Il disincanto ironico

Il primo Ottocento – L'autore: Ugo Foscolo

Il disincanto ironico

L'autore così costantemente votato all'inquietudine e all'invettiva polemica, che abbiamo visto nell'Ortis e nei sonetti, si abbandona, dopo le delusioni politiche e un graduale processo di maturazione ideologica, al disincanto, rinunciando alla difesa intransigente e appassionata dei suoi ideali e cercando di osservare ironicamente la realtà da una certa distanza. Questo aspetto del Foscolo maturo, parallelo a quello che gli detta la scrittura delle Grazie, si traduce nella ricerca dell'autocontrollo, nell'abbandono di ogni risentimento ostentato, nel rifiuto del radicalismo ideologico: se componendo il poema neoclassico egli cerca nell'astrazione estetica un'oasi di raccoglimento spirituale e insieme di proiezione verso un futuro utopico, nella Notizia intorno a Didimo Chierico, pubblicata in appendice alla traduzione del Viaggio sentimentale di Laurence Sterne nel 1813, sperimenta una prospettiva esistenziale che attutisce, smorza, decanta le inquietudini neutralizzandone gli effetti distruttivi.

In queste pagine Foscolo approfondisce in effetti un approccio scettico ai problemi del mondo, molto diverso dal modello goethiano che aveva ispirato le Ultime lettere di Jacopo Ortis: al posto dell'accorata partecipazione ai dolori dell'esistenza, subentrano un finissimo umorismo, un'ironia sottile, talvolta addirittura il sarcasmo, a testimoniare un nuovo atteggiamento di distacco dalle miserie umane.

Didimo Chierico, il finto autore della traduzione sotto la cui maschera si cela Foscolo, è infatti molto più che un semplice nome, è un personaggio dall'identità autonoma, benché sfuggente a ogni definizione precisa. Anticonformista, privo di fiducia nel futuro, incline più a tacere che a battersi in controversie ideologiche che reputa inutili, egli ha ormai adottato per sé il criterio della relatività, con il quale demistifica ogni valore e ogni fede precostituita. Il furibondo impeto di Jacopo Ortis è insomma archiviato, rimpiazzato da una saggezza amara e lieve, lontana dal fuoco delle passioni, ormai spento in un «calore di fiamma lontana».

 T10 

Didimo, l’uomo senza illusioni

Notizia intorno a Didimo Chierico, 14


Tra i 16 paragrafi che descrivono il carattere di Didimo, questo mette in luce in particolare il suo rapporto con il mondo, improntato ormai a un calibrato e saggio equilibrio, raggiunto dopo le intemperanze della giovinezza.

Insomma pareva uomo che essendosi in gioventù lasciato governare dall'indole
sua naturale,1 s'accomodasse, ma senza fidarsene, alla prudenza mondana.2 E forse
aveva più amore che stima per gli uomini; però3 non era orgoglioso né umile. Parea
verecondo,4 perché non era né ricco né povero. Forse non era avido né ambizioso,
5 perciò parea libero. Quanto all'ingegno, non credo che la natura l'avesse moltissimo

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prediletto, né poco. Ma l'aveva temprato in guisa da non potersi imbevere degli
altrui insegnamenti;5 e quel tanto che produceva da sé, aveva certa novità che allettava,
e la primitiva ruvidezza6 che offende. Quindi derivava in esso per avventura7
quell'esprimere in modo tutto suo le cose comuni;8 e la propensione di censurare9
10 i metodi delle nostre scuole. Inoltre sembravami,10 ch'egli sentisse non so qual
dissonanza11 nell'armonia delle cose del mondo: non però lo diceva.12 Dalla sua
operetta greca13 si desume quanto meritatamente egli si vergognasse della sua giovanile
intolleranza. Ma pareva, quando io lo vidi, più disingannato che rinsavito;
e che senza dar noia agli altri, se ne andasse quietissimo e sicuro di sé medesimo
15 per la sua strada, e sostandosi spesso, quasi avesse più a cuore di non deviare, che
di toccare la meta. Queste a ogni modo sono tutte mie congetture.

