Antologia della Divina Commedia

CANTO X Inferno 45 Io ch era d ubidir disideroso, non gliel celai, ma tutto gliel apersi; ond ei levò le ciglia un poco in suso; [43-45] Io, che desideravo obbedirgli, non glielo nascosi (celai), ma glielo rivelai (apersi) completamente (tutto); per cui (ond ) egli (ei) alzò un po le sopracciglia verso l alto (in suso); 48 poi disse: «Fieramente furo avversi a me e a miei primi e a mia parte, sì che per due f ate li dispersi . [46-48] poi disse: «Furono (furo) fieri (Fieramente) nemici (avversi) miei (a me), dei miei avi (a miei primi) e della mia fazione (parte), tanto che per due volte (f ate) li cacciai (dispersi) . 51 «S ei fur cacciati, ei tornar d ogne parte , rispuos io lui, «l una e l altra f ata; ma i vostri non appreser ben quell arte . [49-51] «Se furono (fur) cacciati, essi tornarono da ogni parte risposi io a lui, «l una e l altra volta (f ata); invece i vostri non hanno imparato (appreser) bene quest arte [di ritornare] . 54 Allor surse a la vista scoperchiata un ombra, lungo questa, infino al mento: credo che s era in ginocchie levata. [52-54] Allora si alzò (surse) dall apertura (vista) [della tomba] scoperchiata un anima (ombra), accanto (lungo) a questa, fino al mento: credo che si fosse messa in ginocchio (in ginocchie levata). 57 Dintorno mi guardò, come talento avesse di veder s altri era meco; e poi che l sospecciar fu tutto spento, [55-57] Mi guardò dò intorno, come se avesse il desiderio (talento) di vedere se c era ra qualcun altro con me (meco); (meco ( ); e dopo che (poi che) il dubbio (sospecciar ((sospecciar) r) fu del tutto eliminato ((spento), spento), Amos Nattini, Dante nel VI cerchio, 1923. 45. ond ei suso: Dante, rivelando la sua appartenenza familiare, ha informato Farinata di essere un guelfo, uno dei suoi nemici, provocando in lui una reazione di sdegno resa con la descrizione realistica del movimento delle sopracciglia e perfettamente coerente con l atteggiamento fin qui mostrato dal dannato. 46-48. Fieramente ... dispersi: Farinata esprime ostilità per i suoi nemici, ma al tempo stesso, attraverso le scelte sintattiche e lessicali, manifesta un atteggiamento di rispetto. La dislocazione* a sinistra, dell avverbio Fieramente, cioè la sua anticipazione all inizio della frase (laddove normalmente si sarebbe detto Furono fieramente avversi ) contribuisce a dare enfasi al verso. Si noti poi il climax*, cioè la sequenza di parole in crescendo logico che riempie perfettamente il verso 47: a me e ai miei primi e a mia parte, ossia all individuo, alla famiglia, alla fazione , dove ogni elemento successivo contiene il precedente. Infine, è da notare la dislocazione a destra* della parola dispersi, collocata in posizione enfatica in chiusura di frase invece che come primo elemento della consecutiva. Con due f ate Farinata si riferisce al 1248 e al 1260 (anno della battaglia di Montaperti), le due occasioni in cui i guelfi furono esiliati dalla città. 49-51. S ei fur cacciati ... quell arte: l arte di tornare dall esilio. Dante, ferito nell onore dalle parole di Farinata, ribatte ricordando che i guelfi cacciati riuscirono a tornare in città, al contrario degli Uberti, che, dopo la sconfitta definitiva dei ghibellini italiani nella battaglia di Benevento (1266), vennero banditi per sempre da Firenze. Anche in questo passaggio la costruzione sintattica è complessa e raffinata: il verso 49 è costruito con un isocolo* (che inoltre varia nella seconda parte), cioè con la ripetizione del soggetto (ei) e del verbo al passato remoto, nel primo caso in forma passiva (fur cacciati) e nel secondo in forma attiva e intransitiva (tornar). L espressione l una e l altra f ata del verso 50 riprende le parole di Farinata del verso 48 (per due f ate li dispersi). 52-60. Allor surse ... non è teco?: l ombra che compare improvvisamente in scena, interrompendo il dialogo tra Dante e Farinata nel momento della sua massima tensione, è quella di Cavalcante de Cavalcanti (X Personaggi). Il suo atteggiamento e la sua postura sono del tutto antitetici rispetto a quelli di Farinata. Quello si erge solenne e maestoso; questo rimane in ginocchio, muove lo sguardo in modo incerto e indagatore, parla piangendo. Anche Cavalcante ha un sentimento dominante e un preciso sistema di valori, ma, diversamente da Farinata, non si tratta dell onore o della patria, bensì dell amore paterno per il figlio Guido, il grande poeta della Firenze del tardo Duecento. Nella sua concezione, l altezza d ingegno cioè le qualità intellettuali di un individuo è il bene più prezioso della vita, tanto che ritiene sia questa a permettere il viaggio di Dante nell aldilà. Anche Cavalcante, infine, si esprime con una lingua elegante e raffinata, ricorrendo a perifrasi* come cieco carcere per indicare l Inferno e sintagmi degni di un trattato filosofico come altezza d ingegno. 67

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