscono un particolare realismo in contrasto con l’astrazione complessiva dell’opera. Le gambe sono prive di piedi e, all’estremità, finiscono a punta, forse in modo da poter conficcare la statuetta nel terreno o su un supporto.

Venere di Laussel

Su un blocco di calcare è ritratta frontalmente, a bassorilievo, la Venere di Laussel. Il volto è appena abbozzato ma i seni e i fianchi sono particolarmente accentuati. Il bassorilievo presenta tracce di ocra rossa, colore forse allusivo al sangue, che nelle culture tribali ancora oggi indica la riproduzione. Allo stesso concetto rimanda anche il corno, simbolo di fecondità, retto nella mano destra.



  La Venere di Laussel

PER FISSARE I CONCETTI
  • Quali sono le caratteristiche che accomunano le veneri?
  • Che cosa simboleggiano le forme del corpo?

Terre, mari, idee - volume 1
Terre, mari, idee - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana