Il secondo Ottocento – L'autore: Gabriele d’Annunzio

LABORATORIO verso l'esame

 TIPOLOGIA B  
 saggio breve  

ARGOMENTO

IL RUOLO DELL’INTELLETTUALE NEL MONDO MODERNO E CONTEMPORANEO: DA D’ANNUNZIO AI GIORNI NOSTRI

Sviluppa l’argomento in forma di saggio breve utilizzando i documenti forniti. Nella tua argomentazione fai riferimento a ciò che hai studiato e alle tue conoscenze.

Documento 1

Andrea Sperelli, protagonista del Piacere, afferma la centralità degli aspetti formali nell’espressione letteraria.


Il verso è tutto. Nella imitazion della Natura nessun istrumento d’arte è più vivo,
agile, acuto, vario, multiforme, plastico, obediente, sensibile, fedele. Più compatto
del marmo, più malleabile della cera, più sottile d’un fluido, più vibrante d’una corda,
più luminoso d’una gemma, più fragrante d’un fiore, più tagliente d’una spada,
5 più flessibile d’un virgulto, più carezzevole d’un murmure, più terribile d’un tuono,
il verso è tutto e può tutto. Può rendere i minimi moti del sentimento e i minimi
moti della sensazione; può definire l’indefinibile e dire l’ineffabile; può abbracciare
l’illimitato e penetrare l’abisso; può avere dimensioni d’eternità; può rappresentare il
sopraumano, il soprannaturale, l’oltramirabile; può inebriare come un vino, rapire
10 come un’estasi; può nel tempo medesimo posseder il nostro intelletto, il nostro spirito,
il nostro corpo; può, infine, raggiungere l’Assoluto. Un verso perfetto e assoluto,
immutabile, immortale; tiene in sé le parole con la coerenza d’un diamante; chiude
il pensiero come in un cerchio preciso che nessuna forza mai riuscirà a rompere; diviene
indipendente da ogni legame da ogni dominio; non appartiene più all’artefice,
15 ma è di tutti e di nessuno, come lo spazio, come la luce, come le cose immanenti
e perpetue. Un pensiero esattamente espresso in un verso perfetto è un pensiero
che già esisteva preformato nella oscura profondità della lingua. Estratto dal poeta,
séguita ad esistere nella conscienza degli uomini. Maggior poeta è dunque colui che
sa discoprire, disviluppare, estrarre un maggior numero di codeste preformazioni
20 ideali. Quando il poeta è prossimo alla scoperta d’uno di tali versi eterni, è avvertito
da un divino torrente di gioia che gli invade d’improvviso tutto l’essere.


Gabriele d’Annunzio, Il piacere, 1889

Documento 2

D’Annunzio ha collaborato anche con il mondo della pubblicità, ideando per esempio il nome dei magazzini “La Rinascente”.


 >> pag. 414 

Documento 3

Il poeta e scrittore Pier Paolo Pasolini (1922-1975) è l’esempio dell’intellettuale impegnato moderno; in questo brano riflette sulle trasformazioni della società italiana degli anni Settanta del XX secolo.


Io so bene, caro Calvino,1 come si svolge la vita di un intellettuale. Lo so perché,
in parte, è anche la mia vita. Letture, solitudini al laboratorio, cerchie in genere di
pochi amici e molti conoscenti, tutti intellettuali e borghesi. Una vita di lavoro e
sostanzialmente perbene. Ma io, come il dottor Hyde,2 ho un’altra vita. Nel vivere
5 questa vita, devo rompere le barriere naturali (e innocenti) di classe. Sfondare le
pareti dell’Italietta,3 e sospingermi quindi in un altro mondo: il mondo contadino,
il mondo sottoproletario e il mondo operaio. L’ordine in cui elenco questi mondi
riguarda l’importanza della mia esperienza personale, non la loro importanza oggettiva.
Fino a pochi anni fa questo era il mondo preborghese, il mondo della classe
10 dominata. Era solo per mere ragioni nazionali, o, meglio, statali, che esso faceva
parte del territorio dell’Italietta. Al di fuori di questa pura e semplice formalità,
tale mondo non coincideva affatto con l’Italia. L’universo contadino (cui appartengono
le culture sottoproletarie urbane, e, appunto fino a pochi anni fa, quelle
delle minoranze operaie – ché erano vere e proprie minoranze, come in Russia nel
15 ’17) è un universo transnazionale: che addirittura non riconosce le nazioni. […]
È questo illimitato mondo contadino prenazionale e preindustriale, sopravvissuto
fino a solo pochi anni fa, che io rimpiango (non per nulla dimoro il più a lungo
possibile, nei paesi del Terzo Mondo, dove esso sopravvive ancora, benché il Terzo
Mondo stia anch’esso entrando nell’orbita del cosiddetto Sviluppo).


Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, Garzanti, Milano 1975

Documento 4

L’eredità di Pasolini è stata raccolta tra gli altri dal giornalista e scrittore Roberto Saviano, autore del romanzo Gomorra (2006), in cui propone una denuncia delle attività della criminalità organizzata nella sua regione, la Campania. In questo brano il critico letterario Romano Luperini (1940) svolge un confronto tra i due autori.


In effetti, in Gomorra, ci sono tutti i nomi dei nemici – i nemici dello stato e della
convivenza civile, e cioè delle varie famiglie o clan dei camorristi. Erano anni che
in un libro non si facevano i nomi. […] Qui c’è un giovane che si aggira in scooter
sui luoghi del crimine, fra gigantesche discariche di rifiuti, sangue di morti ammazzati,
5 fiumi di cemento, villaggi abusivi, quartieri e periferie degradati in cui
si accumulano masse enormi di denaro, di armi e di merci. Per questo piccolo,
emarginato e rabbioso eroe, dire la verità significa esserci, fare uso di una «parola-sentinella»
e di un’unica «armatura»: «pronunciarsi». E per «pronunciarsi» bisogna
dire la verità, accumulare prove inconfutabili e parziali, perché vissute con il corpo,
10 sperimentate dal vivo, filtrate e temprate dalle emozioni. Tra oggettività della denuncia
e soggettività si instaura così un cortocircuito, in cui risiede indubbiamente
anche il valore letterario dell’opera e che comunque rivela una eredità assunta consapevolmente:
non solo quella apertamente dichiarata di Sciascia e di Pasolini, ma
più in generale quella dell’intellettuale scomodo e marginale che vive al confine,
15 sulla frontiera, e pratica una sorta di contrabbando fra società e comunità diverse:
qui, fra quella dei camorristi e quella del laureato in filosofia che fa il ricercatore
sul campo, quella delle periferie degradate e l’altra dei centri di civiltà, quella del
denaro, delle armi e della arroganza e quella della cultura e della dignità morale.
Questa figura storica – da Baudelaire a Pasolini – ha assunto insomma una nuova
20 dimensione: non aspira più a occupare il centro della scena, non accampa utopie,
non partecipa a una battaglia di manifesti, di idee e di poetiche, ma accetta come
naturale e scontata la propria marginalità. Non parla più in nome di una prospettiva
politica, di una filosofia o di una ideologia, ma solo in nome di un corpo
violato, della realtà di una esperienza che, prima ancora di essere intellettuale, è
25 fisica o biologica. […] Gomorra documenta una fase nuova, in cui il senso della
storia è senza storicismo, il senso dell’etica è senza morale precostituita e il senso
dell’impegno civile è senza più nazione o popolo.


Romano Luperini, La condizione degli intellettuali oggi, prolusione per l’apertura dell’anno accademico 2007-2008 dell’Università di Siena

 >> pag. 415 

Guida alla stesura

  • Dopo un’attenta lettura di tutti i documenti, fai una breve sintesi di ognuno: l’intellettuale dannunziano amante della bella parola (doc. 1); una declinazione particolare di tale poetica (doc. 2); l’intellettuale impegnato secondo Pasolini (doc. 3); l’intellettuale impegnato di oggi: il caso di Saviano (doc. 4). Questo ti permetterà di avere un’idea complessiva.
  • Individua le parole chiave presenti in ogni doc. e raggruppale in una serie di temi omogenei: l’intellettuale mondano (doc. 1); l’intellettuale impegnato (doc. 3); il difficile rapporto con il mondo che cambia (docc. 3 e 4).
  • Individua i punti di contatto e quelli di divergenza fra i diversi temi. Confronta questi ultimi tra loro, spiegando come si sono sviluppati, modificati, e perché.
  • Ogni tua affermazione deve essere sempre argomentata.
  • Usa un linguaggio chiaro e preciso, e, dove necessario, tecnico.

I colori della letteratura - volume 3
I colori della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi