I colori della letteratura - volume 2

Il Seicento – L'autore: William Shakespeare

 T3 

Dichiarazioni di amore filiale

Re Lear, atto I, scena I


Riportiamo la scena iniziale di Re Lear, quella della spartizione del regno. Prima di decidere per la divisione del potere tra le sue tre figlie, il sovrano intende assicurarsi del loro affetto.

LEAR Nel frattempo, esporremo1 i nostri più segreti propositi. Datemi quella mappa.
Sappiate, dunque, che abbiamo diviso il nostro regno in tre parti; ed è nostra
ferma intenzione di scuoter dalle nostre vecchie spalle tutte le cure e tutte le faccende
di stato, per affidarle a forze più giovani, nel mentre che noi, liberati dal
5 fardello, ci trascineremo verso la morte. Figliuol nostro di Cornovaglia, e anche
te, non meno caro figliuolo d'Albania,2 è venuta l'ora in cui è nostra inalterabile
volontà di proclamar pubblicamente l'ammontare della dote delle nostre figliuole,
così che fin d'ora possa essere prevenuta qualsiasi ragione per future contese.
I principi di Francia e Borgogna, illustri rivali nell'amore della nostra figliuola più
10 giovane, hanno soggiornato ormai da lungo tempo alla nostra corte per farvi la
loro richiesta d'amore, e debbono pur avere una risposta.3 Ordunque, figliuole
– dal momento che proprio oggi intendiamo spogliarci insieme e del governo, e
d'ogni possedimento territoriale, e d'ogni cura dello stato – quale fra voi diremo
che ci porta affetto maggiore? Rispondetemi, in modo che possiamo estendere la
15 nostra generosità fin là dove la reclamano, a un tempo, e la nascita e il merito.
Goneril, parla tu per prima, che per prima sei nata.
GONERIL Signore, io v'amo più di quanto possa esprimerlo a parole; voi mi siete
più caro e della vista e dello spazio e della libertà, e più di qualsiasi cosa che si
debba valutare rara e preziosa; e insomma non meno della vita, quando si sia in
20 grazia di Dio, in buona salute, e s'abbia bellezza e onore; vi amo più di quanto
un figliuolo non abbia mai amato il proprio padre, o di quanto mai un padre
sentì d'essere amato; di un amore, insomma, tale da rendere povero il respiro
e incapace la parola, e superiore a tutti questi modi così straordinari d'amare.
CORDELIA (a parte) Che potrà mai dir Cordelia? Dovrà amare e tacere.
25 LEAR Di tutto quel che si trova entro questi confini, da questa linea a quest'altra,
con ombrose foreste e fertili campagne, fiumi ricchi d'acque ed estese praterie,
di tutto questo ti rendiamo signora: e sia goduto in perpetuo4 dalla discendenza
tua e d'Albania. E che dice la nostra seconda figliuola, la nostra dilettissima
Regan, sposa a Cornovaglia?
30 REGAN Son fatta dello stesso metallo che la sorella mia, e mi penso di dover esser
valutata quanto lei. E sento nel profondo del mio cuore che le sue parole s'adattano
perfettamente a esprimere anche l'amor mio, non fosse ch'ella rimane un
poco indietro: perch'io mi professo nemica di tutte l'altre gioie che anche il più
delicato affinamento dei sensi riesce a far provare, e so ritrovare la piena felicità
35 soltanto nell'amore da portarsi alla cara altezza vostra.

