Antologia della Divina Commedia

Divina Commedia 3 «Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. [1-3] «Attraverso di me (Per me) si va nella città della sofferenza (dolente), attraverso di me si va nel dolore eterno, attraverso di me si va tra le anime condannate (perduta gente). 6 Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi la divina podestate, la somma sap enza e l primo amore. [4-6] [Il senso della] Giustizia spinse (mosse) [a crearmi] il mio eccelso (alto) creatore (fattore) [Dio]; mi generò (fecemi) la divina potenza (podestate), la suprema sapienza e il primo amore. 9 Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch intrate . [7-9] Prima di me (Dinanzi a me) furono create soltanto cose eterne, e io durerò in eterno. Lasciate ogni speranza, voi che entrate . 12 Queste parole di colore oscuro vid o scritte al sommo d una porta; per ch io: «Maestro, il senso lor m è duro . [10-12] Queste parole di colore scuro vidi scritte in cima a una porta, cosa per la quale (per ch ) io [dissi]: «Maestro, il loro senso mi è difficile (duro) [da comprendere] . 15 Ed elli a me, come persona accorta: «Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta. [13-15] Ed egli a me, da persona esperta (accorta): «Qui è opportuno (convien) abbandonare ogni paura (sospetto); è opportuno che qui ogni vigliaccheria sia soppressa (morta). 18 Noi siam venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose c hanno perduto il ben de l intelletto . [16-18] Noi siamo arrivati nel luogo in cui ti avevo detto dove (che) vedrai la gente dolente che ha perso Dio (il ben de l intelletto) . 21 E poi che la sua mano a la mia puose con lieto volto, ond io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose. [19-21] E dopo che mi ebbe preso per mano (la sua mano a la mia puose = pose) con il volto sereno (lieto), per il quale (ond io) mi rassicurai (confortai), mi condusse dentro (mi mise dentro) quel mondo separato (segrete cose) [da quello dei vivi]. 1-3. Per me ... perduta gente: la ripetizione delle parole per me si va nei primi tre versi costituisce la figura retorica dell anafora*. In realtà, tutta la struttura formale dei tre versi è identica: dopo le parole iniziali seguono sempre una preposizione e un articolo (ne la, ne l , tra la) e una sequenza degli stessi elementi un isocolo* formata da sostantivo e aggettivo (città dolente, etterno dolore, perduta gente). Mentre però nel primo verso il sostantivo precede l aggettivo, nel secondo e nel terzo lo segue: è la tecnica retorica della variazione (dal latino variatio), inserita all interno di uno schema seriale come è appunto l isocolo*. Tale raffinata struttura serve a conferire alle parole scritte sulla porta un tono di solenne gravità. 4-6. Giustizia mosse ... primo amore: le frasi scritte sulla porta dell Inferno sono costruite sulla prima persona singolare, come se la porta stessa parlasse: è la figura retorica della prosopopea* (il far parlare oggetti inanimati come se fossero persone). 30 La porta afferma di essere stata creata, in nome della Giustizia, da Dio, definito nelle tre persone della Trinità come il Padre (la divina podestate), il Figlio (la somma sap enza) e lo Spirito Santo ( l primo amore, quello tra Dio padre e Dio figlio). Dante ieri e oggi 9. Lasciate ogne speranza, voi ch intrate: è una delle espressioni più celebri della Commedia e dell intera storia della letteratura, ancora oggi utilizzata per indicare in maniera seria o scherzosa una situazione senza via d uscita, oppure un azione dalle conseguenze irreversibili. 10. di colore oscuro: minacciose. 12. duro: Dante trova duro, cioè difficile da comprendere, il senso dell iscrizione. In verità il messaggio inciso sulla porta non sembra complesso, se non fosse per il concetto di eternità della pena, che rimanda a un tempo infinito in cui tutto è stabile e immutabile, e che l essere umano non può concepire, vivendo in una dimensione in cui invece tutto è in continua trasformazione. Tuttavia, Dante vuole forse anche alludere al pericolo che lui stesso può correre entrando nell Inferno, e in questo senso il termine duro andrebbe interpretato come doloroso , angosciante . 18. ben de l intelletto: secondo la filosofia aristotelica, Dio è puro pensiero che muove l universo. L essere umano, pur essendo corpo, cioè nient altro che un piccolo pezzo di fango, contiene una scintilla della divinità, il pensiero o intelletto. Grazie alle proprie facoltà razionali, l uomo tende verso il proprio sommo bene, l Intelletto primo e universale, che è Dio, la cui visione può appagare completamente l anima. I dannati, avendo perduto l uso della ragione in vita attraverso il peccato, hanno abbandonato per sempre la possibilità di vedere Dio. 21. segrete: in senso etimologico l aggettivo segreto significa separato .

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