Nella Commedia... e oltre

Nella Commedia... e oltre I viaggi letterari San Francesco dalle Fontes franciscani a Dante Quando Dante scrive il canto XI del Paradiso già da decenni circolavano numerosi manoscritti di vari autori (tra cui alcune importanti figure dell ordine francescano) che narravano e celebravano le sante azioni di Francesco d Assisi: la coerenza tra alcuni passi della Commedia e la testimonianza di questi testi è vistosa, a cominciare dalla venuta di Francesco e di Domenico come parte di un progetto stabilito dalla Provvidenza per salvare la Chiesa; la stessa metafora di una vita basata sul rifiuto dei beni e dei possedimenti come un matrimonio con Madonna Povertà fu suggerita a Dante dalle stesse espressioni usate da Francesco: Un giorno però, dopo aver implorato ardentemente la misericordia divina, gli fu mostrato dal Signore ciò che doveva fare. Da quel momento fu così pieno di gioia che non riusciva a trattenersi per la felicità e, anche senza volerlo, lasciava trapelare qualcosa alle orecchie degli uomini. [ ] Gli uomini credevano che volesse sposarsi e gli domandavano: Vuoi prendere moglie, Francesco? . Ed egli rispondeva: Prenderò la sposa più nobile e bella che abbiate mai visto, superiore a tutte le altre per bellezza e sapienza (Tommaso da Celano, Vita del beato Francesco). Anche il riferimento alla missione per convertire il sultano deriva dal racconto della stessa fonte francescana, così come il riferimento alle stimmate: [ ] mentre dimorava nell eremo che dal luogo in cui si trova prende il nome della Verna, due anni prima di rendere l anima al cielo vide in visione divina un uomo, simile a In primo piano Lettera a Frate Leone, Convento di San Francesco, Cappella delle Reliquie, Assisi. La scrittura in caratteri grandi e il disegno del tau sono autografi di San Francesco come dichiarato da Frate Leone nel testo in caratteri più piccoli. La porta del piacer Nella parafrasi e nelle note abbiamo spiegato il verso 60 la porta del piacer nessun disserra secondo l interpretazione tradizionale: nessuno apre la porta con piacere a Madonna Povertà. Va ricordato tuttavia che già nel 1945, uno dei più grandi critici danteschi del Novecento, Erich Auerbach, scrisse un saggio fondamentale (Francesco d Assisi nella Commedia ) in cui diede una diversa interpretazione di questo passo, leggendo 302 un serafino con sei ali, che stava sopra di lui inchiodato a una croce [ ] rifletteva scrupolosamente su che cosa potesse indicare questa visione [ ] quando ormai, pur senza riuscire ad afferrare nulla di chiaramente comprensibile,quella singolare visione gli era penetrata a fondo nell animo, sulle mani e sui piedi gli cominciarono ad apparire segni di chiodi (Tommaso da Celano). C è invece un elemento, in effetti minore, che Dante non prende in considerazione ma che ci piace ricordare: la passione di Francesco per il segno della t greca, il tau, nella quale il santo riconosceva una croce: frate Pacifico [ ] meritò di vedere nuovamente sulla fronte di Francesco un grande tau che, messo in risalto da una varietà di colori, ornava il suo viso di una meravigliosa bellezza. Perché il santo venerava con grande amore questo segno, lo raccomandava frequentemente quando parlava e lo scriveva di suo pugno alla fine delle letterine che inviava (Bonaventura da Bagnoregio, Legenda Maior). E infatti tale segno compare in uno dei pochissimi scritti autografi di Francesco d Assisi, la Lettera a Frate Leone. l espressione la porta del piacer come una precisa allusione ai piaceri sessuali. Gran parte dei dantisti sono rimasti quasi scioccati da questa spiegazione e hanno cercato di confutarla, mossi da una sorta di imbarazzo per l offesa da essa recata al senso del pudore . Tale imbarazzo si basa tuttavia su un equivoco storico e culturale che vale la pena confutare. Nella Bibbia è presente un libro molto particolare, intitolato Cantico

Antologia della Divina Commedia
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