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CORDELIA (a parte) Che può seguirne, povera Cordelia? Eppure non dovrei preoccuparmi,
sicura come sono che l'amor mio pesa più che la mia lingua.
LEAR A te e alla tua discendenza rimanga per sempre in eredità questo ampio terzo
del nostro bel regno, che per spazio e valore non è da meno che quello assegnato
40 a Goneril. Ed ora a te, mia diletta. Ultima, ma non certo ultima nel nostro affetto,
nel cui amore s'interessano a gara le viti di Francia e il latte di Borgogna.5
Che sai dir tu, per strappar dalle nostre mani un terzo anche più opulento che
quello delle tue sorelle? Parla.
CORDELIA Nulla, mio signore.
45 LEAR Nulla?
CORDELIA Nulla.
LEAR Il nulla verrà fuori dal nulla. Di' ancora qualche cosa.
CORDELIA Infelice ch'io mi sono, non riesco a sollevare il mio cuore tanto alto quanto
la mia bocca:6 amo la maestà vostra per quanto m'obbliga il mio dovere
50 filiale: né più, né meno.
LEAR Ebbene, Cordelia! cerca di correggere qualche poco le tue parole così che tu
non debba danneggiare la tua fortuna!
CORDELIA Mio buon signore, voi mi avete generata, mi avete allevata e mi avete amata:
ed io vi corrispondo di rimando7 con tutti quegli obblighi che si convengono
55 a una figlia, epperò8 vi obbedisco, vi amo, e vi onoro sopra tutti gli altri.
Perché han tolto9 marito le mie sorelle, dal momento che, come dicono esse
stesse, il loro amore è tutto per voi? Quand'io mi sposerò, se mai dovrà accadere,
quell'uomo la cui mano riceverà il pegno della mia fede10 avrà diritto a
toglier con sé metà del mio amore, e metà delle mie cure e dei miei doveri: e
60 certamente non avverrà ch'io mi mariti al modo che le mie sorelle, per serbare
tutt'intero l'amor mio soltanto a mio padre.
LEAR Hai messo davvero il tuo cuore, in quel che hai detto?
CORDELIA Sì, mio buon signore.
LEAR Tanto giovane e tanto, per contro, poco tenera?
65 CORDELIA Tanto giovane, mio signore, quanto sincera.
LEAR E così sia. Abbiti la sincerità per tutta dote! Che, per lo splendore sacro del
sole, per i misteri di Ecate11 e della notte, per l'influsso astrologico delle sfere12
grazie al quale noi esistiamo e cessiamo di esistere, io sconfesso in questo punto
ogni mia cura paterna, ogni vincolo ed ogni affinità di sangue con te, e a partire
70 da questo istante ti terrò per sempre straniera al mio cuore ed a me. Il barbaro 
scita, ovvero colui che sazia la propria fame con la sua stessa progenie,13 potrà 
vantare l'affetto del mio cuore, e potrà trovarvi e compassione e soccorso, quanto
ne troverai tu, che un tempo fosti mia figlia.
KENT14 Mio buon sovrano...

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75 LEAR Zitto, Kent. Non venirti a mettere fra il drago e la sua furia.15 L'amavo sopra ogni
altra cosa, e mi pensavo di affidare il riposo dei miei ultimi giorni alle sue cure
amorose. Vattene via di qui, e sparisci per sempre dalla mia vista. Ch'io possa
ritrovare la mia pace soltanto nella tomba, per quant'è vero che qui tolgo da lei il
cuore e l'affetto di suo padre! Chiamate Francia! Suvvia, non si muove nessuno?
80 Chiamate Borgogna! Cornovaglia e Albania, s'incorpori l'ultimo terzo alle doti
delle mie due figliuole. Vada pure sposa all'orgoglio, ch'ella chiama bensì semplice
schiettezza. Investo voi due, unitamente, di tutta la mia autorità, della mia sovranità
e di tutte le ampie prerogative che s'adunano attorno al capo del re. Durante il
periodo d'un mese, eleggeremo la nostra dimora presso ciascuno di voi, secondo
85 un turno regolare, e riservandoci una scorta di cento cavalieri che dovranno essere
mantenuti da voi. Terremo per noi soltanto il nome di re e tutti gli onori che a quel
nome son dovuti: il comando, le rendite e il disbrigo di tutto il resto, figli diletti,
sia per voi. Ed a conferma di tutto questo, dividete fra voi questa corona.
KENT Nobile Lear, ch'io sempre ebbi a onorare qual mio sovrano, ad amare come
90 un padre, a seguire come un padrone, ed a cui ebbi sempre a rivolgermi come a
un santo protettore nelle mie preci...16
LEAR L'arco è piegato e la corda è tesa: evita lo strale.17
KENT Sia scoccato, invece, pur se la sua punta forcuta debba penetrare nella regione
del mio cuore. Sia pure Kent scortese, quando Lear è matto. Che pretenderesti mai
95 di fare, vecchio? Credi forse che il dovere abbia paura di parlare quando l'autorità
s'inchina all'adulazione? L'onore è piuttosto costretto alla più nuda sincerità,
quando la maestà si mortifica fino alla follia. Richiama indietro la tua sentenza, e
dopo aver pesato le decisioni con miglior discernimento, frena codesta tua orribile
precipitazione. Del mio giudizio, risponda pure la mia vita: sappi dunque che
100 la più giovane tra le tue figliuole non è certo quella che t'ama di meno: né vuoto
è il cuore di quanti, con voce sommessa, non riverberano la menzogna.18
LEAR Kent, per la tua vita, non seguitare!
KENT Ho sempre considerato la mia vita soltanto una posta da rischiare contro i
nemici tuoi: né il perderla mi dà paura, quando ne vada della tua salvezza.
105 LEAR Scompari dalla mia vista!
KENT Cerca di vederci meglio, Lear: e procura ch'io resti ancora il punto della mira
del tuo occhio.
LEAR Ora, per Apollo.
KENT Ora, per Apollo, o re, è invano che tu giuri per i tuoi dèi.
110 LEAR Ahi, vassallo, miscredente! (pone mano alla spada)
ALBANIA E CORNOVAGLIA Diletto signore, fermatevi!
KENT Uccidi dunque il tuo medico e offri invece il tuo onorario al morbo crudele.
Chiedi indietro i tuoi doni, che altrimenti, fintanto che avrò fiato in gola, ti dirò
che mal ne hai disposto.
115 LEAR Odimi, rinnegato! Odimi, per il tuo dovere di suddito! Dal momento che hai
tentato di indurci a rompere i nostri voti – cosa che non abbiamo mai osato
fare prima d'ora – e, con inusitato orgoglio, d'interporti fra la nostra sentenza e
la nostra autorità, le quali cose non può ammetter la nostra natura né il nostro

