I colori della letteratura - volume 3

Il primo Novecento – L'autore: Giuseppe Ungaretti

 T2 

Non gridate più

Il dolore


Il poeta non è più un soldato al fronte – come durante la Grande guerra –, ma qui è un “civile” fra tanti, che osserva (o ricorda) con sgomento la tragedia del secondo conflitto mondiale. Il suo invito accorato ai vivi è quello di rispettare i morti: urlare significherebbe coprire le loro voci e i loro ammonimenti, impercettibili ma preziosi.


METRO Due quartine, la prima composta da novenari, la seconda da un endecasillabo, due settenari e un novenario.

        Cessate d’uccidere i morti,
        non gridate più, non gridate
        se li volete ancora udire,
        se sperate di non perire.

5     Hanno l’impercettibile sussurro,
        non fanno più rumore
        del crescere dell’erba,
        lieta dove non passa l’uomo.

      Dentro il testo

I contenuti tematici

Dinanzi all’orrore della guerra, il poeta implora silenzio: non per sé, ma per i defunti, che dopo la morte fisica rischiano di essere annientati una seconda volta. Essi infatti vanno ascoltati in una sorta di raccoglimento religioso: in tal modo si può afferrare l’impercettibile sussurro (v. 5) che proviene dalla terra, non calpestata dal piede distruttore dell’uomo. Solo il silenzio come estrema forma di dignità e riserbo umani, infatti, può far crescere l’erba (lieta dove non passa l’uomo, v. 8), cioè ricomporre idealmente quell’armonia del creato turbata dalla stupida crudeltà dell’uomo. La compostezza e il rispetto per i morti sono gli unici strumenti per reagire alla barbarie: chi grida e dimentica il passato è condannato a non conservare traccia di umanità, a uccidere per la seconda volta le vittime della strage, ignorando la loro muta richiesta di pace.

Non conosciamo la data di composizione della poesia, ma gli studiosi formulano due ipotesi. La prima è che sia stata scritta nel 1943, precisamente nel luglio di quell’anno, quando il bombardamento alleato su Roma distrusse il quartiere di San Lorenzo, non lontano dal cimitero del Verano, causando la morte di circa tremila persone. La seconda propone invece una data più tarda: Ungaretti sarebbe stato ispirato a scrivere Non gridate più dall’accesa conflittualità politica e sociale che sconvolgeva il paese appena uscito dalla tragedia della guerra e del nazifascismo. Qualunque sia stata l’occasione che l’ha ispirata, il significato fondamentale della poesia non cambia: soltanto la memoria e la lezione della Storia possono cancellare l’odio e la violenza.

Le scelte stilistiche

La tradizione civile italiana non è priva di retorica: il poeta vate che dispensa insegnamenti morali e lezioni politiche costituisce una figura ricorrente anche dopo l’Ottocento. Senza rinunciare alla funzione pubblica della poesia, Ungaretti la declina però in una forma diversa: l’ispirazione è sempre tratta dalla Storia e dai suoi grandi eventi, ma il messaggio che egli intende fornire supera le logiche contingenti del tempo per assumere un significato universale. Dunque, se il modo imperativo dei verbi in apertura (Cessate, non gridate ripetuto due volte nello stesso verso) e l’insistenza delle rime o delle consonanze interne (cessate : gridate : gridate : volete : sperate) tradiscono l’impeto e l’indignazione in un monito che vuole essere accorato e severo, nella seconda strofa il linguaggio si fa più sussurrato, quasi allusivo: lo richiede il compito della poesia, che non deve urlare, ma ascoltare la flebile, eppure indispensabile, voce dei morti.

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      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Quale messaggio i morti possono comunicare ai vivi?

ANALIZZARE

2 Quale registro linguistico utilizza il poeta? Individuane le parole più significative.

INTERPRETARE

3 Perché, secondo il poeta, le grida uccidono i morti? In che senso coloro che non ci sono più possono morire un’altra volta?


I grandi temi di Ungaretti

La poesia tra autobiografia e ricerca dell’assoluto

• la fusione tra vita e arte
• la vita come viaggio alla ricerca di un significato universale
• l’urgenza dell’ispirazione che si traduce in un’intensa ricerca di essenzialità e di assolutezza poetica
• la valenza etica ed esistenziale della letteratura

Il dolore personale e universale

• il modello di Leopardi: dalla riflessione personale alla meditazione cosmica
• la poesia come rivelazione della sofferenza e ricerca di un conforto
• il tentativo di recuperare una “innocenza perduta“ in cui l’uomo possa accettare senza riserve la propria condizione
• il senso di fratellanza universale
• la vocazione mistica e religiosa, che si accentua nella seconda stagione poetica

I colori della letteratura - volume 3
I colori della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi