I colori della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento – L'autore: Ugo Foscolo

 T5 

Alla sera

Poesie, 1


Composto tra il 1802 e il 1803, ma collocato in posizione di apertura nell’edizione definitiva delle Poesie (1803), il sonetto dedicato alla sera è un’espressione compiuta dell’io lirico foscoliano: riflessivo, meditativo, raccolto, perfettamente intonato al gusto dell’immaginario notturno che si andava diffondendo in Europa proprio in quell’epoca, e che costituisce uno dei segnali più forti dell’espansione della nuova sensibilità romantica.


METRO Sonetto con schema di rime ABAB, ABAB, CDC, DCD.

         Forse perché della fatai quïete
         tu sei l'immago a me sì cara vieni
         o Sera! E quando ti corteggian liete
4      le nubi estive e i zeffiri sereni,

         e quando dal nevoso aere inquïete
         tenebre e lunghe all'universo meni
         sempre scendi invocata, e le secrete
8      vie del mio cor soavemente tieni.

         Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
         che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
11    questo reo tempo, e van con lui le torme

         delle cure onde meco egli si strugge;
         e mentre io guardo la tua pace, dorme
14    quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.

 >> pag. 490 

      Dentro il testo

I contenuti tematici

Solo di fronte ai propri interrogativi, l'individuo contempla il mondo esterno, che può diventare specchio del suo stato d'animo oppure entità separata, opposta e distante. Nel caso del sonetto* Alla sera, è evidente un "accordo segreto" fra il poeta nel suo atteggiamento meditativo e un momento del tempo (il buio che cala sulla Terra). Io lirico e sfondo spazio-temporale si riflettono vicendevolmente in uno dei rari momenti di pace dell'intera poesia foscoliana: una pace relativa e provvisoria, ma l'unica a cui può aspirare lo spirito profondamente inquieto dell'autore. La quïete è infatti la nota caratterizzante del componimento: ai termini del primo verso (fatal quïete) fa riscontro, nel penultimo, la parola pace, secondo una circolarità che unisce l'emozione confessata inizialmente (a me sì cara vieni, v. 2) con la più meditata riflessione finale (Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme / che vanno al nulla eterno, vv. 9-10).

La sera è in tal modo non solo un'immagine della fine (del giorno come della vita) che attende il poeta come ogni mortale, ma anche una promessa di sospensione delle preoccupazioni. Se indica simbolicamente la strada verso il nulla eterno, questa sua dimensione non appare tragica. In contrasto con la tradizione (si pensi a Virgilio e a Petrarca, soprattutto), che registra lo scorrere del tempo come dolore, Foscolo accoglie infatti l'arrivo della sera come dolce e rasserenante, trovando in essa e nel mistero delle tenebre rispondenze al proprio senso di spaesamento e solitudine "cosmica", un silenzio raccolto in cui echeggiano i molti interrogativi insolubili dell'uomo. Il giorno luminoso è quindi reo tempo (v. 11), cioè tormento della ragione; la sera morbida e soffusa è invece il momento della tregua benefica, quando la vita soggettiva dell'io può annullarsi in quella generale della natura.

Proprio da tale immagine si può partire per un'analisi dei diversi motivi presenti nel sonetto, che corrispondono ad altrettanti elementi dell'ispirazione di Foscolo: se la personificazione della sera in veste di dea gentile che scende dal cielo con il suo corteo di venti e nuvole costituisce un evidente richiamo neoclassico, il tono complessivo del sonetto è decisamente preromantico. I poeti notturni inglesi (come Edward Young) e i cantori cimiteriali (come Thomas Gray) si ispiravano spesso ad atmosfere tenebrose e funeree, che qui però trovano un'espressione ingentilita, rasserenata, si direbbe anche rassegnata, se la rassegnazione non fosse un atteggiamento quasi sempre estraneo alla mentalità foscoliana: l'idea materialistica per cui dopo la morte non vi è che il nulla offre un risarcimento spirituale proprio perché promette, insieme alla fine di tutto, la prospettiva della pace.

 >> pag. 491 

Tuttavia, pur nel raccoglimento interiore determinato dalla sera, che induce il poeta a meditare sulla dimensione del tempo e sul parallelo fra il tramonto e la fine dell'esistenza, l'io lirico rivela nell'ultimo verso il riemergere dell'irrequietudine ribelle. L'immagine dello spirto guerrier ch'entro mi rugge (v. 14), placato per un momento dalla prospettiva di un annullamento liberatorio, suggerisce la natura solo momentanea della pausa, alludendo al conflitto di passioni e alla guerra perenne che agita il cuore dell'autore (si noti l'allusività metaforica dell'espressione torme delle cure, vv. 11-12, dove gli affanni patiti sono schierati come soldati armati).

Le scelte stilistiche

La ricerca d'armonia visibile nel sonetto si rispecchia nella sua costruzione, che sembra riflettere lo sforzo, da parte di Foscolo, di dominare la propria emotività in una ordinata struttura formale. Il testo è infatti diviso nettamente in due parti, con due periodi che abbracciano rispettivamente le quartine* e le terzine*: le prime due strofe sono caratterizzate da un ritmo più disteso, in cui prevalgono l'armonia della contemplazione e il tema della sera come momento di pace raggiungibile; le ultime due seguono un ritmo più serrato e incalzante, adatto a esprimere la tempesta interiore che agita il poeta, come si ricava dall'uso frequente dell'enjambement*, che rende palpabile l'incombere del tempo sulle cose umane, e dalla frequenza dei verbi di movimento (Vagar; vanno; fugge; van).

Il riaffiorare delle tensioni dell'anima è infine sottolineato nelle controllate dissonanze finali, quando si accumulano suoni aspri, con la presenza di numerose vocali "scure" e di consonanti (orme; torme; dorme; nulla eterno ecc.): in particolare, nell'ultima terzina, la frequenza allitterante della consonante liquida r (strugge; spirto guerrier; rugge) sembra rimandare ai furiosi tormenti che agitano il cuore dell'autore.

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Fai la parafrasi del sonetto.


2 Quali sono le personificazioni di elementi naturali presenti nel sonetto?


3 I "personaggi" che vengono evocati nel testo sono essenzialmente tre: sei in grado di indicarli?

ANALIZZARE

4 Rintraccia nel testo i termini appartenenti a un registro aulico.


5 Individua gli enjambement presenti nel testo: quali termini mettono in evidenza?


6 Le differenze tra la prima e la seconda parte del sonetto si notano anche a livello lessicale. Quali campi semantici caratterizzano le quartine e le terzine?

INTERPRETARE

7 Perché la Sera è indicata con la maiuscola?


8 Il sonetto si apre, in modo piuttosto inusuale, con l’avverbio Forse: a tuo avviso quale effetto vuole ottenere il poeta?


I colori della letteratura - volume 2
I colori della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento