saggio breve
ARGOMENTO
LA VISIONE NEOCLASSICA DELLA BELLEZZA
Sviluppa l’argomento in forma di saggio breve utilizzando i documenti forniti. Nella tua argomentazione fai riferimento a ciò che hai studiato e alle tue conoscenze.
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L'armonia neoclassica ha un significato estetico, ma anche un valore etico: significa distanza dalle passioni violente, tentativo di ricerca di un equilibrio. Il brano delle Grazie dedicato al "Velo" offre numerosi spunti di riflessione.
Mesci, odorosa Dea, rosee le fila;
E nel mezzo del velo ardita balli,
Canti fra 'l coro delle sue speranze
Giovinezza: percote a spessi tocchi
5 Antico un plettro il Tempo; e la danzante
Discende un clivo onde nessun risale.
Le Grazie a' piedi suoi destano fiori,
A fiorir sue ghirlande: e quando il biondo
Crin t'abbandoni e perderai 'l tuo nome,
10 Vivran que' fiori, o Giovinezza, e intorno
L'urna funerea spireranno odore.
Or mesci, amabil Dea, nivee le fila;
E ad un lato del velo Espero sorga
Dal lavor di tue dita; escono errando
15 Fra l'ombre e i raggi fuor d'un mirteo bosco
Due tortorelle mormorando ai baci;
Mirale occulto un rosignuol, e ascolta
Silenzïoso, e poi canta imenei:
Fuggono quelle vereconde al bosco.
Ugo Foscolo, Pallade, inno terzo, vv. 153-171
Un altro esempio di Neoclassicismo è fornito dal poeta Vincenzo Monti (1754-1828), nell'ode Al signor di Montgolfier.
Pace e silenzio, o turbini:
Deh! non vi prenda sdegno
Se umane salme varcano
Delle tempeste il regno.
5 Rattien la neve, o Borea,
Che giù dal crin ti cola;
L'etra sereno e libero
Cedi a Robert che vola.
Non egli vien d'Orizia
10 A insidïar le voglie:
Costa rimorsi e lagrime
Tentar d'un Dio la moglie.
Vincenzo Monti, Al signor di Montgolfier, 1784
Le Grazie di Antonio Canova (1757-1822) hanno ispirato la scrittura degli inni delle Grazie di Foscolo.
Antonio Canova, Le Grazie, 1813-1816. San Pietroburgo, Museo Ermitage.
L'erudito e archeologo tedesco Johann Joachim Winckelmann (1717-1768) è il principale teorico del Neoclassicismo.
Fra tutte le opere dell'antichità scampate alla rovina la statua di Apollo esprime il
sommo ideale artistico. L'autore ha creato quest'opera seguendo fedelmente l'ideale,
utilizzando la materia solo per quanto gli era indispensabile a rendere concreta
e visibile la sua ispirazione.
5 Questa statua di Apollo sopravanza ogni altra raffigurazione della divinità così
come l'Apollo di Omero s'innalza sopra quello cantato dai poeti che gli sono
succeduti.
Il suo corpo eccelle a confronto di quello umano e dalla sua posa traspare la
grandezza che lo pervade. Come nei Campi Elisi, un'eterna primavera ammanta
10 di dolce giovinezza la sua piena e seducente virilità e delicatamente ingentilisce le
sue membra maestosamente conformate. Penetra con la tua anima nel regno delle
forme eteree e diventa artefice di un mondo divino, affinché il tuo spirito possa
godere di bellezze superiori a ciò che è terreno: o lettore, là non esiste alcunché di
mortale o schiavo delle umane necessità. Non vi è vena né nervo che agitino e turbino
15 questo corpo, ma, come un placido fiume, uno spirito celestiale scorre nella
figura colmandola quasi tutta alla superficie. Egli ha inseguito Pitone, tendendo
contro costui per primo l'arco, e ora con passo poderoso l'ha raggiunto e abbattuto.
Dall'alto del suo spirito appagato il suo occhio contempla l'infinito, al di là e
al di sopra della sua vittoria: le sue labbra esprimono disdegno e la contenuta ira
20 tende le sue narici e sale fino alla fiera fronte.
Johann Joachim Winckelmann, Storia dell'arte
nell'antichità, 1764
La canzone La cura, composta dal cantautore Franco Battiato (n. 1945) e dal filosofo Manlio Sgalambro (1924-2014), è un testo moderno dai toni intimamente neoclassici.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
5 Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
10 perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
15 Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
20 la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
25 Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
Io sì, che avrò cura di te.
Franco Battiato, Manlio Sgalambro, La cura, 1996
I colori della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento