La parola poetica
Il ruolo del poeta, secondo Luzi, è assimilabile metaforicamente a quello dello «scriba», cioè colui che trascrive parole altrui compiendo soltanto una funzione meccanica, senza autorità né spirito di iniziativa. Ciò non significa che si tratti di un compito da poco; al contrario, egli avverte tutta la complessità dell’operazione, come attesta in una lirica (contenuta nella raccolta Al fuoco della controversia, 1978) senza titolo e posta tra parentesi – quasi fosse una riflessione ad alta voce, frutto di un abbandono al dubbio – in cui si chiede se la difficoltà di raccontare il presente sia conseguenza della propria incapacità o di un’oggettiva indecifrabilità dei tempi: «(Scarso lo scriba? distratto? anchilosato nell’arto? / vinto come all’ultimo suo ciascun artista / lui pure? o inenarrabile questo tempo? / questo tempo non ha lingua, non ha argomento?)».