4 - I testi

Il primo Novecento – L'opera: Il canzoniere

4 I testi

Temi e motivi dei brani antologizzati
T3 A mia moglie • la celebrazione della moglie attraverso il paragone con le qualità delle femmine degli animali
• «poesia onesta»: ha l’apparente facilità sostenuta da un’attenta elaborazione stilistica e formale
• compresenza di lessico quotidiano e letterario
• la dimensione della preghiera: i «sereni animali» avvicinano a Dio
T4 La capra • il dolore universale
• il «viso semita» della capra, umanizzato dalla sofferenza
• la solennità del tono, pur nella scarna essenzialità del dettato
T5 Città vecchia • il rapporto simbiotico del poeta con la propria città
• il senso di comunione con l’umanità reietta, vitale e sofferente della città vecchia
• la rappresentazione realistica delle persone e dei luoghi
• la compresenza di alto e basso: «l’infinito nell’umiltà»
T6 Ritratto della mia bambina • la descrizione della figlia costruita per dissolvenze
• i motivi della leggerezza e della luminosità
T7 Mio padre è stato per me «l’assassino» • la contrapposizione padre/madre
• la “scissione nevrotica” del poeta tra principio di piacere e principio di realtà
T8 Tredicesima partita • l’attitudine “popolare”
• la visione epica ed eroica dello sport
T9 Teatro degli Artigianelli • l’impegno civile
• le speranze della Liberazione
• il ricordo dei lutti e delle distruzioni

 T3 

A mia moglie

Questo componimento, tratto dalla sezione Casa e campagna (1909-1910), è una sorta di manifesto della «poesia onesta» propugnata da Saba: una poesia che aderisce alla concreta realtà della vita, senza preziosismi e orpelli stilistici. Con termini di paragone legati a uno scenario domestico e attraverso toni di voluta ingenuità, l’autore intesse un singolare elogio dell’amata moglie Lina.


METRO Strofe diseguali di settenari, endecasillabi e quinari liberamente rimati.

        Tu sei come una giovane,
        una bianca pollastra.
        Le si arruffano al vento
        le piume, il collo china
5     per bere, e in terra raspa;
        ma, nell’andare, ha il lento
        tuo passo di regina,
        ed incede sull’erba
        pettoruta e superba.
10   È migliore del maschio.
        È come sono tutte
        le femmine di tutti
        i sereni animali
        che avvicinano a Dio.
15   Così, se l’occhio, se il giudizio mio
        non m’inganna, fra queste hai le tue uguali,
        e in nessun’altra donna.
        Quando la sera assonna

 >> pag. 527 

        le gallinelle,
20   mettono voci che ricordan quelle,
        dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
        ti quereli, e non sai
        che la tua voce ha la soave e triste
        musica dei pollai.

25   Tu sei come una gravida
        giovenca;
        libera ancora e senza
        gravezza, anzi festosa;
        che, se la lisci, il collo
30   volge, ove tinge un rosa
        tenero la sua carne.
        Se l’incontri e muggire
        l’odi, tanto è quel suono
        lamentoso, che l’erba
35   strappi, per farle un dono.
        È così che il mio dono
        t’offro quando sei triste.

        Tu sei come una lunga
        cagna, che sempre tanta
40   dolcezza ha negli occhi,
        e ferocia nel cuore.
        Ai tuoi piedi una santa
        sembra, che d’un fervore
        indomabile arda,
45   e così ti riguarda
        come il suo Dio e Signore.
        Quando in casa o per via
        segue, a chi solo tenti
        avvicinarsi, i denti
50   candidissimi scopre.
        Ed il suo amore soffre
        di gelosia.

        Tu sei come la pavida
        coniglia. Entro l’angusta
55   gabbia ritta al vederti
        s’alza,
        e verso te gli orecchi
        alti protende e fermi;
        che la crusca e i radicchi
60   tu le porti, di cui
        priva in sé si rannicchia,
        cerca gli angoli bui.
        Chi potrebbe quel cibo
        ritoglierle? chi il pelo
65   che si strappa di dosso,
        per aggiungerlo al nido
        dove poi partorire?
        Chi mai farti soffrire?

        Tu sei come la rondine
70   che torna in primavera.
        Ma in autunno riparte;
        e tu non hai quest’arte.
        Tu questo hai della rondine:
        le movenze leggere;
75   questo che a me, che mi sentiva ed era
        vecchio, annunciavi un’altra primavera.

        Tu sei come la provvida
        formica. Di lei, quando
        escono alla campagna,
80   parla al bimbo la nonna
        che l’accompagna.
        E così nella pecchia
        ti ritrovo, ed in tutte
        le femmine di tutti
85   i sereni animali
        che avvicinano a Dio;
        e in nessun’altra donna.

Al cuore della letteratura - volume 6
Al cuore della letteratura - volume 6
Dal Novecento a oggi