Caro Farina, eccoti non un racconto ma l’abbozzo di un racconto. Esso almeno
avrà il merito di esser brevissimo, e di esser storico – un documento umano, come
dicono oggi;1 interessante forse per te, e per tutti coloro che studiano nel gran libro
del cuore. Io te lo ripeterò così come l’ho raccolto pei viottoli dei campi, press’a
5 poco colle medesime parole semplici e pittoresche della narrazione popolare, e tu
veramente preferirai di trovarti faccia a faccia col fatto nudo e schietto, senza stare
a cercarlo fra le linee del libro, attraverso la lente2 dello scrittore. Il semplice fatto
umano farà pensare sempre; avrà sempre l’efficacia dell’essere stato, delle lagrime
vere, delle febbri3 e delle sensazioni che sono passate per la carne; il misterioso
10 processo per cui le passioni si annodano, si intrecciano, maturano, si svolgono nel
loro cammino sotterraneo nei loro andirivieni che spesso sembrano contradditori,
costituirà per lungo tempo ancora la possente attrattiva di quel fenomeno psicologico
che dicesi4 l’argomento di un racconto, e che l’analisi moderna si studia5 di
seguire con scrupolo scientifico. Di questo che ti narro oggi ti dirò soltanto il punto
15 di partenza e quello d’arrivo, e per te basterà, e un giorno forse basterà per tutti.
Noi rifacciamo il processo artistico al quale dobbiamo tanti monumenti6 gloriosi,
con metodo diverso, più minuzioso e più intimo; sacrifichiamo volentieri
l’effetto della catastrofe, del risultato psicologico, intravvisto con intuizione quasi
divina dai grandi artisti del passato, allo sviluppo logico, necessario di esso, ridotto7
20 meno imprevisto, meno drammatico, ma non meno fatale; siamo più modesti,
se non più umili; ma le conquiste che facciamo delle verità psicologiche non saranno
un fatto meno utile all’arte dell’avvenire. Si arriverà mai a tal perfezionamento
nello studio delle passioni, che diventerà inutile il proseguire in cotesto studio
dell’uomo interiore? La scienza del cuore umano, che sarà il frutto della nuova arte,
25 svilupperà talmente e così generalmente tutte le risorse dell’immaginazione che
nell’avvenire i soli romanzi che si scriveranno saranno i fatti diversi?
Intanto io credo che il trionfo del romanzo, la più completa e la più umana
delle opere d’arte, si raggiungerà allorché l’affinità e la coesione di ogni sua parte
sarà così completa che il processo della creazione rimarrà un mistero, come lo
30 svolgersi delle passioni umane; e che l’armonia delle sue forme sarà così perfetta,
la sincerità della sua realtà così evidente, il suo modo e la sua ragione di essere così
necessarie, che la mano dell’artista rimarrà assolutamente invisibile, e il romanzo
avrà l’impronta dell’avvenimento reale, e l’opera d’arte sembrerà essersi fatta da sé,
aver maturato ed esser sorta spontanea come un fatto naturale, senza serbare alcun