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Il gelsomino notturno
Canti di Castelvecchio
Composta in soli tre giorni, tra il 16 e il 19 luglio del 1901, questa poesia appartiene a un sottogenere lirico che i greci chiamavano epitalamio: una sorta di “serenata” cantata presso la stanza nuziale la sera del matrimonio. Il componimento nasce infatti da un motivo occasionale, le nozze di un amico del poeta, Gabriele Briganti, e reca la seguente dedica: «A me pensi Gabriele Briganti risentendo l’odor del fiore che olezza nell’ombra e nel silenzio: l’odore del “gelsomino notturno”. In quelle ore gli sbocciò un fiorellino […] voglio dire, gli nacque Dante Gabriele Giovanni». Queste parole sono un’utile traccia per comprendere il senso profondo della lirica, nella quale la consueta trama di significati simbolici e allusivi rimanda alla realtà di un atto d’amore da cui nasce una nuova vita.
METRO Sei quartine di novenari a rima alternata (ABAB, CDCD ecc.). Il verso 21 è sdrucciolo (la rima è peta[li]/segreta).