3 - Lo stile

Il secondo Ottocento – L'opera: Alcyone

3 Lo stile

Coerentemente con le funzioni evocative che d’Annunzio assegna alla propria parola poetica, egli collauda in Alcyone tutte le soluzioni stilistiche immaginabili, come se volesse esaurire lo spettro delle possibilità espressive. Un primo ambito in cui si esercita pienamente la sua sperimentazione è quello metrico, dove possiamo registrare una straordinaria varietà di soluzioni. Abbandonando le strutture tipiche della poesia tradizionale, d’Annunzio «rompe gli schemi strofici, li dilata e li restringe, riducendo a volte il verso a una parola singola» (Beccaria).
Anche se in alcune liriche (per esempio nella Sera fiesolana, ► T6, p. 391) è ancora presente un sistema di strofe e non mancano sonetti, madrigali, forme metriche di ascendenza classica, l’autore predilige l’uso della strofa libera, lunga, talvolta lunghissima, composta di versi liberi, di misura sillabica diseguale, variamente alternati e legati tra loro in modo del tutto irregolare da rime, ma più spesso da assonanze e consonanze.

Altrettanto ricco è il repertorio lessicale: l’autore presenta frequenti arcaismi, in più di un caso recuperati dai dizionari (come alcuni nomi di piante: crambe, pancrazio, terebinto ecc.) e ama il gusto del raro e del desueto: abbiamo così citazioni attinte da semisconosciuti poeti dei primi secoli della letteratura italiana, forme ortografiche anacronistiche, tecnicismi e altro ancora.
L’intenzione di d’Annunzio di suggerire sensazioni e dissolvere la parola in una pura evocazione musicale è resa magistralmente grazie agli effetti fonosimbolici, prodotti da giochi di rime, allitterazioni e anafore. Il risultato è una sequela di immagini che compariranno anche nei versi di buona parte dei poeti italiani del Novecento, destinati – come dirà Eugenio Montale – ad attraversare la poesia dannunziana e ad accoglierne evidenti influenze.

4 I testi

Temi e motivi dei componimenti antologizzati
T6 La sera fiesolana • l’umanizzazione della natura e del paesaggio
• il richiamo al Cantico delle creature
• la ricerca della musicalità
T7 La pioggia nel pineto • la metamorfosi del corpo in elemento naturale
• la fusione con i suoni, i colori e la sostanza della natura
• il potenziamento di sé come capacità di comprendere oltre i propri sensi
T8 Stabat nuda Aestas • la personificazione dell’estate
• le immagini che coinvolgono le sfere sensoriali
T9 Nella belletta • la morte delle cose che appassiscono e marciscono nel calore
Analisi del testo
TIPOLOGIA A
Le stirpi canore • la parola come forza creatrice
• l’atmosfera sensuale e la Natura avvolgente

I colori della letteratura - volume 3
I colori della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi