Il secondo Novecento e gli anni Duemila – L'autore: Pier Paolo Pasolini

il carattere

Una personalità sofferta

Le tensioni familiari
Durante l’infanzia e l’adolescenza Pier Paolo e il fratello Guido soffrono dei cattivi rapporti tra il padre e la madre, che spesso sfociano in litigi; il padre, d’indole passionale, talvolta violento, lamentava che la moglie lo disprezzasse e non lo amasse abbastanza; quando cadeva nelle sue ricorrenti crisi depressive, finiva per bere in modo eccessivo.
Tuttavia, nel complesso, l’immagine che si ricava dei primi anni della vita di Pasolini è quella di un ragazzo che la famiglia pone al centro di tutte le cure: adorato e riverito dal fratello, esaltato dai genitori per la precoce vocazione di poeta, capace di amicizie e desideroso di avventura; un ragazzo forte e sportivo, che ama la scherma e il gioco del calcio, capo naturale di bande di ragazzi che giocano alla guerra.

Lo stretto legame con la madre
Nelle tensioni familiari il piccolo Pier Paolo sta completamente dalla parte della madre, più colta e riservata. Con lei, del resto, lo scrittore manterrà sino alla fine un legame speciale. In una lirica della raccolta Poesia in forma di rosa (1964), intitolata Supplica a mia madre, Pasolini enuclea, in alcuni densi e lucidissimi versi, il rapporto edipico con la figura materna, ma anche tutto il suo affetto e il suo amore, ragione dell’impossibilità di una vita sentimentale appagante:

« È difficile dire con parole di figlio / ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. / / Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, / ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore. / / Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere: / è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. / / Sei insostituibile. Per questo è dannata / alla solitudine la vita che mi hai data. / / E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame / d’amore, dell’amore di corpi senza anima. / / Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu / sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù »

Se l’amore “spirituale” è completamente assorbito dalla madre, gli altri amori potranno attingere soltanto la dimensione fisica e sessuale («fame di corpi senza anima», appunto).

La condizione omosessuale
Veniamo così a un aspetto fondamentale per capire la psicologia di Pasolini, vale a dire la sua omosessualità, resa nota con una vicenda che destò scandalo nel 1949 a Casarsa. Un accenno a quell’episodio è contenuto in alcune poesie e in un romanzo (Il disprezzo della provincia) pubblicati postumi; ma è strano che la circostanza più romanzesca di tutta la sua vita non abbia mai trovato, nella sua pur abbondante produzione, un momento di piena espressione.
Pasolini tratta apertamente la tematica omosessuale in chiave autobiografica soltanto in due racconti, scritti negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra, ma usciti postumi (nel 1982): Atti impuri, dove la storia si sviluppa in termini angosciati e angosciosi, e Amado mio, caratterizzato da un’atmosfera più serena. Quest’ultima è l’unica sua opera in cui dell’omosessualità si dà una rappresentazione positiva, leggera, giocosa, priva di sensi di colpa e di preoccupazioni per lo stigma sociale che ne deriva: dalla spensieratezza giovanile, l’esperienza di vita dello scrittore si muove infatti in tutt’altra direzione, sino al suo tragico epilogo.

I colori della letteratura - volume 3
I colori della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi