Le opere giovanili
Il primo decennio dell’Ottocento vede il giovane Manzoni particolarmente attivo sul terreno della poesia, dove abbraccia un neoclassicismo dalle forti venature giacobine.
L’autore esordisce con le terzine Del trionfo della Libertà (1801-1802), in cui si scaglia contro il Papato e inneggia alla Rivoluzione francese, miscelando lo schema della visione allegorica di ascendenza dantesca, ripreso in anni recenti da Monti, all’invettiva contro la tirannide, tipica di Alfieri. A Monti devono parecchio anche i riferimenti mitologici, il linguaggio aulico, la sofisticata retorica dell’ode amorosa Qual su le cinzie cime (1802) e dell’idillio in endecasillabi sciolti Adda (1803). Si pone invece sotto il segno di Parini la sdegnosa satira nei confronti del dilagare dell’immoralità e della mercificazione in ogni campo, poesia compresa, presente nei quattro Sermoni (1803-1804), nei quali Manzoni prende a bersaglio soprattutto l’istituzione della famiglia.