La critica alla modernità
L’avversione di Carducci nei confronti del Romanticismo nasce dalla sua concezione della
letteratura come prodotto del genio nazionale, vale a dire come attività legata non esclusivamente a istanze soggettive e individuali, ma a situazioni concrete e a vicende storiche e collettive.
Se da una parte egli esprime nei suoi versi l’ondeggiare dei propri sentimenti, il desiderio di evasione, il culto di un’arte di disinteressata bellezza, la necessità di una poesia pura e perfino contemplativa (molti critici hanno parlato, a tale proposito, di un parnassianesimo
► carducciano), dall’altra egli non manca mai di avvertire la realtà nelle sue esigenze più materiali e immediate, perfino contingenti, legate cioè a pulsioni effimere e a vicende di stretta attualità (molte sue poesie sono ispirate da motivi occasionali, tratti perfino dalla cronaca politica, sociale e di costume).