Mio Signor Padre. Sebbene dopo aver saputo quello ch’io avrò fatto, questo foglio
le possa parere indegno di esser letto, a ogni modo spero nella sua benignità che
non vorrà ricusare1 di sentir le prime e ultime voci di un figlio che l’ha sempre
amata e l’ama, e si duole infinitamente di doverle dispiacere. Ella conosce me, e
5 conosce la condotta ch’io ho tenuta fino ad ora, e forse quando voglia spogliarsi
d’ogni considerazione locale,2 vedrà che in tutta l’Italia, e sto per dire in tutta
l’Europa, non si troverà altro giovane, che nella mia condizione, in età anche
molto minore, forse anche con doni intellettuali competentemente3 inferiori ai
miei, abbia usato la metà di quella prudenza, astinenza da ogni piacer giovanile,
10 ubbidienza e sommessione4 ai suoi genitori ch’ho usata io. […] Contuttoché5 si
credesse da molti che il mio intelletto spargesse alquanto più che un barlume, Ella
tuttavia mi giudicò indegno che un padre dovesse far sacrifizi per me, né le parve
che il bene della mia vita presente e futura valesse qualche alterazione al suo piano
di famiglia. Io vedeva i miei parenti scherzare cogl’impieghi che ottenevano6 dal
15 sovrano, e sperando che avrebbero potuto impegnarsi con effetto anche per me,
domandai che per lo meno mi si procacciasse qualche mezzo di vivere in maniera
adattata alle mie circostanze,7 senza che perciò fossi a carico della mia famiglia.
Fui accolto colle risa, ed Ella non credé che le sue relazioni, in somma le sue cure
si dovessero neppur esse impiegare per uno stabilimento competente8 di questo
20 suo figlio. […] Ella conosceva ancora la miserabilissima vita ch’io menava9 per le
orribili malinconie, ed i tormenti di nuovo10 genere che mi proccurava la mia strana
immaginazione, e non poteva ignorare quello ch’era più ch’evidente, cioè che a
questo, ed alla mia salute che ne soffriva visibilissimamente, e ne sofferse sino da
quando mi si formò questa misera complessione,11 non v’era assolutamente altro
25 rimedio che distrazioni potenti e tutto quello che in Recanati non si poteva mai
ritrovare. Contuttociò Ella lasciava per tanti anni un uomo del mio carattere, o a
consumarsi affatto12 in istudi micidiali o a seppellirsi nella più terribile noia, e per
conseguenza, malinconia, derivata dalla necessaria solitudine e dalla vita affatto
disoccupata, come massimamente negli ultimi mesi. Non tardai molto ad avvedermi
30 che qualunque possibile e immaginabile ragione era inutilissima a rimuoverla
dal suo proposito, e che la fermezza straordinaria del suo carattere, coperta da
una costantissima dissimulazione, e apparenza di cedere, era tale da non lasciar