Tra scienza e fantascienza

Il secondo Novecento e gli anni Duemila – L'autore: Italo Calvino

Tra scienza e fantascienza

Cresciuto tra agronomi e botanici e lui stesso iscritto, inizialmente, alla facoltà di Agraria, Calvino recupera la tradizione degli studi di famiglia all’inizio degli anni Sessanta, sperimentando la propria idea di un rinnovamento dell’arte attraverso la contaminazione tra letteratura e scienza in un tipo di racconto del tutto inedito, quello “cosmicomico”.

Leggendo, più per passione che per motivi di studio, alcuni testi scientifici (soprattutto di cosmologia, di fisica, di genetica), l’autore racconta di essere stato colpito, di tanto in tanto, da una frase capace di suscitargli un’improvvisa creatività e lo sviluppo di una narrazione spesso paradossale. Le immagini, le situazioni e i personaggi scaturiti dalla fantasia danno così origine ai racconti delle Cosmicomiche (1965), di Ti con zero (1967) e delle Cosmicomiche vecchie e nuove (1984), che raccolgono le due pubblicazioni precedenti. Venati di umorismo e ricchi di trovate surreali, i racconti cosmicomici trattano ipotesi, teorie e argomenti riguardanti la vita dell’universo in una forma leggera e apparentemente strampalata. Mediante l’unione tra i concetti di “cosmico” e “comico”, Calvino coniuga due approcci alla realtà. Con il primo, quello cosmico, egli tenta di ricondurre l’umanità a un rapporto diretto con le cose «grandi ed eccelse», con quella dimensione assoluta, cioè, che pare dimenticata da una società concentrata sull’osservazione dei particolari a discapito dell’universale. Con l’approccio comico, l’autore adotta una strategia (già sperimentata in Marcovaldo) utile a segmentare la Storia dell’universo in episodi, come accade nelle comiche del cinema muto o nelle strisce a fumetti dei comics, in cui, come scrive Calvino stesso, «un pupazzetto emblematico si trova di volta in volta in situazioni sempre diverse che pure seguono uno schema comune».
Inserito in questa visione “cosmocentrica” (anziché antropocentrica), l’essere umano subisce un processo di ridimensionamento, attraverso il quale da una parte si recupera il senso cosmico proprio dell’uomo primitivo, immerso nella natura e nel mondo al pari degli altri esseri viventi; ma dall’altra, grazie all’intervento del comico, si esorcizza una realtà percepita come tragica e penosa.

Non si tratta di racconti fantascientifici, sebbene alcuni critici abbiano tentato di forzare questi testi in tale categoria. Essi sono infatti costruiti secondo prospettive e metodi completamente diversi: mentre la fantascienza parla del futuro, le narrazioni di Calvino volgono lo sguardo a un passato remoto, ricostruendo in chiave comica una sorta di galleria di miti delle origini. Ma soprattutto risulta differente il rapporto tra dati scientifici e invenzione fantastica: se la fantascienza tratta di oggetti e idee a noi lontani come una proiezione ipotetica del nostro presente, mirando a dare una rappresentazione tendenzialmente realistica e credibile del futuro, il racconto cosmicomico rielabora le nostre conoscenze del passato attraverso nuovi occhi, nuove idee, nuove sensibilità, non preoccupandosi della coerenza razionale tra l’una e l’altra teoria; non per nulla il protagonista dei racconti cosmicomici avalla ipotesi cosmologiche contraddittorie o addirittura opposte tra loro.

Del protagonista e voce narrante non si sa quasi nulla, tranne che ha più o meno l’età dell’universo e che di esso conosce ogni luogo e ogni tempo; non a caso porta un nome, Qfwfq, palindromo, quasi a simboleggiare l’atemporalità e l’aspazialità che lo contraddistinguono. Secondo Calvino, non è neppure un personaggio vero e proprio, ma piuttosto «un punto di vista, un occhio (o un ammicco) umano proiettato sulla realtà d’un mondo che pare sempre più refrattario alla parola e all’immagine». La sua importanza non sta nel compiere azioni, quanto nel ricordare la storia dell’universo, nell’essere la «memoria del mondo» (come recita il titolo di una cosmicomica del 1967).

Al cuore della letteratura - volume 6
Al cuore della letteratura - volume 6
Dal Novecento a oggi