Al cuore della letteratura - volume 3

Il Settecento – L'opera: La bottega del caffè

 T4 

Il lavoro e il denaro

Atto I, scene I-II


L’inizio della commedia presenta subito l’ambiente in cui si svolge la vicenda, delineando i confini della scena e portando in primo piano i fattori essenziali dell’azione: da una parte la bottega del caffè, che attira i clienti con la sua attività onesta, dall’altra la bisca, che li ha riprovevolmente trattenuti per tutta la notte.

SCENA I
Ridolfo, Trappola e altri garzoni.
RIDOLFO Animo, figliuoli,1 portatevi2 bene; siate lesti, e pronti a servir gli avventori,
con civiltà, con proprietà:3 perché tante volte dipende il credito4 d’una bottega
dalla buona maniera di quei che servono.
5 TRAPPOLA Caro signor padrone, per dirvi la verità, questo levarsi5 di buon’ora non è
niente6 fatto per la mia complessione.7
RIDOLFO Eppure bisogna levarsi presto. Bisogna servir tutti. A buon’ora vengono
quelli che hanno da far viaggio, i lavoranti, i barcaruoli,8 i marinai, tutta gente
che si alza di buon mattino.
10 TRAPPOLA È veramente una cosa che fa crepar di ridere, vedere anche i facchini venir
a bevere9 il loro caffè.
RIDOLFO Tutti cercan di fare quello che fanno gli altri. Una volta correva10 l’acquavite,
adesso è in voga il caffè.
TRAPPOLA E quella signora, dove porto il caffè tutte le mattine, quasi sempre mi
15 prega che io le compri quattro soldi di legna,11 e pur12 vuol bevere il suo caffè.
RIDOLFO La gola è un vizio che non finisce mai, ed è quel vizio che cresce sempre
quanto più l’uomo invecchia.
TRAPPOLA Non si vede venir nessuno a bottega; si poteva dormire un’altra oretta.
RIDOLFO Or ora13 verrà della gente; non è poi tanto di buon’ora. Non vedete? Il barbiere
20 è aperto, è in bottega lavorando parrucche.14 Guarda, anche il botteghino
del giuoco15 è aperto.
TRAPPOLA Oh! in quanto poi a questa biscazza, è aperta che è un pezzo. Hanno fatto
nottata.
RIDOLFO Buono! A messer Pandolfo averà16 fruttato bene.
25 TRAPPOLA A quel cane frutta sempre bene; guadagna nelle carte, guadagna negli
scrocchi, guadagna a far di balla coi baratori.17 I denari di chi va là dentro, sono
tutti suoi.
RIDOLFO Non v’innamoraste mai18 di questo guadagno, perché la farina del diavolo
va tutta in crusca.19

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30 TRAPPOLA Quel povero signor Eugenio! Lo ha precipitato.20
RIDOLFO Guardate anche quello,21 che poco giudizio! Ha moglie, una giovane di
garbo, e di proposito,22 e corre dietro a tutte le donne, e poi di più23 giuoca da
disperato.
TRAPPOLA Piccole galanterie della gioventù moderna.
35 RIDOLFO Giuoca con quel24 conte Leandro, e gli25 ha persi sicuri.
TRAPPOLA Oh, quel signor conte, è un bel fior di virtù.
RIDOLFO Oh via, andate a tostare il caffè, per farne una caffettiera di fresco.
TRAPPOLA Vi metto gli avanzi di ieri sera?
RIDOLFO No, fatelo buono.
40 TRAPPOLA Signor padrone, ho poca memoria. Quant’è che avete aperto bottega?
RIDOLFO Lo sapete pure. Saranno incirca otto mesi.
TRAPPOLA È tempo di mutar costume.
RIDOLFO Come sarebbe a dire?
TRAPPOLA Quando si apre una bottega nuova, si fa il caffè perfetto. Dopo sei mesi al
45 più, acqua calda e brodo lungo. (parte)
RIDOLFO È grazioso26 costui; spero che farà bene per la mia bottega, perché in quelle
botteghe dove vi è qualcheduno che sappia fare il buffone, tutti corrono.

SCENA II
Ridolfo e messer Pandolfo dalla bottega del giuoco, strofinandosi gli occhi come assonnato.
RIDOLFO Messer Pandolfo, volete il caffè?
50 PANDOLFO Sì, mi farete piacere.
RIDOLFO Giovani, date il caffè a messer Pandolfo. Sedete, accomodatevi.
PANDOLFO No, no, bisogna che io lo beva presto, e che ritorni al travaglio.27 (un giovane
porta il caffè a Pandolfo
)
RIDOLFO Giocano ancora in bottega?
55 PANDOLFO Si lavora a due telai.28
RIDOLFO Così presto?
PANDOLFO Giocano da ieri in qua.
RIDOLFO A che giuoco?
PANDOLFO A un giuoco innocente: prima e seconda.29
60 RIDOLFO E come va?
PANDOLFO Per me va bene.
RIDOLFO Vi siete divertito anche voi a giuocare?
PANDOLFO Sì, anch’io ho tagliato30 un poco.
RIDOLFO Compatite,31 amico, io non ho da entrare ne’ vostri interessi; ma non istà
65 bene che il padrone della bottega giuochi anche lui; perché se perde, si fa burlare,
e se guadagna, fa sospettare.
PANDOLFO A me basta che non mi burlino; del resto poi, che sospettino quanto vogliono,
non ci penso.

