tutta tremante,3 e trasfondea4 i suoi sospiri nella mia bocca, e il suo cuore palpitava
15 su questo petto: mirandomi co' suoi grandi occhi languenti, mi baciava, e le sue
labbra umide, socchiuse mormoravano su le mie - ahi! che ad un tratto mi si è
staccata dal seno quasi atterrita: chiamò sua sorella e s'alzò correndole incontro.
Io me le sono prostrato,5 e tendeva le braccia come per afferrar le sue vesti – ma
non ho ardito di rattenerla, né richiamarla. La sua virtù – e non tanto la sua virtù,
20 quanto la sua passione, mi sgomentava: sentiva6 e sento rimorso di averla io primo
eccitata nel suo cuore innocente. Ed è rimorso – rimorso di tradimento! Ahi mio
cuore codardo! – Me le sono accostato tremando. – Non posso essere vostra mai!
– e pronunciò queste parole dal cuore profondo e con una occhiata con cui parea
rimproverarsi e compiangermi. Accompagnandola lungo la via, non mi guardò
25 più; né io avea più cuore di dirle parola. Giunta alla ferriata7 del giardino mi prese
di mano la Isabellina8 e lasciandomi: Addio, diss'ella; e rivolgendosi dopo pochi
passi, – addio.
Io rimasi estatico: avrei baciate l'orme de' suoi piedi: pendeva un suo braccio, e
i suoi capelli rilucenti al raggio della Luna svolazzavano mollemente: ma poi, appena
30 appena il lungo viale e la fosca ombra degli alberi mi concedevano di travedere9
le ondeggianti sue vesti che da lontano ancor biancheggiavano; e poiché l'ebbi
perduta, tendeva l'orecchio sperando di udir la sua voce. – E partendo, mi volsi con
le braccia aperte, quasi per consolarmi, all'astro di Venere: era anch'esso sparito.
15 Maggio
Dopo quel bacio io son fatto divino.10 Le mie idee sono più alte e ridenti, il mio
35 aspetto più gajo, il mio cuore più compassionevole.11 Mi pare che tutto s'abbellisca
a' miei sguardi; il lamentar degli augelli,12 e il bisbiglio de' zefiri13 fra le frondi son
oggi più soavi che mai; le piante si fecondano, e i fiori si colorano sotto a' miei
piedi;14 non fuggo più gli uomini, e tutta la Natura mi sembra mia. Il mio ingegno
è tutto bellezza e armonia. Se dovessi scolpire o dipingere la Beltà, io sdegnando15
40 ogni modello terreno la troverei nella mia immaginazione. O Amore! le arti belle
sono tue figlie; tu primo hai guidato su la terra la sacra poesia, solo alimento degli
animali generosi che tramandano dalla solitudine i loro canti sovrumani sino alle
più tarde generazioni, spronandole con le voci e co' pensieri spirati dal cielo ad
altissime imprese: tu raccendi ne' nostri petti la sola virtù utile a' mortali, la Pietà,
45 per cui sorride talvolta il labbro16 dell'infelice condannato ai sospiri: e per te rivive
sempre il piacere fecondatore degli esseri, senza del quale tutto sarebbe caos e
morte. Se tu fuggissi, la Terra diverrebbe ingrata;17 gli animali, nemici fra loro; il
Sole, foco malefico; e il Mondo, pianto, terrore e distruzione universale. Adesso
che l'anima mia risplende di un tuo raggio, io dimentico le mie sventure; io rido
50 delle minacce della fortuna, e rinunzio alle lusinghe dell'avvenire.18 – O Lorenzo!