La delusione politica
Come tanti giovani italiani suoi contemporanei, anche Foscolo vede in Napoleone un eroe liberatore: quando il generale corso, ammantato di un alone mitologico e semidivino neirimmaginazione di molti, arriva in Italia alla guida dell'esercito francese, il poeta imbraccia subito le armi e si arruola volontario nel corpo dei Cacciatori a cavallo. È stata da poco creata la Repubblica cisalpina (1796) e l'anno seguente viene deposto il governo oligarchico veneziano per essere sostituito dalla Repubblica veneta. Foscolo toma nella sua città resa "libera", prendendo parte al governo provvisorio: risalgono a questo periodo le prime poesie, civili e politiche, le odi Ai novelli
repubblicani e A Bonaparte
liberatore.
L'entusiasmo è però destinato a trasformarsi ben presto in disillusione: con il trattato di Campoformio (1797), infatti, Napoleone cede Venezia agli austriaci, tanto che Foscolo lo chiamerà con disprezzo «mercante di popoli». Le grandi speranze di cambiamento cadono dunque dinanzi a una realtà politica dominata dal compromesso e dall'interesse.