se i soldati avrebber potuto avanzarsi uniti e ordinati? Che se, in vece di romper
la folla, si fossero sparpagliati loro tra quella, si sarebber trovati a sua discrezione,
35 dopo averla aizzata. L’irresolutezza11 del comandante e l’immobilità de’ soldati
parve, a diritto o a torto, paura. La gente che si trovavan12 vicino a loro, si contentavano
di guardargli in viso, con un’aria, come si dice, di me n’impipo;13 quelli
ch’erano un po’ più lontani, non se ne stavano di14 provocarli, con visacci e con
grida di scherno; più in là, pochi sapevano o si curavano che ci fossero; i guastatori
40 seguitavano a smurare,15 senz’altro pensiero che di riuscir presto nell’impresa; gli
spettatori non cessavano d’animarla con gli urli.
Spiccava tra questi, ed era lui stesso spettacolo, un vecchio mal vissuto, che,
spalancando due occhi affossati e infocati, contraendo le grinze a un sogghigno di
compiacenza diabolica, con le mani alzate sopra una canizie vituperosa,16 agitava
45 in aria un martello, una corda, quattro gran chiodi, con che diceva di volere attaccare
il vicario a un battente della sua porta, ammazzato che fosse.
«Oibò! vergogna!», scappò fuori Renzo, inorridito a quelle parole, alla vista
di tant’altri visi che davan segno d’approvarle, e incoraggito17 dal vederne degli
altri, sui quali, benché muti, traspariva lo stesso orrore del quale era compreso lui.
50 «Vergogna! Vogliam noi rubare il mestiere al boia? assassinare un cristiano? Come
volete che Dio ci dia del pane, se facciamo di queste atrocità? Ci manderà de’ fulmini,
e non del pane!».
«Ah cane! ah traditor della patria!», gridò, voltandosi a Renzo, con un viso da
indemoniato, un di coloro che avevan potuto sentire tra il frastono quelle sante
55 parole. «Aspetta, aspetta! È un servitore del vicario, travestito da contadino: è una
spia: dàlli, dàlli!». Cento voci si spargono all’intorno. «Cos’è? dov’è? chi è? Un servitore
del vicario. Una spia. Il vicario travestito da contadino, che scappa. Dov’è?
dov’è? dàlli, dàlli!».
Renzo ammutolisce, diventa piccino piccino, vorrebbe sparire; alcuni suoi vicini
60 lo prendono in mezzo; e con alte e diverse grida cercano di confondere quelle
voci nemiche e omicide. Ma ciò che più di tutto lo servì fu un «largo, largo», che si
sentì gridar lì vicino: «largo! è qui l’aiuto: largo, ohe!».
Cos’era? Era una lunga scala a mano,18 che alcuni portavano, per appoggiarla alla
casa, e entrarci da una finestra. Ma per buona sorte, quel mezzo, che avrebbe resa la
65 cosa facile, non era facile esso a mettere in opera. I portatori, all’una e all’altra cima,
e di qua e di là della macchina,19 urtati, scompigliati, divisi dalla calca, andavano a
onde: uno, con la testa tra due scalini, e gli staggi20 sulle spalle, oppresso come sotto
un giogo scosso, mugghiava;21 un altro veniva staccato dal carico con una spinta; la
scala abbandonata picchiava spalle, braccia, costole: pensate cosa dovevan dire coloro
70 de’ quali erano.22 Altri sollevano con le mani il peso morto, vi si caccian sotto,
se lo mettono addosso, gridando: «animo! andiamo!», La macchina fatale s’avanza
balzelloni, e serpeggiando. Arrivò a tempo a distrarre e a disordinare i nemici di