Antologia della Divina Commedia

CANTO III Inferno 24 Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l aere sanza stelle, per ch io al cominciar ne lagrimai. [22-24] Qui sospiri, pianti e forti lamenti (alti guai) risuonavano nel buio (aere sanza stelle), per la qual cosa (per ch ) io, in un primo momento (al cominciar), ne piansi (lagrimai ). 27 Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle [25-27] Lingue differenti, mostruose pronunce (orribili favelle), parole di dolore, esclamazioni (accenti) di rabbia, voci alte e deboli (fioche), e rumori di mani insieme a esse (con elle) 30 facevano un tumulto, il qual s aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira. [28-30] creavano una gran confusione (tumulto), che risuona (s aggira) sempre in quell aria (aura) eternamente (sanza tempo) oscura (tinta), come la sabbia quando soffia (spira) il vento a forma di vortice (turbo). 33 E io ch avea d error la testa cinta, dissi: «Maestro, che è quel ch i odo? e che gent è che par nel duol sì vinta? . [31-33] E io che avevo la testa circondata (cinta) dal dubbio (error), dissi: «Maestro, che cos è quello che sento (odo)? E che gente è [quella] che sembra (par) nel dolore (nel duol) così sopraffatta (vinta)? . 36 Ed elli a me: «Questo misero modo tegnon l anime triste di coloro che visser sanza nfamia e sanza lodo. [34-36] Ed egli a me: «Questa miserabile condizione (modo) hanno (tegnon) le anime spregevoli (triste) di coloro che vissero senza infamia e senza lode (lodo). 39 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. [37-39] Sono mischiate a quel gruppo (coro) malvagio (cattivo) degli angeli che non furono né ribelli né fedeli a Dio, ma stettero per sé stessi (per sé fuoro = furono). 42 Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch alcuna gloria i rei avrebber d elli . [40-42] I cieli li cacciano per non diventare meno belli, né il profondo Inferno li accoglie (li riceve), perché (ch ) i demoni (rei) da loro (d elli) non ricaverebbero alcun vanto (gloria) . 23. aere sanza stelle: l aria è senza stelle perché l Inferno è in una cavità sotterranea; sottolineando tale aspetto, Dante vuole anche dire che da quel luogo di sofferenza non è possibile vedere il Cielo inteso come il Paradiso, e quindi non si ha speranza di salvezza. 25-26. Diverse lingue ... accenti d ira: ancora una volta all impiego di parole semplici, che devono comunicare con immediatezza l orrore del mondo infernale (diverse, lingue, parole, dolore, accenti, ira, tutti termini ancora oggi in uso), corrisponde la ricerca di effetti stilistici sul piano dell organizzazione della frase: il verso 25 è costituito da due isocoli* formati da aggettivo e sostantivo; il verso 26 da due isocoli composti da sostantivo e complemento di specificazione. 27. suon di man: il rumore generato dalle mani dei dannati che colpiscono il proprio corpo o quello degli altri. Dante ieri e oggi 36. sanza nfamia e sanza lodo: uno dei tanti versi danteschi divenuto espressione proverbiale per indicare qualcosa o qualcuno che non merita né di essere premiato né di essere condannato. Gli ignavi o pusillanimi cioè i vigliacchi sono coloro che vissero senza commettere mai atti gravemente peccaminosi ma anche senza compiere azioni per le quali meritare lodi; e soprattutto senza mai operare una scelta di campo nelle tante lotte che si devono combattere nella vita. 38-39. angeli che ... sé fuoro: quando Satana si ribellò a Dio molti angeli lo combatterono, mentre altri si allearono con lui e, come lui, divennero demoni. Nella Bibbia non si parla di angeli che non si schierarono né con Dio né con Satana, ma l esisten- za di questo gruppo era narrata in alcune leggende popolari medievali, in particolare nell anonima Visio Sancti Pauli (La visione di San Paolo), un testo apocrifo degli inizi del V secolo d.C. in cui si racconta la visione del santo rapito al terzo cielo. 42. ch alcuna ... d elli: l interpretazione del verso cambia secondo che con il termine rei si intendano gli angeli ribelli o, più genericamente, i dannati. Nel primo caso il senso è che gli ignavi sono talmente insignificanti che nemmeno i demoni li vogliono, perché avendo una scala di valori invertita e dunque compiacendosi del male e gloriandosi di coloro che lo compiono non potrebbero essere orgogliosi di chi non ha saputo essere davvero peccatore. Nel secondo caso, invece, gli ignavi sarebbero esclusi dall Inferno perché persino i dannati potrebbero vantarsi di essere migliori di loro. 31

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