      Dentro il testo

I contenuti tematici

Chi è, anzitutto, Didimo? Di sé egli dice di essersi un tempo lasciato governare dall'indole sua naturale (rr. 1-2), ma di obbedire oggi unicamente alla prudenza mondana (r. 2), che gli impone quella disciplina interiore indispensabile per attenuare, almeno in apparenza, le asperità del suo carattere e rendersi gradito alla società. Non odia gli uomini, ma non può nemmeno stimarli; è autentico, perché non è né ricco né povero (r. 4). E soprattutto riesce a mantenersi libero, perché né l'ambizione né l'avidità arrivano a possedere il suo animo e a ridurlo in schiavitù. Un esempio di aurea mediocritas oraziana? No, probabilmente si tratta di altro: un modello di equilibrio nell'equidistanza dai sistemi del potere come dalle brame comuni, che rendono ogni individuo prigioniero, e, allo stesso tempo, l'espressione di un'intelligenza che guarda con buon senso alle cose del mondo, sa rinunciare all'intransigenza degli ideali astratti e adattarsi alle necessità più concrete dell'esistenza.

Le scelte stilistiche

La prosa della Notizia intorno a Didimo Chierico è pacata e armonica. Precisa, leggera, penetrante, ha un andamento tipicamente illuministico, con in più una tendenza dubitativa (E forse, r. 2; Parea, r. 3; non credo, r. 5; sembravami, r. 10; fino al finale sono tutte mie congetture, r. 16), mediante la quale Foscolo manifesta una cautela del tutto simile a quella della sua controfigura ritratta. Così – come del resto accade sempre nella produzione foscoliana – lo stile della Notizia è lo specchio dell'anima del protagonista: alla convulsa e spontanea irregolarità della scrittura di Ortis, riflesso della sua alterazione emotiva, qui subentra una forma paziente, sorvegliata e concisa, più adatta a esprimere lo sguardo distaccato che Didimo imprime su tutto ciò che lo circonda.

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      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Traccia un breve ritratto psicologico e morale di Didimo.

ANALIZZARE

2 Descrivi la sintassi del brano. Prevale la paratassi o l’ipotassi? Con quali mezzi Foscolo la sviluppa, e con quale funzione espressiva?

3 Pareva [...] più disingannato che rinsavito (r. 13). Individua le parole e le espressioni presenti nel brano che si riferiscono a Didimo "disingannato" e quelle che rimandano alla condizione di "rinsavito".

Didimo "disingannato"
Didimo "rinsavito"






INTERPRETARE

4 Spiega il significato della frase non era avido né ambizioso, perciò parea libero (rr. 4-5).

PRODURRE

La tua esperienza
5 Foscolo tratteggia un efficace ritratto psicologico di Didimo. Sul suo esempio, scrivi un testo espositivo di circa 20 righe in cui fornisci la descrizione psicologica e morale di un tuo amico.


I grandi temi di Foscolo

La delusione politica
• l’entusiasmo iniziale per «Bonaparte liberatore» 
• l’impegno concreto: "collaborazione critica" con il regime napoleonico 
• lo scontro fra gli ideali e la cinica realtà del potere 
• il disincanto politico e l’esilio 

L’io lirico
• la tensione autobiografica 
• l’individualismo romantico e il conflitto fra l’"io" e il mondo 
• il rifiuto del realismo: il potere trasfigurante del mito e della fantasia

La serenità neoclassica
• la Grecia classica come ideale di bellezza 
• forma neoclassica e sensibilità romantica 
• valore etico del neoclassicismo: la bellezza come modello di civiltà contro la barbarie contemporanea

Il disincanto ironico
• il distacco dalle passioni giovanili: Didimo Chierico come anti-Ortis 
• un approccio ironico e umoristico alla realtà

I colori della letteratura - volume 2
I colori della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento