«E’13 c’è stato anche il nonno di Cipolla», aggiunse padron ’Ntoni, «ed è in quei
30 paesi là che s’è fatto ricco. Ma non è più tornato a Trezza, e mandò solo i denari
ai figliuoli».
«Poveretto!», disse Maruzza.
«Vediamo se mi indovini quest’altro», disse la Nunziata: «Due lucenti, due pungenti,
quattro zoccoli e una scopa».
35 «Un bue!», rispose tosto Lia.
«Questo lo sapevi! ché ci sei arrivata subito», esclamò il fratello.
«Vorrei andarci anch’io, come padron Cipolla, a farmi ricco», aggiunse ’Ntoni.
«Lascia stare, lascia stare!», gli disse il nonno, contento pei barilotti che vedeva
nel cortile. «Adesso abbiamo le acciughe da salare». Ma la Longa guardò il figliuolo
40 col cuore stretto, e non disse nulla, perché ogni volta che si parlava di partire le
venivano davanti agli occhi quelli che non erano tornati più.14
E poi soggiunse: «Né testa, né coda, ch’è meglio ventura».15
Le file dei barilotti si allineavano sempre lungo il muro, e padron ’Ntoni, come
ne metteva uno al suo posto, coi sassi di sopra,16 diceva: «E un altro! Questi a
45 Ognissanti son tutti danari».
’Ntoni allora rideva, che pareva padron Fortunato quando gli parlavano della
roba degli altri. «Gran denari!», borbottava; e tornava a pensare a quei due forestieri
che andavano di qua e di là, e si sdraiavano sulle panche dell’osteria, e facevano
suonare i soldi nelle tasche. Sua madre lo guardava come se gli leggesse nella testa;
50 né la facevano ridere le barzellette che dicevano nel cortile.
«Chi deve mangiarsi queste sardelle qui», cominciava la cugina Anna, «deve essere
il figlio di un re di corona bello come il sole, il quale camminerà un anno, un
mese e un giorno, col suo cavallo bianco; finché arriverà a una fontana incantata di
latte e di miele; dove, scendendo da cavallo per bere, troverà il ditale di mia figlia
55 Mara, che ce l’avranno portato le fate dopo che Mara l’avrà lasciato cascare nella
fontana empiendo la brocca; e il figlio del re col bere che farà nel ditale di Mara, si
innamorerà di lei; e camminerà ancora un anno, un mese e un giorno, sinché arriverà
a Trezza, e il cavallo bianco lo porterà davanti al lavatoio, dove mia figlia Mara
starà sciorinando il bucato; e il figlio del re la sposerà e le metterà in dito l’anello;
60 e poi la farà montare in groppa al cavallo bianco, e se la porterà nel suo regno».
Alessi ascoltava a bocca aperta, che pareva vedesse il figlio del re sul suo cavallo
bianco, a portarsi in groppa la Mara della cugina Anna. «E dove se la porterà?»,
domandò poi la Lia.
«Lontano lontano, nel suo paese di là del mare; d’onde17 non si torna più».
65 «Come compar Alfio Mosca», disse la Nunziata. «Io non vorrei andarci col figlio
del re, se non dovessi tornare più».
«La vostra figlia non ha un soldo di dote, perciò il figlio del re non verrà a sposarla»,
rispose ’Ntoni; «e le volteranno le spalle, come succede alla gente, quando
non ha più nulla».
70 «Per questo mia figlia sta lavorando qui adesso, dopo essere stata tutto il giorno
al lavatoio, per farsi la dote. Non è vero Mara? Almeno se non viene il figlio del re,
verrà qualchedun altro. Lo so anch’io che il mondo va così, e non abbiamo diritto