Al cuore della letteratura - volume 5

Il secondo Ottocento – L'opera: Alcyone

 T13 

I pastori


La lirica, la cui data di composizione è ignota, fa parte dell’ultima sezione di Alcyone, intitolata Sogni di terre lontane: sette testi ambientati nella malinconica fase di trapasso tra la fine dell’estate e l’arrivo dell’autunno.


METRO 4 strofe di 5 endecasillabi ciascuna; in ogni strofa 2 versi sono in rima (il primo e il terzo nella prima, il secondo e il quarto nelle altre), 2 sono liberi e l’ultimo rima con il primo della strofa successiva. Il verso di chiusura, isolato, rima con l’ultimo della strofa precedente.

        Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
        Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
        lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
        scendono all’Adriatico selvaggio
5     che verde è come i pascoli dei monti.

        Han bevuto profondamente ai fonti
        alpestri, che sapor d’acqua natìa
        rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
        che lungo illuda la lor sete in via.
10   Rinnovato hanno verga d’avellano.

        E vanno pel tratturo antico al piano,
        quasi per un erbal fiume silente,
        su le vestigia degli antichi padri.
        O voce di colui che primamente
15   conosce il tremolar della marina!

        Ora lungh’esso il litoral cammina
        la greggia. Senza mutamento è l’aria.
        Il sole imbionda sì la viva lana
        che quasi dalla sabbia non divaria.
20   Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.

        Ah perché non son io co’ miei pastori?

 >> pag. 544 

      Dentro il testo

I contenuti tematici

L’estate si sta ormai spegnendo e il poeta, lontano dalla sua terra, evoca con nostalgia l’immagine dei pastori che scendono con il loro gregge dai pascoli dell’Appennino abruzzese per svernare in pianura. Accompagnandoli con il pensiero nell’antico e immutabile rito della transumanza, egli vorrebbe essere in mezzo a loro e condividere quel senso di pace e di semplicità che invece gli è (e si è) negato per sempre. Il corso della sua esistenza, vissuta nel vortice febbrile della mondanità, ha reso infatti impossibile quest’aspirazione: il desiderio di rifugiarsi nei valori di un tempo e di un mondo puri e arcaici può essere soltanto un vagheggiamento della fantasia, un rimpianto: Ah perché non son io co’ miei pastori? (v. 21).

Abbandonato, dunque, il vitalismo panico di gran parte delle poesie di Alcyone, d’Annunzio esprime qui l’esigenza di un ritorno alle origini. La vita dei pastori, che chiama miei come fratelli spirituali, è incisa nella sua memoria quale modello di un’esistenza incorrotta, che segue l’alternarsi delle stagioni, in una comunione elementare e profonda con la natura. La ripetitività dei gesti e la solenne ciclicità delle azioni rendono una tale esistenza per certi versi “mitica”, sempre uguale di generazione in generazione, al di fuori del tempo e della storia.

Le scelte stilistiche

L’atmosfera sommessa e nostalgica viene creata da d’Annunzio con uno stile di grande essenzialità, pacato, semplice nel lessico, lontano dall’affettazione tipica della tradizione arcadica e bucolica. Il poeta rende in questo modo, con un ritmo lento e scandito da grandi pause, la solenne ritualità del viaggio dei pastori.
Nelle prime due strofe l’andamento è narrativo e il periodo si sviluppa con due proposizioni di quattro versi; nella terza il ritmo accelera con periodi di tre e due versi; nell’ultima strofa troviamo tocchi rapidi e impressionistici, che terminano con un verso isolato. Quest’ultimo – una struggente domanda retorica – chiude la struttura circolare della lirica, con l’espressione, da parte del poeta, del suo rammarico, che si collega al desiderio di condivisione espresso nel primo verso del componimento.

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Fai la parafrasi del testo.


2 Disponi nell’ordine corretto le diverse sequenze, corrispondenti alle singole strofe:

  •        I pastori seguono il corso dei tratturi fin quando uno di essi scorge il mare.
  •        L’arrivo di settembre suscita nel poeta la memoria della sua terra e della sua gente.
  •        Il poeta segue con il pensiero il cammino delle greggi e ne rievoca i rumori.
  •        Vengono rievocati i preparativi per la partenza dei pastori.

3 Qual è lo stato d’animo del poeta al termine dell’estate?

ANALIZZARE

4 Quali termini ed espressioni sottolineano il carattere rituale delle azioni dei pastori, apprese dalle generazioni precedenti?

INTERPRETARE

5 Ti sembra che la rappresentazione delle scene rientri nel canone realista o verista? Motiva la tua risposta.

PRODURRE

6 Il poeta amante del lusso e della modernità si trasforma qui nel nostalgico cantore di un mondo arcaico e pastorale. Sulla base di ciò che finora hai studiato, rifletti su come possano convivere in d’Annunzio due anime così apparentemente diverse. Scrivi un testo argomentativo di circa 15 righe.


Al cuore della letteratura - volume 5
Al cuore della letteratura - volume 5
Il secondo Ottocento