Nella Commedia... e oltre

Nella Commedia... e oltre In primo piano Le tre fiere e i bestiari medievali Dante parla di tre fiere che lo minacciano mentre cerca di salire il colle della virtù: la lonza, il leone e la lupa. Ma la lince e il leone erano animali che in Italia non si trovavano naturalmente: come faceva l uomo del Medioevo a immaginarseli? Oggi chi vuol sapere com è un animale esotico o sconosciuto può cercare dei filmati in internet. Vent anni fa avrebbe potuto vedere un documentario in televisione. Ottant anni fa, quando ancora non c era neppure questo apparecchio, avrebbe potuto consultare un enciclopedia dedicata agli animali trovando foto e descrizioni. Gli antenati di queste opere sugli animali erano appunto i bestiari, libri nei quali gli uomini del Medioevo potevano leggere le notizie relative a bestie esotiche e vedere delle immagini che le rappresentavano. Allora la stampa non esisteva e quindi questi volumi erano manoscritti e le illustrazioni erano piccoli dipinti, detti miniature . Nei bestiari si parlava di tutti gli animali all epoca conosciuti, ma anche di alcuni animali che esistevano solo nelle leggende (come i draghi, il grifone, la manticora); di quelli reali si raccontavano comportamenti e abitudini del tutto fantasiosi. Si veda questa descrizione della volpe: La volpe è un animale ingannatore, molto fraudolento e astuto. Quando ha fame e non trova di che mangiare, va dove c è della terra rossa e vi si rotola sopra, così da sembrare tutta insanguinata; poi si getta per terra e vi si rovescia come morta, trattiene il fiato e si gonfia tanto che quasi non respira più. Gli uccelli, vedendola giacere così gonfia e come insanguinata, e vedendo la sua lingua gettata di fuori della bocca aperta, la credono morta e scendono e vi si posano sopra. Quella li ghermisce e li divora (Il fisiologo, in Bestiari medievali, a cura di Luigina Morini, Torino, Einaudi 1996). Per il principio che abbiamo indicato come tipico della cultura medievale, quello della lettura allegorica del mondo, anche gli animali sulla base della descrizione delle loro caratteristiche fisiche e dei loro comportamenti venivano interpretati in senso allegorico-morale: e infatti il testo citato continua con le parole La volpe invero è figura [cioè rappresentazione] del diavolo. L unicorno, da un bestiario inglese, 1230-1240. Dante per immagini Dante e le tre fiere Il racconto che Dante propone del proprio viaggio è pieno di descrizioni così vivide e dettagliate da avere un immediato effetto sull immaginazione visiva del lettore. Di conseguenza venne naturale già agli antichi copisti dei manoscritti del poema aggiungere alle pagine di testo le miniature per raffigurare i contenuti del canto corrispondente. Queste illustrazioni sui manoscritti erano inizialmente piccole e molto semplici: se ne trovano molte sui codici più antichi della Com- 26 media, che risalgono alla metà del Trecento. Con il tempo esse divennero sempre più ricche e dettagliate, come quella che si vede, per esempio, nel manoscritto Yates Thompson 36 (conservato nella British Library di Londra), realizzato alla metà del Quattrocento da artisti senesi, quali Priamo della Quercia, Giovanni di Paolo e Lorenzo di Pietro (detto il Vecchietta) su committenza del re di Napoli Alfonso d Aragona (figura sotto).

Antologia della Divina Commedia
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