Dentro il testo

CANTO II Paradiso Dentro il testo I CONTENUTI TEMATICI Un secondo proemio Dante apre il canto con un ammonimento ai lettori, avente una funzione proemiale aggiuntiva rispetto al proemio all inizio del Paradiso. L intervento è giustificato dall altezza e dalla novità della materia (L acqua ch io prendo già mai non si corse): il poeta esorta chi non disponga di una solida preparazione filosofica e teologica a non avventurarsi in un impresa così ardua e insidiosa; solo coloro che nel corso della vita hanno attinto alla sapienza divina (pan de li angeli) potranno leggere la terza cantica, seguendo da vicino il suo autore. L intero messaggio è affidato da Dante a una grande metafora* nautica che riprendendo quella d esordio del Purgatorio (Per correr miglior acque alza le vele / omai la navicella del mio ingegno Purg., I, vv. 1-2) descrive i lettori sprovveduti come coloro che sono in piccioletta barca, la poesia come un legno che cantando prende il largo, le letture degli incolti come liti sicuri, l atto di apprendere con umiltà e somma attenzione le verità cha saranno svelate come un seguire il solco lasciato dalla nave della poesia. Il tema filosofico-scientifico Nella premessa emerge tutto l orgoglio di Dante-autore, prossimo a sfidare le possibilità della lingua e del pensiero umani con l obiettivo di dischiudere a pochi lettori degni le verità di cui, come pellegrino celeste, è stato testimone. Nella visione dantesca, non soltanto la materia sacra richiede tanta cautela, ma anche i numerosi problemi di carattere filosofico-scientifico che saranno affrontati nel corso dell intera cantica. La prima dimostrazione di questa nuova direzione poetica è fornita ai versi 31-45, in cui il poeta esprime tutto lo stupore di un uomo mortale nell osservare, mentre ascende al cielo della Luna, il misterioso compenetrarsi di due corpi solidi, cosa impossibile in Terra. Ancora in ossequio alla dimostrazione dei meravigliosi fenomeni fisici, anche il resto del canto sarà dedicato alla confutazione e dimostrazione della corretta interpretazione delle macchie lunari. LE SCELTE STILISTICHE Un duplice codice espressivo In questo canto di carattere prevalentemente programmatico nella sezione proemiale e dialogico, piuttosto che narrativo, Dante accosta sapientemente immagini e strutture linguistiche sia classiche sia coeve. Perfettamente consapevole dell eccezionalità della propria missione, Dante la paragona a quella compiuta da Giasone con i suoi Argonauti (vv. 16-18), attingendo a un mito fra i più noti dell antichità classica, peraltro anticipato dalla suggestiva metafora nautica dei versi 1-15; non mancano inoltre evidenti latinismi*, come siete seguiti (vv. 1-2), liti (v. 4), la sequenza recepe (v. 35), concepe (v. 37) e repe (v. 39). Appartengono invece al gusto medievale le ricercate costruzioni logiche finalizzate alla spiegazione dei fenomeni fisici e teologici come ai versi 37-42 e il ricorso a paragoni* con pietre preziose o gemme, sulle cui proprietà magiche i lapidari medievali fornivano dettagliate informazioni (si veda la menzione del diamante, al verso 33, e della perla, al verso 34). Verso le competenze COMPRENDERE 1. A chi si rivolge il poeta e quale monito pronuncia ai versi 1-6? ANALIZZARE 2. L intero proemio (vv. 1-18) è costruito intorno a una metafora prolungata: quale? Sottolinea tutte le parole usate in senso traslato e spiegane il significato metaforico. INTERPRETARE 3. Nei versi del canto proposti in selezione (vv. 1-45) ricorrono diversi riferimenti a scene della vita reale: indica tutti i casi che incontri e spiega quale funzione hanno secondo te questi continui rimandi all esperienza sensibile del poeta. 4. Stila un breve catalogo degli spunti mitologici offerti fin qui da Dante (nel canto I e nella selezione presentata del canto II) e approfondiscine il significato con l ausilio di un enciclopedia dei miti o navigando on line. Presenta poi in un breve testo espositivo il mito che maggiormente ti ha affascinato motivando il perché della tua scelta. 263

Antologia della Divina Commedia
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