COMPRENDERE
1 Svolgi la parafrasi del sonetto, prestando attenzione a ricostruire i periodi secondo l’ordine consueto, alterato dall’ampio uso che Foscolo fa dell’iperbato.
ANALIZZARE
2 I motivi dell’esilio e dell’arte poetica si intrecciano nel sonetto: individuali, trascrivendoli nella tabella.
3 Individua gli enjambement presenti nel testo.
4 Individua le due apostrofi a Zacinto e spiega i concetti che vi vengono espressi.
5 Si alternano, nel sonetto, immagini legate alle sfere dell’acqua e della terra: elencale nelle due colonne.
6 Vergine nacque / Venere (vv. 4-5); non tacque […]
l’inclito verso (vv. 6-8); l’acque / cantò fatali (vv. 8-9); baciò la sua petrosa Itaca Ulisse (v. 11). Quale figura retorica si trova in questi versi?
INTERPRETARE
7 Che valore assume la forte negazione presente nell’incipit?
8 Rispetto alla negazione iniziale, quella finale del v. 12 svolge una funzione simile o differente? Perché?
PRODURRE
9 Il fato non consente a Foscolo di tornare in patria. Il suo può essere interpretato come il lamento di un migrante costretto a lasciare la propria terra. Ragiona sull’attualità di questa tragica condizione in un testo argomentativo di circa 30 righe.
10 A quasi due secoli di distanza si ricorderà del sonetto foscoliano il poeta Umberto Saba (1883-1957) nel comporre Ulisse: quali analogie e differenze cogli tra le due liriche?
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.