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RIDOLFO Caro amico, siamo vicini, e non vorrei che vi accadessero delle disgrazie.
70 Sapete che per il vostro giuoco siete stato dell’altre volte in cattura.32
PANDOLFO Mi contento di poco. Ho buscati due zecchini, e non ho voluto altro.
RIDOLFO Bravo, pelar la quaglia senza farla gridare.33 A chi gli avete vinti?
PANDOLFO Ad un garzone d’un orefice.
RIDOLFO Male, malissimo; così si dà mano ai giovani, perché rubino34 ai loro
75 padroni.
PANDOLFO Eh! non mi venite a moralizzare.35 Chi è gonzo36 stia a casa sua. Io tengo
giuoco per chi vuol giuocare.
RIDOLFO Tener giuoco stimo il meno;37 ma voi siete preso di mira per giuocator di
vantaggio38 e in questa sorta di cose si fa presto a precipitare.
80 PANDOLFO Io bricconate non ne fo. So giuocare; son fortunato, e per questo vinco.
RIDOLFO Bravo, tirate innanzi così. Il signor Eugenio ha giuocato questa notte?
PANDOLFO Giuoca anche adesso. Non ha cenato, non ha dormito, e ha perso tutti i
denari.
RIDOLFO (Povero giovine!). (da sé) Quanto avrà perduto?
85 PANDOLFO Cento zecchini in contanti; e ora perde sulla parola.
RIDOLFO Con chi giuoca?
PANDOLFO Col signor conte.39
RIDOLFO Con quello sì fatto?40
PANDOLFO Appunto con quello.
90 RIDOLFO E con chi altri?
PANDOLFO Loro due soli; a testa a testa.
RIDOLFO Poveraccio! Sta fresco davvero.
PANDOLFO Che m’importa? A me basta che scozzino delle carte assai.41
RIDOLFO Non terrei giuoco, se42 credessi di farmi ricco.
95 PANDOLFO No? Per qual ragione?
RIDOLFO Mi pare che un galantuomo non debba soffrire43 di vedere assassinar44 la
gente.
PANDOLFO Eh, amico, se sarete così delicato di pelle, farete pochi quattrini.
RIDOLFO Non me ne importa niente. Finora sono stato a servire, e ho fatto il mio
100 debito45 onoratamente. Mi sono avanzato46 quattro soldi, e coll’aiuto del mio
padrone d’allora, ch’era il padre, come sapete, del signor Eugenio, ho aperta
questa bottega, e con questa voglio vivere onestamente, e non voglio far torto
alla mia professione.
PANDOLFO Oh, anche nella vostra professione vi sono de’ bei capi d’opera!47
105 RIDOLFO Ve ne sono in tutte le professioni. Ma da quelli non vanno le persone riguardevoli,48
che vengono alla mia bottega.
PANDOLFO Avete anche voi gli stanzini segreti.49
RIDOLFO È vero; ma non si chiude la porta.

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PANDOLFO Il caffè non potete negarlo a nessuno.
110 RIDOLFO Le chicchere non si macchiano.50
PANDOLFO Eh via! Si serra51 un occhio.
RIDOLFO Non si serra niente; in questa bottega non vien altro che gente onorata.
PANDOLFO Sì, sì, siete principiante.
RIDOLFO Che vorreste dire? (gente dalla bottega del giuoco chiama «carte»)
115 PANDOLFO La servo. (verso la sua bottega)
RIDOLFO Per carità, levate dal tavolino52 quel povero signor Eugenio.
PANDOLFO Per me, che perda anche la camicia, non ci penso. (s’incammina verso la
sua bottega)
RIDOLFO Amico, il caffè ho da notarlo?53
120 PANDOLFO Niente, lo giuocheremo a primiera.54
RIDOLFO Io non son gonzo, amico.
PANDOLFO Via, che serve? Sapete pure che i miei avventori si servono alla vostra bottega.
Mi maraviglio che attendiate55 a queste piccole cose. (s’incammina. Tornano
a chiamare
) La servo. (entra nel giuoco)
125 RIDOLFO Bel mestiere! Vivere sulle disgrazie, sulla rovina della gioventù! Per me
non vi sarà mai pericolo che tenga giuoco. Si principia con i giuochetti, e poi
si termina colla bassetta.56 No, no, caffè, caffè; giacché col caffè si guadagna il
cinquanta per cento, che cosa vogliamo cercar di più?

