Al cuore della letteratura - volume 3

Il Settecento – L'autore: Vittorio Alfieri

 T1 

La morte di Saul

Saul, atto V, scene III-V


Siamo alle battute finali della tragedia. Mentre l’esercito di Israele combatte contro i Filistei, a Saul appaiono i fantasmi del profeta Samuele e del sacerdote Achimelech, che gli predicono l’imminenza della fine. Il re tenta invano di placarli, finché il generale Abner gli annuncia la sconfitta dei suoi soldati e la morte dei suoi figli maschi. È a questo punto che Saul riacquista per un attimo la lucidità perduta: affidata la figlia Micol ad Abner, affinché la ricongiunga al marito David, rifiuta di fuggire e si dà eroicamente la morte.


METRO Endecasillabi sciolti.

SCENA III
Saul, Micol.
SAUL Ombra adirata, e tremenda, deh! cessa:
lasciami, deh!… Vedi: a’ tuoi piè mi prostro…
Ahi! dove fuggo?… – Ove mi ascondo? O fera
120 ombra terribil, plàcati… Ma è sorda
ai miei preghi; e m’incalza?… Apriti, o terra,
vivo m’inghiotti… Ah! pur che il truce sguardo
non mi saetti della orribil ombra…
MICOL Da chi fuggir? Niun ti persegue. O padre,
125 me tu non vedi? Me più non conosci?
SAUL O sommo, o santo sacerdote, or vuoi
ch’io qui mi arresti? O Samuél, già vero
padre mio, tu l’imponi? ecco, mi atterro
al tuo sovran comando. A questo capo
130 già di tua man tu la corona hai cinta;
tu il fregiasti; ogni fregio or tu gli spoglia;
calcalo or tu. Ma… la infuocata spada
d’Iddio tremenda, che già già mi veggo
pender sul ciglio,… o tu che il puoi, la svolgi
135 non da me, no, ma da’ miei figli. I figli,
del mio fallir sono innocenti…

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MICOL O stato,
cui non fu il pari mai! – Dal ver disgiunto,
padre, è il tuo sguardo: a me ti volgi…
SAUL Oh gioja!…
Pace hai sul volto? O fero veglio, alquanto
140 miei preghi accetti? io da’ tuoi piè non sorgo,
se tu i miei figli alla crudel vendetta
pria non togli. – Che parli?… Oh voce! «T’era
David pur figlio; e il perseguisti, e morto
pur lo volevi». Oh! che mi apponi?… Arresta…
145 sospendi or, deh!… Davidde ov’è? si cerchi:
ei rieda; a posta sua mi uccida, e regni:
sol che a’ miei figli usi pietade, ei regni… –
Ma, inesorabil stai? Di sangue hai l’occhio;
foco il brando e la man; dalle ampie nari
150 torbida fiamma spiri, e in me l’avventi…
Già tocco m’ha; già m’arde: ahi! dove fuggo?…
Per questa parte io scamperò.
MICOL Né fia,
ch’io rattener ti possa, né ritrarti
al vero? Ah! m’odi: or sei…
SAUL Ma no; che il passo
155 di là mi serra un gran fiume di sangue.
Oh vista atroce! sovra ambe le rive,
di recenti cadaveri gran fasci
ammonticati stanno: ah! tutto è morte
colà: qui dunque io fuggirò… Che veggo?
160 Chi sete or voi? – D’Achimeléch siam figli.
«Achimeléch son io. Muori, Saulle,
muori». – Quai grida? Ah! lo ravviso: ei gronda
di fresco sangue, e il mio sangue ei si beve.
Ma chi da tergo, oh! chi pel crin mi afferra?
165 Tu, Samuél? – Che disse? Che in brev’ora
seco tutti saremo? Io solo, io solo

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teco sarò; ma i figli… – Ove son io? –
Tutte spariro ad un istante l’ombre.
Che dissi? Ove son io? Che fo? Chi sei?
170 Qual fragor odo? Ah! di battaglia parmi:
pur non aggiorna ancor: sì, di battaglia
fragore egli è. L’elmo, lo scudo, l’asta,
tosto or via, mi si rechi: or tosto l’arme,
l’arme del re. Morir vogl’io, ma in campo.
175 MICOL Padre, che fai? Ti acqueta… Alla tua figlia…
SAUL L’armi vogl’io; che figlia? Or, mi obbedisci.
L’asta, l’elmo, lo scudo; ecco i miei figli.
MICOL Io non ti lascio, ah! no…
SAUL Squillan più forte
le trombe? Ivi si vada: a me il mio brando
180 basta solo. – Tu, scostati, mi lascia;
obbedisci. Là corro: ivi si alberga
morte, ch’io cerco.

SCENA IV
Saul, Micol, Abner con pochi soldati fuggitivi.
ABNER Oh re infelice!… Or dove,
deh! dove corri? Orribil notte è questa.
SAUL Ma, perché la battaglia…?
ABNER Di repente,
185 il nemico ci assale: appien sconfitti
siam noi…
SAUL Sconfitti? E tu, fellon, tu vivi?
ABNER Io? Per salvarti vivo. Or or qui forse
Filiste inonda: il fero impeto primo
forza è schivare: aggiornerà frattanto.
190 Te più all’erta quassù, fra i pochi miei,
trarrò…
SAUL Ch’io viva, ove il mio popol cade?
MICOL Deh! vieni… Oimè! cresce il fragor: s’inoltra…
SAUL Gionata,… e i figli miei,… fuggono anch’essi?
Mi abbandonano?…
ABNER Oh cielo!… I figli tuoi,…
195 no, non fuggiro… Ahi miseri!…
SAUL T’intendo:
morti or cadono tutti…

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MICOL Oimè!… I fratelli?…
ABNER Ah! più figli non hai.
SAUL – Ch’altro mi avanza?…
Tu sola omai, ma non a me, rimani. –
Io da gran tempo in cor già tutto ho fermo:
200 e giunta è l’ora. – Abner, l’estremo è questo
de’ miei comandi. Or la mia figlia scorgi
in securtà.
MICOL No, padre; a te dintorno
mi avvinghierò: contro a donzella il ferro
non vibrerà il nemico.
SAUL Oh figlia!… Or, taci:
205 non far, ch’io pianga. Vinto re non piange.
ABNER, salvala, va: ma, se pur mai
ella cadesse infra nemiche mani,
deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;
tosto di’ lor, ch’ella è di David sposa;
210 rispetteranla. Va; vola…
ABNER S’io nulla
valgo, fia salva, il giuro; ma ad un tempo
te pur…
MICOL Deh!… padre… Io non ti vo’, non voglio
lasciarti…
SAUL Io voglio: e ancora il re son io.
Ma già si appressan l’armi: Abner, deh! vola:
215 teco, anco a forza, s’è mestier, la traggi.
MICOL Padre!… E per sempre?…

SCENA V
SAUL
Oh figli miei… – Fui padre. –
Eccoti solo, o re; non un ti resta
dei tanti amici, o servi tuoi. – Sei paga,
d’inesorabil Dio terribil ira? –
220 Ma, tu mi resti, o brando: all’ultim’uopo,
fido ministro, or vieni. – Ecco già gli urli
dell’insolente vincitor: sul ciglio
già lor fiaccole ardenti balenarmi
veggo, e le spade a mille… – Empia Filiste,
225 me troverai, ma almen da re, qui…* morto. –


* Nell’atto ch’ei cade trafitto su la propria spada, soprarrivano in folla i Filistei vittoriosi con fiaccole
incendiarie e brandi insanguinati. Mentre corrono con alte grida verso Saul, cade il sipario.

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Il Seicento e il Settecento