Il giansenismo
Il giansenismo è un movimento teologico, religioso e politico, che prende nome da Giansenio (forma italianizzata del nome di Cornelius Otto Jansen, 1585-1638), teologo olandese, il cui trattato Augustinus, uscito postumo, fu condannato come eretico con un decreto dell’Inquisizione nel 1641 per le teorie in esso contenute sulla Grazia e sul libero arbitrio, sul peccato universale e sulla redenzione.
La dottrina: Grazia e predestinazione
Giansenio estremizzava l’idea di Agostino secondo cui l’uomo, dopo il peccato originale, non è più in grado di volere compiere il bene con le sole sue forze. La venuta di Cristo avrebbe dato all’uomo la possibilità di salvarsi, ma solo in quanto, dopo di essa, Dio concede la Grazia, senza la quale l’uomo non sarebbe in grado di intraprendere neppure il cammino iniziale verso il bene. All’uomo peccatore Dio non è tenuto a concedere la Grazia: questa è data soltanto a coloro che Dio, nella sua volontà imperscrutabile, ha predestinato, indipendentemente e prima di ogni previsione dei meriti. Tale predestinazione non è concessa neppure a tutti i battezzati, ma soltanto a coloro che Dio ha scelto. Senza la Grazia, l’uomo non può volere e fare altro che male; con essa, invece, non può volere e fare altro che bene: questo forte accento sulla predestinazione ha fatto accostare il giansenismo al calvinismo. Altri suoi aspetti rilevanti sono il rigorismo morale e l’importanza fondamentale attribuita alla Bibbia e agli scritti dei Padri della Chiesa.
La diffusione in Francia
Il giansenismo, sviluppatosi inizialmente in Belgio e in Olanda, ebbe il suo centro nell’abbazia francese di Port-Royal, dove operarono il teologo Antoine Arnauld e il filosofo Blaise Pascal, e di lì si diffuse in tutto il paese, entrando in contrasto, oltre che con il Papato, anche con la monarchia francese; le monache di Port-Royal furono disperse con la forza nel 1709 e l’abbazia distrutta nel 1712. Tuttavia il giansenismo rimase vitale per tutto il XVIII secolo come movimento politico e culturale oltre che religioso, contestando il primato papale (in favore dell’autorità dei vescovi) e l’assolutismo monarchico, poiché si avvicinava all’opposizione parlamentare al re.