come un cavallo divenuto tutt'a un tratto restìo per un'ombra, non voleva più
andare avanti. Pensando all'imprese avviate e non finite, in vece d'animarsi al compimento,7
in vece d'irritarsi degli ostacoli (ché l'ira in quel momento gli sarebbe
35 parsa soave), sentiva una tristezza, quasi uno spavento de' passi già fatti. Il tempo
gli s'affacciò davanti voto8 d'ogni intento, d'ogni occupazione, d'ogni volere, pieno
soltanto di memorie intollerabili; tutte l'ore somiglianti a quella che gli passava
così lenta, così pesante sul capo. Si schierava9 nella fantasia tutti i suoi malandrini,10
e non trovava da comandare a nessuno di loro una cosa che gl'importasse;
40 anzi l'idea di rivederli, di trovarsi tra loro, era un nuovo peso, un'idea di schifo e
d'impiccio. E se volle trovare un'occupazione per l'indomani, un'opera fattibile,
dovette pensare che all'indomani poteva lasciare in libertà quella poverina.
«La libererò, sì; appena spunta il giorno, correrò da lei, e le dirò: andate, andate.
La farò accompagnare... E la promessa? E l'impegno? E don Rodrigo?... Chi è
45 don Rodrigo?».
A guisa di11 chi è colto da una interrogazione inaspettata e imbarazzante d'un
superiore, l'innominato pensò subito a rispondere a questa che s'era fatta lui stesso,
o piuttosto quel nuovo lui, che cresciuto terribilmente a un tratto, sorgeva come a
giudicare l'antico. Andava dunque cercando le ragioni per cui, prima quasi d'esser
50 pregato, s'era potuto risolvere a prender l'impegno di far tanto patire, senz'odio,
senza timore, un'infelice sconosciuta, per servire colui;12 ma, non che riuscisse13
a trovar ragioni che in quel momento gli paressero buone a scusare il fatto, non
sapeva quasi spiegare a se stesso come ci si fosse indotto. Quel volere, piuttosto
che una deliberazione, era stato un movimento istantaneo dell'animo ubbidiente
55 a sentimenti antichi, abituali, una conseguenza di mille fatti antecedenti; e il tormentato
esaminator di se stesso, per rendersi ragione d'un sol fatto, si trovò ingolfato14
nell'esame di tutta la sua vita. Indietro, indietro, d'anno in anno, d'impegno
in impegno, di sangue in sangue, di scelleratezza in scelleratezza: ognuna ricompariva
all'animo consapevole e nuovo, separata da' sentimenti che l'avevan fatta
60 volere e commettere; ricompariva con una mostruosità che que' sentimenti non
avevano allora lasciato scorgere in essa. Eran tutte sue, eran lui:15 l'orrore di questo
pensiero, rinascente a ognuna di quell'immagini, attaccato a tutte, crebbe fino
alla disperazione. S'alzò in furia a sedere, gettò in furia le mani alla parete accanto
al letto, afferrò una pistola, la staccò, e. al momento di finire una vita divenuta
65 insopportabile, il suo pensiero sorpreso da un terrore, da un'inquietudine, per dir
così, superstite, si slanciò nel tempo che pure continuerebbe a scorrere dopo la sua
fine. S'immaginava con raccapriccio il suo cadavere sformato, immobile, in balìa
del più vile sopravvissuto; la sorpresa, la confusione nel castello, il giorno dopo:
ogni cosa sottosopra; lui, senza forza, senza voce, buttato chi sa dove. Immaginava
70 i discorsi che se ne sarebber fatti lì, d'intorno, lontano; la gioia de' suoi nemici.
Anche le tenebre, anche il silenzio, gli facevan veder nella morte qualcosa di più
tristo, di spaventevole; gli pareva che non avrebbe esitato, se fosse stato di giorno,
all'aperto, in faccia alla gente: buttarsi in un fiume e sparire. E assorto in queste
contemplazioni16 tormentose, andava alzando e riabbassando, con una forza convulsiva