 >> pag. 160 

grado, ci si avvalga del potere ch'è in nostra mano, e ti si dia quel che meriti. Cinque
120 giorni ti saranno accordati acciò provveda a metterti al riparo delle iatture19
che questo mondo ha in serbo per te: al sesto dì, fa' che tu volga le tue spalle
esecrate20 al nostro regno. Che, se al decimo la tua carcassa esiliata21 si trovi ancora
entro i nostri confini, in quello stesso istante, per te, sarà decretata la morte.
Vattene, e per Giove, questa sentenza non sarà davvero richiamata indietro!
125 KENT Sta bene, o re; addio! Dal momento che vuoi apparire in questa veste, vuol
dire che la libertà non vive più qui, e che al suo luogo alberga l'esilio. (a Cordelia)
Gli dèi ti prendano sotto la loro preziosa protezione, o fanciulla che pensi
secondo rettitudine, e che soprattutto secondo rettitudine hai parlato! (a Goneril 
e a Regan) Possano le vostre azioni dimostrar che le vostre molte parole erano
130 schiette, così che da parole d'amore possano scaturire de' benefici effetti. E così,
o principi, Kent porge a voi tutti il suo saluto: egli manterrà il suo corso usato
anche in nuove contrade. (esce)

      Dentro il testo

I contenuti tematici

Lear ha deciso di dividere il regno fra le tre figlie, in proporzione dell'affetto che ognuna nutre per lui; per questo motivo chiede loro in quale misura gli siano devote. Goneril e Regan ostentano un amore smisurato per il padre, e ottengono ciascuna un terzo del regno. Cordelia, incapace di simili, interessate manifestazioni di affetto, risponde invece di amare il padre nel solo modo in cui il suo dovere richiede. Il vecchio re, adiratosi, divide allora tra le due sorelle maggiori anche la parte di regno che sarebbe spettata a lei. A campeggiare nella scena è proprio Cordelia: modesta, sincera e non disposta a calcoli meschini, la sua figura contrasta apertamente con quella delle sorelle, avide di dominio e di ricchezza. La figlia più giovane di Lear non ha dubbi circa i suoi autentici sentimenti verso il padre (Eppure non dovrei preoccuparmi, sicura come sono che Ramar mio pesa più che la mia lingua, rr. 36-37), ma non è capace di piegarli a miseri calcoli di potenza.

