Al cuore della letteratura - volume 4

Il primo Ottocento – L'autore: Ugo Foscolo

 T9 

La nascita delle Grazie

Le Grazie, Inno I, A Venere, vv. 66-117


Impietosita dalle condizioni dell’umanità, che vive abbrutita in uno stato bestiale, Venere sorge dalle acque del mar Ionio insieme alle Grazie, che portano nel mondo la purezza e l’armonia.


METRO Endecasillabi sciolti.

          Splendea tutto quel mar quando sostenne
          su la conchiglia assise e vezzeggiate
          dalla Diva le Grazie: e a sommo il flutto,
          quante alla prima aura di Zefiro
70     le frotte delle vaghe api prorompono,
          e più e più succedenti invide ronzano
          a far lunghi di sé aerei grappoli,
          van alïando su’ nettarei calici
          e del mèle futuro in cor s’allegrano,
75     tante a fior dell’immensa onda raggiante
          ardian mostrarsi a mezzo il petto ignude
          le amorose Nereidi oceanine;
          e a drappelli agilissime seguendo
          la Gioja alata, degli Dei foriera,
80     gittavan perle, dell’ingenue Grazie
          il bacio le Nereidi sospirando.

          Poi come l’orme della Diva e il riso
          delle vergini sue fer di Citera
          sacro il lito, un’ignota violetta
85     spuntò a’ piè de’ cipressi; e d’improvviso
          molte purpuree rose amabilmente
          si conversero in candide. Fu quindi
          religïone di libar col latte
          cinto di bianche rose e cantar gl’inni
90     sotto a’ cipressi ed offerire all’ara
          le perle e il fior messagger d’Aprile.

          L’una tosto alla Dea col radïante
          pettine asterge mollemente e intreccia
          le chiome di marina onda spumanti;
95     l’altra sorella a’ Zefiri concede,
          a rifiorirle i prati a primavera,
          l’ambrosio umore ond’è irrorato il petto
          della figlia di Giove; vereconda
          la terza ancella ricompone il peplo
100   su le membra divine, e le contende
          di que’ selvaggi attoniti al desio.

 >> pag. 107 

          Non prieghi d’inni o danze d’imenei,
          ma di veltri perpetuo l’ululato
          tutta l’isola udia, e un suon di dardi,
105   e gli uomini sul vinto orso rissosi,
          e de’ piagati cacciatori il grido.
          Cerere invan donato avea l’aratro
          a que’ feroci; invan d’oltre l’Eufrate
          chiamò un dì Bassarèo, giovine Dio,
110   a ingentilir di pampini le balze:
          il pio strumento irrugginia su’ brevi
          solchi sdegnato; e divorata innanzi
          che i grappoli recenti imporporasse
          a’ rai d’autunno, era la vite: e solo
115   quando apparian le Grazie, i predatori
          e le vergini squallide, e i fanciulli
          l’arco e ’l terror deponean, ammirando.

      Dentro il testo

I contenuti tematici

Al progetto delle Grazie è sotteso un ideale grandioso quanto inattuale: la bellezza intesa come mezzo per salvare l’uomo e l’epoca contemporanea dall’abbrutimento. Alle speranze politiche concrete, ormai svanite nel 1812 e 1813, quando Foscolo compone il poema, l’autore sostituisce una sorta di miraggio, sostenuto però da una forte tensione etica. L’educazione al bello, la cultura, e la poesia che ne è parte, possono sollevare l’umanità dallo stato ferino e ingentilirla, accendendo i suoi impulsi nobili e limitando quelli violenti e prevaricatori.

La mitologia greca rifiorisce così nei versi del poeta, per il quale le immagini dell’antica civiltà classica non sono semplici orpelli decorativi, ma retaggi culturali che hanno conservato nella loro sostanza un profondo significato morale e filosofico.
L’apparizione delle Grazie dalle acque del mare (vv. 66-81), sedute su una conchiglia e vezzeggiate da Venere, con lo sciame delle Nereidi che si affrettano a festeggiarle, è una visione neoclassica in cui sono racchiusi molteplici simboli. Se dal punto di vista visivo essa ricorda un’icona indelebile della cultura rinascimentale, la “Venere” di Botticelli, al contempo inaugura allegoricamente il processo civile che emancipa gli esseri umani dal caos delle origini e dalla brutalità primitiva, a partire dall’introduzione dei riti religiosi, tappa fondamentale nell’allontanamento dei popoli dalla barbarie.
Il sorriso delle Grazie fa coprire di fiori l’isola di Citera (vv. 82-91): prima la violetta, emblema di modestia, poi, al posto delle rose rosse, quelle candide, simboleggianti la pudicizia, che scaccia dal mondo le passioni più irrazionali ridestando negli uomini il sentimento di una purezza spirituale (così si spiega il velo con cui le Grazie avvolgono il corpo della madre, sottratto agli sguardi sensuali peccaminosi). Infine, nella terza sequenza (vv. 102-117) il poeta descrive la terra di Citera prima della nascita delle Grazie, quando gli uomini erano ancora immersi in uno stato animale. L’apparizione delle divinità coincide in tal modo con una vera epifania, cioè una rivelazione che interrompe le lotte e le guerre combattute, in un’alba del mondo (drammaticamente pronta a ripresentarsi sempre sotto le diverse forme della violenza storica), da uomini incivili capaci solo di cacciare e azzuffarsi tra loro.

 >> pag. 108 

Le scelte stilistiche

È molto netta, nel brano, l’opposizione fra mondo divino e mondo umano, che si traduce in una duplicità di campi semantici. Alla sfera superiore, divina e ideale, appartengono termini come aura (v. 69), vaghe api (v. 70), aerei grappoli (v. 72), van alïando su’ nettarei calici (v. 73), Gioja alata (v. 79) ecc.; a quella terrena afferiscono invece l’ululato (v. 103), rissosi (v. 105), piagati cacciatori (v. 106), l’aratro (v. 107), feroci (v. 108) ecc. Il mondo superiore interviene per agire sul mondo inferiore e mutarne i destini, allontanando la civiltà dallo stato primitivo.

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Riassumi il contenuto del brano in circa 10 righe.


2 Nella prima strofa vi è un lungo paragone tra le Nereidi e gli sciami di api. Riferiscilo in linguaggio corrente.


3 In che modo vengono descritti gli uomini prima dell’avvento delle Grazie?

ANALIZZARE

4 Inserisci nella tabella le parole chiave che connotano la nascita delle Grazie e l’umanità bestiale di Citera.


La nascita delle Grazie
L’umanità bestiale di Citera
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

5 Gli atti delle tre Grazie nella seconda strofa sono tutti relativi a Venere, che è la dea dell’amore e della bellezza. Analizzali separatamente e prova a dire quale può essere il loro significato simbolico.

INTERPRETARE

6 L’espressione di Citera / sacro il lito (vv. 83-84) evoca anche altri lidi: le sacre sponde del sonetto A Zacinto► T6, p. 92, v. 1). Quali analogie e differenze noti nell’ispirazione e nella poetica alla base dei due componimenti?


7 Al v. 107 si legge Cerere invan donato avea l’aratro: perché invan?


Al cuore della letteratura - volume 4
Al cuore della letteratura - volume 4
Il primo Ottocento