Emilio aveva la febbre, e quelli del Monastero31 m’accesero il lume, ma la vecchia
mi disse: «Va’, e di’ ai tuoi che un’altra volta veniamo noi da voi col lume spento, e
lo zolfino dovrete mettercelo voi».
Nostro padre vendette mezza la riva da legna e anche quel prato che avevamo
75 lungo Belbo, ma il denaro di quelle vendite non ci fece pro,32 andò quasi tutto a
pagare le taglie33 e a far star bravi i Canonica che non ci togliessero il credito alla
censa. È allora che i nostri s’indebitarono con la vecchia maestra Fresia di quelle
cento lire che hanno poi scritto il destino di mio fratello Emilio.34
Per chiedere la grazia di poter tirar su testa, un anno nostra madre andò pellegrina
80 al santuario della Madonna del Deserto, che è lontano da noi, sopra un
monte dietro il quale si può dire che c’è subito il mare. Mi ricordo come adesso.
Era un po’ che noi, alzata la schiena, guardavamo la processione delle donne sulla
strada di Mombarcaro,35 quando esce di casa nostra madre, vestita da chiesa, e
con un fagottino di roba mangiativa.36 Nostro padre le uscì appresso e le gridava:
85 «Vecchia bagascia, non mi vai mica via con quello stroppo di pelandracce37?». Lei si
voltò, ma senza fermarsi e solo per guardarlo negli occhi. E lui sempre dietro, con
un principio di corsa come per assicurarsi d’acchiapparla. E nel mentre le diceva:
«Mi torni indietro fra chissà quanti giorni, con tutti i piedi gonfi e tutto il corpo
stracco che per una settimana non mi puoi più servire». Allora lei si fermò e gli
90 disse: «Lasciami andare, Braida.38 Sono sette anni che non esco da questa casa.
Lasciami andare, che è per la mia anima».
«L’anima vola!» le gridò lui in faccia, ma poi le disse: «Donna con del buon
tempo.
39 Hai almeno lasciato preparato?».
Poté partire, e dopo un po’ la vedemmo mischiarsi alla processione. Aveva un
95 buon passo e presto fu tra le prime, e non solo dal passo si vedeva che aveva buona
intenzione, ma anche perché non si voltava e non cercava compagne, mentre tutte
le altre andavano come per divertimento. Tornò di notte, dopo quattro giorni, e la
mattina si levò alla sua ora di sempre e fece il suo lavoro di tutti i giorni. Ma non
giovò, Dio non fu mai con noi.
100 Poi il re chiamò Stefano a soldato, andò alla leva e tirò un numero basso.40
Nostro padre bestemmiò, nostra madre pianse, ma Stefano lui era contento: lo
sentii quella sera, che io ero in pastura41 vicino a dove lui tutto nudo si lavava in
Belbo, gridare d’allegria, ma dei gridi selvaggi che misero paura a me e alle pecore.
Basta, stette a casa ancora due mesi, se ne andava al sabato coi suoi soci coscritti
105 a fare il giro delle osterie della nostra langa e tornava solo nella notte del lunedì,
ubriaco che dovevamo sbatterlo nella stalla. E poi partì, una notte che noialtri due
non fummo neanche svegliati.
Ci scriveva, e leggevamo che era in artiglieria e a Oneglia.42 Di questa città io
non sapevo altro che era in riva al mare, avrei aspettato che venisse in licenza per
110 domandargli qualche cosa sul mare. Ma Stefano in licenza non veniva, mandò solo