Re Lear, adirato, non capisce quanto vero e profondo sia l'affetto di Cordelia verso di lui; egli diviene così non solo responsabile dell'infelicità della figlia più giovane, ma anche della propria sventura, manifestandosi drammaticamente incapace a «distinguere tra malvagità e bontà, e cooperante, nella sua colpevole ignoranza, al trionfo del male» (Praz). Invano il conte di Kent cerca di indurre il re a ragionare, difendendo Cordelia e i suoi diritti, e anche al fidato consigliere la sincerità procura una grave punizione: il bando dal regno. In Lear, dunque, alla cecità di padre corrisponde la cecità di sovrano, che non sa apprezzare la lealtà di un suo consigliere fedele, l'unico che ha il coraggio di criticare la sua decisione per amore non solo della verità, ma anche della stabilità del trono. Quello di Lear è insomma un potere miope, autoritario e autoreferenziale, incapace di tollerare le critiche e perciò destinato a distruggere sé stesso: la sua orgogliosa presunzione si esprime qui come mancanza di assennatezza e di senso della misura.

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Le scelte stilistiche

I registri stilistici sono attentamente commisurati al ruolo sociale e alla psicologia dei personaggi, contribuendo in modo determinante alla loro caratterizzazione. Il sovrano, sicuro di sé e della propria dignità regale, impiega un registro formale e solenne con il ricorso al plurale maiestatis (esporremo, r. 1; abbiamo diviso, r. 2). Goneril e Regan si esprimono invece in modo enfatico e iperbolico, giungendo a utilizzare formule che ricordano quelle di certa lirica amorosa (voi mi siete più caro e della vista e dello spazio e della libertà, e più di qualsiasi cosa che si debba valutare rara e preziosa, rr. 17-19; un amore [...] tale da rendere povero il respiro e incapace la parola, rr. 22-23), con un'eloquenza che genera subito sospetti circa la verità dei sentimenti che proclamano. Il linguaggio di Cordelia è semplice e sobrio, e manifesta l'incapacità della giovane figlia – forse per pudore o per timore di non essere capita – di esprimere al padre la profondità del suo affetto (non riesco a sollevare il mio cuore tanto alto quanto la mia bocca, rr. 48-49). Il discorso del fedele vassallo Kent, infine, è acceso, indignato e diretto (Sia pure Kent scortese, quando Lear è matto, r. 95), esprimendo la reazione istintiva all'ingiustizia di cui è testimone.

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Che cos’è il fardello di cui si parla alla r. 5?


2 Che cosa significa la frase Il nulla verrà fuori dal nulla (r. 47)?


3 Con quali argomenti Cordelia prende le distanze da quanto è stato detto dalle sue sorelle?


4 Che cosa vuol dire l’espressione Abbiti la sincerità per tutta dote (r. 66)?


5 In che modo il re interpreta la sincerità di Cordelia?

ANALIZZARE

6 Individua le similitudini e le metafore utilizzate da Goneril e da Regan. Quale effetto provocano all’interno dei loro discorsi?


7 Quali personaggi presenti sulla scena possiamo individuare come aiutanti di re Lear e quali come suoi oppositori?

INTERPRETARE

8 Quella di re Lear è stata letta anche come una tragedia della vecchiaia: la vicenda di un padre anziano che, bisognoso di sentirsi amato dalle figlie, è vittima dell’incapacità di distinguere la sincerità dalla menzogna, giungendo a scambiare la finzione interessata per affetto vero, e a interpretare l’amore sincero, quello che non ha bisogno di ricorrere a lusinghe, come aridità di sentimenti. Ti sembra che questa interpretazione sia condivisibile? Perché? Rispondi facendo riferimento al brano letto.

PRODURRE

La tua esperienza

9 Lear appare come un padre tirannico e incapace di riconsiderare le decisioni prese impulsivamente sotto la spinta dell’ira. Ti è mai capitato di doverti rapportare con qualche forma di autorità (a scuola, in famiglia o in altri ambiti) che abbia agito in un modo simile? Qual è stata la tua reazione? Come si è conclusa la vicenda? Racconta la tua esperienza in un testo espositivo di circa 30 righe.


I grandi temi di Shakespeare

L'amore

• l’amore come passione totalizzante che porta alla rinuncia della propria identità (tragedie)
• l’amore come sentimento lieve e spensierato, fonte di inganni ed equivoci (commedie)
• l’amore in tutte le sue declinazioni, dal tragico al comico (sonetti)

Il potere

• il potere come motore principale delle azioni umane
• residuo del mondo medievale: un potere superiore che governa il destino umano
• mentalità moderna: potere come mezzo per realizzare le pulsioni individuali

I colori della letteratura - volume 2
I colori della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento