Al cuore della letteratura - volume 6

Il primo Novecento – L'opera: Il canzoniere

 T7 

Mio padre è stato per me «l’assassino»

Questo sonetto è il terzo dei quindici che compongono la sezione intitolata Autobiografia (1924), in cui il poeta rievoca momenti e persone della propria vita. Qui campeggia la figura del padre, che Saba conobbe soltanto all’età di ventidue anni.


METRO Sonetto.

        Mio padre è stato per me «l’assassino»,
        fino ai vent’anni che l’ho conosciuto.
        Allora ho visto ch’egli era un bambino,
4     e che il dono ch’io ho da lui l’ho avuto.

        Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
        un sorriso, in miseria, dolce e astuto.
        Andò sempre pel mondo pellegrino;

8     più d’una donna l’ha amato e pasciuto.
        Egli era gaio e leggero; mia madre
        tutti sentiva della vita i pesi.
11   Di mano ei gli sfuggì come un pallone.

        «Non somigliare – ammoniva – a tuo padre».
        Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
14   Eran due razze in antica tenzone.

      Dentro il testo

I contenuti tematici

La madre di Saba ha trasmesso al figlio il risentimento nutrito nei confronti del marito (che l’aveva abbandonata quando ancora aspettava il bambino). L’astio provato dal giovane Saba verso il padre, tuttavia, si stempera quando, ormai adulto, incontra il genitore. Più che malvagio, il padre gli appare incostante, incapace di assoggettarsi a vincoli familiari o morali. Egli è colpito dalla sua ingenuità (bambino, v. 3) e pensa di aver ereditato da lui l’anima infantile che, nella sua visione, coincide con il dono della poesia ( il dono ch’io ho, v. 4).

 >> pag. 537 

Nelle due quartine il poeta sviluppa un ritratto fisico (lo sguardo azzurrino, v. 5) e soprattutto morale del padre, il cui temperamento viene confrontato poi, nelle due terzine, con quello della madre: al sorriso (v. 6), all’allegria e alla spensieratezza (gaio e leggero, v. 9) di lui si contrappone la visione cupa e seriosa della vita che è propria di lei (tutti sentiva della vita i pesi, v. 10).
Nell’ultima terzina Saba individua le radici del conflitto tra i genitori nella diversità delle loro razze (v. 14). Il poeta si riferisce non tanto alle diverse origini etniche dei genitori (indicate comunemente, al tempo di Saba, con il termine “razza”), quanto alla loro profonda diversità caratteriale, che dà luogo a due visioni della vita così radicalmente distanti da configurare due tipi umani inconciliabili.

L’incontro con il padre fa rivivere in Saba la frattura interiore – che gli psicanalisti chiamano “scissione nevrotica” – dovuta ai due opposti modelli incarnati dai genitori. L’autore si sente «lacerato tra la condanna materna e la simpatia istintiva per un uomo irrequieto e instabile come lui. Il padre, infatti, rappresenta per Saba l’ingenuità, l’allegria, la trasgressione, cioè il principio di piacere; la madre propone invece la consapevolezza, la mestizia, la severità, l’autorità, cioè il principio di realtà» (Mattei). Principio di piacere e principio di realtà sono categorie freudiane che esprimono bene il conflitto sperimentato da Saba nel suo vissuto interiore: da un lato egli vorrebbe seguire l’attraente modello paterno, dall’altro prova un senso di colpa verso la madre, che ha molto sofferto a causa del comportamento del marito. Il processo di interiorizzazione di questo dissidio è ben descritto nella terzina finale: l’ammonimento della madre («Non somigliare […] a tuo padre», v. 12) si trasferisce più tardi (v. 13) nella psiche del poeta, dove si svolge appunto la tenzone (v. 14) tra le due forze opposte.

Le scelte stilistiche

La contrapposizione tra i genitori è resa anche attraverso la scelta delle espressioni e delle immagini a loro riferite: al v. 11 la similitudine* del pallone (un pallone da gioco o forse un palloncino che vola nel cielo) allude alla leggerezza e all’allegria del padre, alla sua incostanza; al contrario, la metafora* dei pesi (v. 10) restituisce l’idea della fatica costantemente sentita dalla madre e della sua sofferta concezione dell’esistenza.
Anche le scelte metriche contribuiscono a evidenziare i contrasti: la rima* assassino : bambino (vv. 1-3) sottolinea i due diversi giudizi – della madre e del figlio – sull’uomo, mentre la rima madre : padre (vv. 9-12) giustappone in estrema sintesi le due figure.

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Proponi una parafrasi del componimento.


2 Quali elementi il poeta ritiene di avere in comune con il padre?


ANALIZZARE

3 Riporta lo schema delle rime.


4 Quale effetto espressivo sortisce l’inversione del v. 10 (tutti sentiva della vita i pesi)?


INTERPRETARE

5 Qual è complessivamente l’atteggiamento di Saba nei confronti del padre, che lo ha abbandonato ancora prima che nascesse?


6 Che cosa ci dice il v. 11 (Di mano ei gli sfuggì come un pallone) a proposito del rapporto fra la madre e il padre dell’autore?


Al cuore della letteratura - volume 6
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Dal Novecento a oggi