Antologia della Divina Commedia

CANTO VI Paradiso 51 Esso atterrò l orgoglio de li Aràbi che di retro ad Anibale passaro l alpestre rocce, Po, di che tu labi. [49-51] Esso [il sacrosanto segno] gettò a terra (atterrò) l orgoglio degli arabi che dietro ad (di retro ad) Annibale passarono le Alpi (l alpestre rocce), o [fiume] Po, dalle quali (di che) tu discendi (labi). 54 Sott esso giovanetti tr unfaro Scip one e Pompeo; e a quel colle sotto l qual tu nascesti parve amaro. [52-54] Sotto di esso [il sacrosanto segno] ancora molto giovani (giovanetti) sfilarono in trionfo (tr unfaro) Scipione e Pompeo; e sembrò (parve) amaro a quella collina (colle) sotto la quale tu nascesti. 57 Poi, presso al tempo che tutto l ciel volle redur lo mondo a suo modo sereno, Cesare per voler di Roma il tolle. [55-57] Poi, vicino (presso) al momento (tempo) in cui il cielo volle rendere (redur) tutto il mondo pacificato (sereno) a suo modello (a suo modo), Cesare lo [il sacrosanto segno] prese (il tolle) per volontà di Roma. 60 E quel che fé da Varo infino a Reno, Isara vide ed Era e vide Senna e ogne valle onde Rodano è pieno. [58-60] E quello che [il sacrosanto segno] fece (fé) dal [fiume] Varo fino al Reno, lo vide [il fiume] Isère, e la Loira, e la Senna e ogni valle per la quale (onde) il [fiume] Rodano si riempie (è pieno) [di acque]. 63 Quel che fé poi ch elli uscì di Ravenna e saltò Rubicon, fu di tal volo, che nol seguiteria lingua né penna. [61-63] Quello che fece (fé) dopo (poi) che esso (elli ) [il sacrosanto segno] uscì di Ravenna e varcò (saltò) il [fiume] Rubicone, fu un volo tale (tal volo) che non lo (nol) seguirebbe (seguiteria) né la lingua né la penna. 66 Inver la Spagna rivolse lo stuolo, poi ver Durazzo, e Farsalia percosse sì ch al Nil caldo si sentì del duolo. [64-66] Condusse (rivolse) l esercito (stuolo) verso (Inver ) la Spagna, poi verso (ver ) Durazzo, e colpì (percosse) Farsalia in maniera tale che (sì ch ) fino al caldo Nilo si sentì il dolore (duolo). 49-51. Esso labi: il segno dell aquila umiliò l orgoglio dei cartaginesi (Aràbi) al seguito di Annibale (247-182 a.C.); Labi deriva dal verbo latino labor che significa scivolare , scorrere giù : nell italiano moderno ne è rimasta traccia nella parola lapsus , che indica uno scivolone , un errore commesso per distrazione. 52-53. giovanetti Pompeo: Publio Cornelio Scipione, noto come l Africano, (235-183 a.C.), vincitore di Annibale nella seconda guerra punica, celebrò il trionfo a 34 anni dopo la battaglia di Zama (202 a.C.); Gneo Pompeo Magno, console romano (106-48 a.C.), dopo la guerra combattuta a fianco di Silla contro i seguaci di Mario a soli 25 anni. Pompeo in seguito trionfò ancora per le proprie gloriose vittorie conseguite contro i pirati del Mediterraneo e in Oriente (66-62 a.C.). Avversario di Cesare nella guerra civile, fu sconfitto da quest ultimo a Farsàlo nel 48 a.C. 53-54. quel colle amaro: durante la guerra vinta dal Senato romano contro Catilina e i suoi congiurati (62 a.C.), secondo le credenze dell epoca, fu distrutta Fiesole, il colle vicino a Firenze, città natale di Dante. 55-57. Poi il tolle: inizia la rievocazione delle imprese di Giulio Cesare, presentato come uomo voluto dal cielo per fondare l impero, sotto il quale sarebbe avvenuta la pacificazione del mondo dovuta alla nascita di Cristo. Gaio Giulio Cesare (100/102-44 a.C.), generale romano, nel 60 a.C. costituì il primo triumvirato con Pompeo e Crasso, in seguito fu console nel 59 e come proconsole conquistò la Gallia. Varcò il Rubicone nel 49 schierandosi contro Pompeo e lo sconfisse nella battaglia di Farsàlo, in Tessaglia (48 a.C.). Passato in Egitto, debellò i pompeiani in Africa a Tapso (46 a.C.) e a Munda (45 a.C.). Nominato dittatore, fu ucciso in una congiura il 15 marzo del 44 a.C. 58-60. E quel pieno: l intera terzina celebra le gesta di Giulio Cesare che, sempre a servizio del sacrosanto segno (è soggetto dei verbi che descrivono le imprese delle successive terzine: fe , uscì, saltò, rivolse ), conquistò la Gallia Transalpina dal confine orientale (fiume Varo) a quello settentrionale (fiume Reno), sotto gli occhi di altri quattro fiumi del territorio gallico: l Isère (Isara), la Loira (Era), la Sen- na e il Rodano con i suoi affluenti (ogne valle onde Rodano è pieno). 61-63. Quel penna: è questa la prima di sette terzine dedicate alle guerre civili, in cui Giustiniano ripercorre le vicende dell aquila romana il cui volo repentino né parola, né scrittura saprebbero descrivere in modo degno attraverso la guerra di Cesare contro Pompeo. In questi primi versi descrive il passaggio di Cesare con i suoi eserciti del Rubicone, a sud di Ravenna, nel 49 a.C. Il fiumiciattolo segnava il confine settentrionale di Roma: chi lo oltrepassava armato era considerato nemico dello Stato. 64-66. Inver la Spagna duolo: Giustiniano continua a seguire il volo dell aquila imperiale nella campagna di Spagna contro i seguaci di Pompeo fino allo sbarco di Durazzo, sulla costa dalmata, e alla battaglia di Farsàlo (48 a.C.), in cui Pompeo fu sconfitto definitivamente e per la quale si avvertirono le dolorose conseguenze (del duolo, del è partitivo) fino in Egitto, perché l avversario di Cesare si rifugiò presso Tolomeo XIII, dove fu ucciso con l inganno. 281

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