Unità 3 ACQUE E TERRA: EGITTO E PALESTINA >> Capitolo 5 – L’Egitto: tre millenni di civiltà

DIVENTARE CITTADINI

Sudditi o cittadini?

ART. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Nel mondo antico si pensava che il potere avesse origine divina e che la comunità fosse composta da sudditi, privi di diritti e di “parola”. L’evoluzione del diritto ha trasformato i sudditi in cittadini, ora saldi detentori del diritto di scegliere i loro rappresentanti.

La sovranità nel mondo antico

«Venerate il re […], associate la Grande Casa al vostro cuore, […] i suoi occhi scrutano tutti gli esseri, […] la vita è in suo potere». È un principio che le monarchie faranno proprio fin dalle loro origini: il potere dei re è di origine divina e in quanto tale non può essere messo in discussione da nessun “suddito”. Tale concezione si è mantenuta anche nei millenni successivi.
A spezzare questa tradizione saranno prima la rivoluzione inglese del 1640 (durante la quale i rappresentanti della gentry, il popolo dei piccoli proprietari terrieri, condannano e fanno giustiziare il re) e poi la Rivoluzione francese del 1789.

La sovranità nello Stato moderno

Dopo la Rivoluzione francese si consolidò un modello di rapporto teorico e politico tra popolo e Stato che possiamo così riassumere: una popolazione che vive su uno stesso territorio e condivide lingua, costumi e una storia comune viene identificata come un “popolo”, che esercita sul territorio, definito da precisi confini, una sovranità completa. Il popolo affida poi a una entità superiore, lo Stato, il compito di rappresentare e difendere sovranità, territorio e identità collettiva e di garantire a tutti coloro che vivono al suo interno il diritto di essere cittadini (la cittadinanza).
Fondamentale negli Stati moderni è l’idea che la sovranità risiede nel popolo, unica fonte di legittimazione nell’esercizio del potere.
La Costituzione italiana, che si ispira ai princìpi scaturiti dalla Rivoluzione francese del 1789, dichiara che la sovranità appartiene al popolo, che però è tenuto a esercitarla nelle forme e nei limiti contenuti nella carta costituzionale. Ciò significa, da una parte, che sono i cittadini a governare (e lo fanno attraverso il voto), dall’altra, che la sovranità dello Stato ha origine e viene legittimata dallo Stato stesso.

La separazione dei poteri nello Stato moderno

Questa affermazione pone ulteriori problemi: lo Stato, in quanto persona giuridica, è in una posizione di supremazia rispetto a tutte le persone fisiche e giuridiche che si trovano nel suo territorio (sovranità interna) e di totale indipendenza rispetto agli altri Stati (sovranità esterna).
Al fine di regolare il corretto esercizio dei poteri si è andato così definendo un principio fondamentale per il funzionamento degli Stati moderni consistente nella separazione dei poteri: il potere di fare leggi (legislativo), il potere di governare mediante tali leggi (esecutivo), il potere di giudicare chi non le rispetta (giudiziario). Chi applica le leggi non può essere colui che le ha scritte né colui che ne giudica il rispetto formale e sostanziale.
Anche la nostra Costituzione ha accolto questo principio e lo dichiara nella parte II: il potere legislativo è affidato al parlamento, il potere esecutivo al governo, il potere giudiziario alla magistratura. La Costituzione dichiara inoltre che anche le Regioni (titolo V) hanno potestà legislativa su alcune materie e prevede la presenza di un Presidente della Repubblica come garante dell’unità nazionale.

PER FISSARE I CONCETTI
  • Qual è la differenza tra sudditi e cittadini?
  • Che cosa si intende per separazione dei poteri?
  • Perché è importante che il potere venga esercitato da autorità diverse?

Terre, mari, idee - volume 1
Terre, mari, idee - volume 1
Dalla preistoria alla crisi di Roma repubblicana