Dalla fattoria alla forchetta

 4  LE REGOLE DEL MONDO ALIMENTARE >> 13. La filiera, le etichette e gli imballaggi

Dalla fattoria alla forchetta

Dietro ogni confezione, ogni scatola, bottiglia, barattolo o vaschetta di alimenti c’è una storia che quasi sempre è cominciata dall’agricoltura, dall’allevamento o dalla pesca. Conoscere tutta la “strada” percorsa da un alimento from farm to fork, come dicono gli inglesi, “dalla fattoria alla forchetta”, o quantomeno dalle materie prime che lo compongono fino all’arrivo nel punto vendita, è importante per scegliere il cibo in modo ponderato. Le etichette alimentari ci possono aiutare a ripercorrere questo filo d’Arianna, ma prima bisogna avere ben chiari due concetti: quelli di filiera e di tracciabilità.

La filiera alimentare

Per filiera alimentare si intende l’insieme delle tappe che segnano il percorso di un alimento dalla sua produzione al suo consumo. Il concetto si applica sia agli alimenti consumati dall’uomo sia ai mangimi destinati agli animali. L’espressione è stata coniata solo in anni recenti, ma le filiere alimentari sono sempre esistite.

Un tempo esse erano molto più corte di quelle attuali. Per esempio, in un contesto nel quale una famiglia si nutre direttamente di ciò che produce con l’allevamento, l’agricoltura o la pesca, come spesso accadeva in passato, produttore e consumatore coincidono, dunque la filiera è minima. Oggi invece, soprattutto nei paesi sviluppati, fra la produzione e il consumo di un alimento si interpongono numerosi passaggi intermedi e il percorso del cibo è molto più lungo e frammentato, al punto che non è sempre facile ricostruirlo.

I PASSAGGI DELLA FILIERA ALIMENTARE

La filiera alimentare moderna si presenta come una catena produttiva composta da molti “anelli”. I passaggi principali sono riducibili a cinque, dalla produzione delle materie prime alla vendita del prodotto finito, ma ciascuno di essi può consistere di più operazioni diverse, la cui natura dipende innanzitutto dal tipo di alimento.


PASSAGGI DELLA CATENA PRODUTTIVA OPERAZIONI
1. produzione delle materie prime
  • coltivazione
  • allevamento
2. estrazione e stoccaggio delle materie prime
  • raccolta
  • mungitura
  • macellazione
  • pesca
3. trasformazione delle materie prime
  • cambiamento dello stato di aggregazione dell’alimento (filtrazione, macinazione, disossamento...)
  • aggiunta di uno o più ingredienti (conservanti, microrganismi, spezie, sale...)
  • trattamento fisico dell’alimento (congelazione, cottura, affumicatura...)
4. allestimento per la commercializzazione
  • confezionamento in contenitori per uso alimentare
  • etichettatura secondo le normative vigenti
  • imballaggio
5. distribuzione e vendita del prodotto finito
  • stoccaggio all’ingrosso (stazionamento in magazzini di interporti e mercati)
  • vendita all’ingrosso (acquisto da parte di grossisti che riforniscono i punti vendita)
  • vendita al dettaglio e acquisto da parte dei consumatori presso i punti vendita (GDO, mercati, punti di ristoro a stazione fissa o mobile)
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Che cos’è la GDO

GDO è la sigla che indica la Grande Distribuzione Organizzata. Con questa espressione si identifica il sistema di vendita al dettaglio basato su reti di centri commerciali che possono avere varia natura. I centri commerciali si distinguono principalmente in base all’estensione della superficie di vendita:

  • ipermercati, iperstore o grandi superfici (superfici oltre i 2500 m2);
  • supermercati o superstore (sopra i 400 m2);
  • cash and carry (letteralmente “paga e prendi”, sono grandi magazzini riservati a dettaglianti muniti di partita IVA);
  • discount (negozi con pochi prodotti di marca che praticano sconti in modo continuativo);
  • liberi servizi o superette (oltre i 100 m2);
  • negozi tradizionali (sotto i 100 m2).

FILIERA E PREZZO DEL PRODOTTO

L’estensione della filiera, ossia il numero di tappe che una merce deve percorrere per giungere al consumatore, incide notevolmente sul prezzo finale di un prodotto. Per esempio, per ogni euro di pesche acquistato, in media solo 24 centesimi circa vanno agli agricoltori, mentre 36 centesimi spettano ai grossisti e altri 40 centesimi sono il guadagno del punto vendita. In questo caso, se volessimo pagare meno le stesse pesche potremmo accorciare la filiera acquistandole direttamente dagli agricoltori. Ciò non sempre è possibile, soprattutto se la produzione avviene lontano dal luogo in cui viviamo. Tuttavia negli ultimi anni si sono sviluppati vari strumenti e soluzioni che spesso permettono di accorciare le filiere.

  • Gruppi di acquisto. Si tratta di associazioni di consumatori che si organizzano per rifornirsi direttamente dai produttori. Quando alla volontà di accorciare la filiera si aggiunge una connotazione etica, i gruppi di acquisto vengono detti GAS, cioè gruppi di acquisto solidale. I consumatori possono scegliere questa soluzione se, oltre a risparmiare, desiderano per esempio premiare i produttori che puntano sulla qualità e sul rispetto per l’ambiente, anziché sulla quantità. La diffusione dei GAS ha il merito di sensibilizzare i consumatori rendendoli più consapevoli e spesso anche più partecipi all’economia e alle tradizioni del loro territorio.
  • Acquisti online. Internet può rappresentare una vetrina sul mondo intero per pubblicizzare qualunque tipo di attività. I commercianti possono ridurre considerevolmente il prezzo di vendita dei loro prodotti, poiché i costi di un sito web sono irrisori se raffrontati al mantenimento di un punto vendita fisico. Da parte loro, i consumatori possono contattare direttamente i produttori e farsi spedire a casa ciò che desiderano.
  • Distributori automatici. Attualmente si stanno diffondendo nuove tipologie di distributori che, a differenza dei classici distributori di snack e bibite a lunga conservazione, puntano su prodotti naturali, freschi e di qualità. Alcuni moderni distributori di acqua depurata e latte crudo consentono di rifornirsi usando propri contenitori, riducendo così, oltre ai costi, anche l’impatto ambientale. In molte scuole e ospedali nuovi distributori propongono frutta e verdura fresca per orientare i consumatori verso scelte alimentari più sane.

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