L'autore – Giacomo Leopardi

invito ALLA VISIONE

Il teatro e il cinema raccontano Leopardi

L’opera di Leopardi è ricca di suggestioni che hanno affascinato anche il cinema e il teatro, dando “vita” al pensiero di questo straordinario autore. La prima prova per il grande schermo risale al 1954: il regista Ermanno Olmi (n. 1931) realizza un cortometraggio tratto dall’operetta morale Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere. Nel 2011 il regista Mario Martone (n. 1959) allestisce una rappresentazione teatrale di nuovo ispirata alle Operette morali e pochi anni dopo, nel 2014, dirige anche il film Il giovane favoloso, che si rivela subito un grande successo.

Un breve dialogo sulla vita nella Milano del secondo dopoguerra
Due suonatori ambulanti partono all’alba, dalla campagna, diretti a Milano, la grande città industriale, che accoglie nei giorni della festa natalizia venditori di varie mercanzie e suonatori di zampogne e organetti. È questo il prologo della trasposizione cinematografica del Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere: dieci minuti in bianco e nero, firmati nel 1954 dall’allora giovanissimo regista Ermanno Olmi. Questi, all’epoca impiegato della società elettrica Edison, viene incaricato dall’azienda di collaudare una nuova macchina da presa, girando un breve dialogo. La scelta cade su Leopardi «perché», ricorda il regista «l’autorevolezza dell’autore giustificava il provino di una macchina così importante. Poi mi interessava l’intreccio di varie nozioni di tempo: quello del calendario, il tempo del pensiero, delle aspirazioni del futuro».

Le Operette morali rivisitate da Mario Martone: il legame tra il poeta e lo spettatore
Più di mezzo secolo dopo, le Operette morali tornano a interessare un regista. Mario Martone vuole offrire allo spettatore una “immersione” nei dialoghi «satirici e alla maniera di Luciano», l’autore greco al cui spirito polemico Leopardi si è ispirato.
Martone traduce in linguaggio teatrale le idee di Leopardi, ne mostra il fascino e la modernità, la sostanza del ragionamento che travalica il tempo per parlare direttamente allo spettatore. Per permettere a quest’ultimo di comprendere appieno la materia delle Operette, organizza l’allestimento scenico in maniera non convenzionale, riservando il palco non solo agli attori, ma anche al pubblico, che si trova letteralmente accanto agli interpreti dello spettacolo e alle installazioni di scena.
Lo spazio ha grande rilievo ed è come suddiviso tra quello dell’universo e quello dell’uomo. Citiamo solo qualche esempio: nella rappresentazione dell’operetta Dialogo della Natura e di un Islandese, l’Islandese si ritrova disteso su uno spazio sottostante al palcoscenico, fatto di terriccio: sopra si staglia un’imponente statua simile a quelle dell’isola di Pasqua – nel cui ventre si trova una donna accovacciata –, creazione dello scultore Mimmo Paladino, che simboleggia la Natura narrata da Leopardi, potente e indifferente ai destini dell’uomo. Nel Cantico del gallo silvestre il gallo è solo un’immagine che canta, indistinguibile nel buio, mentre le due protagoniste del Dialogo della Moda e della Morte si parlano divise dal cerchio di uno specchio di luci abbaglianti. Il pensiero del poeta e i suoi personaggi in questo modo diventano reali, si trasformano in concrete presenze davanti agli spettatori, anche quando mostrano caratteristiche di evanescenza, come il gallo sfocato.

OPERETTE MORALI DI GIACOMO LEOPARDI

REGIA: Mario Martone
SCENE: Mimmo Paladino
COSTUMI: Ursula Patzak
ANNO E PRODUZIONE: 2011, Fondazione del teatro Stabile di Torino

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Il giovane favoloso: una vicenda profondamente umana e vicina a noi
Presentato nel 2014 alla 71a mostra del cinema di Venezia, Il giovane favoloso di Mario Martone è stato un grande successo del cinema italiano. Il film narra la storia della vita del poeta, sin dall’infanzia vissuta nel piccolo mondo di Recanati, con i fratelli Carlo e Paolina. La descrizione della vita di Giacomo viene poi narrata attraverso i luoghi dove il poeta approda – soprattutto Firenze, Roma, Napoli – e attraverso la descrizione degli incontri decisivi nella sua breve esistenza: Pietro Giordani, l’intellettuale che comprende subito il suo grande valore; Antonio Ranieri, il nobile napoletano e suo migliore amico, che gli starà accanto fino alla morte; Fanny Targioni Tozzetti, la giovane e vanesia aristocratica di cui Leopardi si innamora non ricambiato.
La riuscita interpretazione di Elio Germano, che impersona il poeta, mostra un giovane perennemente inappagato, vulnerabile e appassionato, desideroso di affetto, che la madre è stata incapace di donargli (non a caso, la Natura ostile, contro cui si abbatte la disperata protesta di Leopardi, ha il volto impassibile della madre). Un efficace contrappunto musicale, che alterna note classiche alla musica elettronica del tedesco Apparat (pseudonimo di Sascha Ring, n. 1978), accompagna le diverse fasi dell’avventura umana di Giacomo, mai rassegnato al dolente rimpianto, ma capace di confrontarsi con gli intellettuali del suo tempo, di ribadire incompreso la forza delle sue idee a costo di essere emarginato e ignorato dalle convinzioni più comuni e diffuse. Martone (nell’immagine in alto a destra insieme al protagonista Elio Germano) è riuscito dunque a far rivivere Leopardi con intensità, con forza, andando al di là di un mero racconto biografico, permettendo allo spettatore di “sentire” il poeta, vicino, contemporaneo, vivo, al di là dei legami con la sua epoca.

IL GIOVANE FAVOLOSO

REGIA: Mario Martone
SCENEGGIATURA: Ippolita di Majo, Carlo degli Esposti
ATTORI PRINCIPALI: Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco
ANNO E PRODUZIONE: 2014, Italia

Al cuore della letteratura - Giacomo Leopardi
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