      Dentro il testo

I contenuti tematici

La commedia si apre con una vivace visione d’insieme, che ricrea il lavorio mattutino delle botteghe mentre si preparano ad accogliere gli avventori. Ogni elemento è parte di un ambiente che pulsa di vita, delineato attraverso ciò che si vede realmente sulla scena (rivolgendosi energicamente ai suoi garzoni, è come se Ridolfo invitasse il pubblico a guardarsi in giro e i lettori a immaginare la situazione) e ciò che i personaggi raccontano: il via vai dei lavoranti, dei barcaioli, dei facchini e della gente che frequenta le botteghe, la consegna del caffè alla signora in ristrettezze, la presenza dei giocatori della bisca.

Ridolfo si caratterizza subito come punto di riferimento di questo ambiente, in qualità di bottegaio avveduto e attento alla propria attività. Si assicura che i garzoni si diano da fare con i clienti e spiega a Trappola che una bottega deve guadagnarsi la fiducia della clientela, per esempio adeguandosi ai suoi orari (A buon’ora vengono quelli che hanno da far viaggio, rr. 7-8).
Dal confronto con lo scansafatiche Trappola e lo spregiudicato Pandolfo emergono il suo orgoglio per il lavoro (egli esige che il caffè sia sempre fresco e buono), l’onestà (voglio vivere onestamente, e non voglio far torto alla mia professione, rr. 102-103), la moderazione nella ricerca del profitto (col caffè si guadagna il cinquanta per cento, che cosa vogliamo cercar di più?, rr. 127-128), l’avversione per il guadagno facile, ottenuto a danno degli altri (Non terrei giuoco, se credessi di farmi ricco, r. 94).

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Le scelte stilistiche

L’interazione avviene dapprima tra Ridolfo e il suo garzone, Trappola, poi tra lo stesso Ridolfo e Pandolfo. Il caffettiere si esprime con numerosi proverbi o espressioni proverbiali (la farina del diavolo va tutta in crusca, rr. 28-29; pelar la quaglia senza farla gridare, r. 72; Le chicchere non si macchiano, r. 110, e così via), a indicare una superiorità morale che si sostanzia però in una saggezza un po’ convenzionale.
Il linguaggio, d’altra parte, rivela il legame dei personaggi con l’ambiente in cui vivono; tutti utilizzano infatti termini gergali propri dell’ambito del gioco d’azzardo e delle carte (prima e seconda, r. 59; anch’io ho tagliato un poco, r. 63; a primiera, r. 120).

Trappola interpreta il ruolo del servo furbo, che nella commedia dell’arte era ricoperto da Zanni; lo stesso Ridolfo lo definisce buffone (r. 47). La comicità deriva dai contenuti ironici delle sue affermazioni (si poteva dormire un’altra oretta, r. 18, dice Trappola proprio dopo che Ridolfo gli ha spiegato l’importanza di farsi trovare pronti di buon mattino), ma anche e soprattutto dal suo modo di esprimersi, che gioca sull’accostamento di termini o espressioni popolari (quel cane, r. 25; a far di balla coi baratori, r. 26) e vocaboli o modi di dire ricercati (complessione, r. 6; è un bel fior di virtù, r. 36; È tempo di mutar costume, r. 42) che, pronunciati da lui, assumono un effetto decisamente comico.

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Descrivi i personaggi di Pandolfo e Ridolfo, mettendone in luce le differenze.


2 Spiega quale messaggio manda Pandolfo a Ridolfo nella battuta alle rr. 122-123: Via, che serve? Sapete pure che i miei avventori si servono alla vostra bottega. Mi maraviglio che attendiate a queste piccole cose.


3 Che cosa intende dire Trappola con le espressioni acqua calda e brodo lungo (r. 45)?

ANALIZZARE

4 Oltre a quelle già segnalate nell’analisi, individua altre espressioni proverbiali presenti nel brano.

INTERPRETARE

5 Che cosa vuole far intendere Pandolfo quando rivolge a Ridolfo le battute Eh! non mi venite a moralizzare (r. 76) e Sì, sì, siete principiante (r. 113)?

PRODURRE

6 Anche al giorno d’oggi sono numerose le vittime della dipendenza dal gioco d’azzardo, che provoca ingenti perdite finanziarie e gravi crisi personali e familiari. Svolgi una ricerca sull’argomento e scrivi un testo argomentativo di circa 30 righe in cui illustri le dimensioni e le caratteristiche del fenomeno, spiegando quali sono le sue cause e quali le possibili soluzioni.


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