Le frodi alimentari

 4  LE REGOLE DEL MONDO ALIMENTARE >> 14. Il sistema HACCP

Le frodi alimentari

A mettere a repentaglio la salute dei consumatori non sono solo i pericoli che potrebbero derivare dalla scarsa igiene nelle industrie alimentari ma anche alcune tipologie di frodi alimentari. Si tratta, purtroppo, di un fenomeno in crescita, anche nel nostro Paese.

Si ha una frode alimentare quando un prodotto alimentare viene venduto senza che abbia le caratteristiche con le quali viene presentato o che dovrebbe avere secondo le normative vigenti. Solitamente questo comportamento – un vero e proprio inganno ai danni di consumatori e produttori onesti – è finalizzato a un guadagno illecito, equiparabile a una truffa.

Le frodi commerciali e quelle sanitarie

La legge distingue le frodi alimentari in due grandi tipologie, sulla base della loro natura: le frodi commerciali e le frodi sanitarie.

FRODE COMMERCIALE

La frode commerciale può riguardare il prodotto in sé oppure il suo confezionamento e la sua etichettatura. Il caso più comune è probabilmente la contraffazione. Si tratta della frode che si verifica quando un alimento è messo in commercio con il nome di un prodotto diverso, più costoso e spesso anche più pregiato: per esempio, un olio di semi spacciato per olio di oliva, o un formaggio vaccino venduto come se fosse a base di latte di capra.

Pur essendo un reato, nella maggior parte dei casi le frodi commerciali non rappresentano un rischio sanitario per i consumatori. Tuttavia, quando si tace la reale composizione di un alimento, si creano i presupposti perché le persone allergiche lo consumino inconsapevolmente, e ciò può avere conseguenze assai gravi anche dal punto di vista della salute.

FRODE SANITARIA

La frode sanitaria costituisce un rischio ancora più serio per la salute dei consumatori. In questo caso, infatti, vengono messi sul mercato prodotti non commestibili o non più commestibili, che dovrebbero essere rimossi dalla filiera alimentare. In base al tipo di manipolazione cui viene sottoposto l’alimento, le frodi sanitarie si classificano in sofisticazioni, adulterazioni e alterazioni.

  • Sofisticazione. Consiste nel trattare un alimento con sostanze chimiche estranee che ne modificano l’essenza. Queste sostanze sono in grado di migliorarne l’aspetto o di nasconderne i difetti. Per esempio, sono sofisticazioni l’uso di perossido di benzoile per far apparire la mozzarella più bianca e il ricorso all’anidride solforosa per rendere la carne più rossa e, dunque, più appetibile.
  • Adulterazione. Consiste nella variazione della composizione naturale dell’alimento, ottenuta per esempio sottraendo in parte o del tutto un componente (ed eventualmente sostituendolo con un altro), o modificando artificialmente le proporzioni degli elementi che in natura caratterizzano quell’alimento. Sono casi di adulterazione alimentare l’aggiunta di acqua al latte per aumentarne il volume o, ben più grave dal punto di vista dei danni causati all’organismo, l’aggiunta di alcol metilico (metanolo) al vino, al fine di aumentarne il titolo alcolometrico (cioè la gradazione alcolica).
  • Alterazione. Consiste nel vendere cibo alterato o in stato di conservazione ormai avanzato, tale da renderlo non più commestibile, magari presentandolo come se fosse ancora in perfette condizioni. Capita, per esempio, quando uova già scadute vengono vendute come fresche. Alterazioni di questo tipo espongono i consumatori al rischio di contrarre numerose patologie, legate in particolare alla contaminazione biologica.
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PRINCIPALI FRODI ASSOCIATE ALLE DIVERSE TIPOLOGIE DI ALIMENTI
ALIMENTO FRODI MAGGIORMENTE RISCONTRATE
vino
  • utilizzo di zuccheri artificiali
  • aggiunta di alcol metilico per aumentare il titolo alcolometrico
  • utilizzo di uve diverse da quelle indicate in etichetta
pesce
  • prodotto congelato venduto come fresco
  • prodotto allevato venduto come pescato
  • prodotto trattato con additivi chimici per mascherare lo stato di alterazione
latte
  • aggiunta di acqua
  • ricostituzione da latte in polvere
  • aggiunta di acqua ossigenata per ridurre la carica batterica
carne
  • utilizzo di mangimi o prodotti non consentiti durante l’allevamento
  • vendita di tagli di seconda scelta presentati come tagli pregiati
  • provenienza non certificata dell’animale
mozzarella
  • utilizzo di latte in polvere
  • utilizzo di latte di provenienza diversa da quella indicata
  • utilizzo di caseine industriali magre
pane e pasta
  • vendita al pezzo anziché a peso
  • utilizzo di grassi non dichiarati o non consentiti
  • utilizzo di farine diverse da quelle indicate
  • vendita di pane reso più umido al fine di aumentarne il peso
olio d’oliva
  • utilizzo di oli di bassa qualità con aggiunta di coloranti (clorofilla e carotenoidi) e venduti come extravergini d’oliva
  • aggiunta di oli non d’oliva in percentuali variabili
  • utilizzo di olive di provenienza e/o tipo diverso da quello indicato

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