Antologia della Divina Commedia

CANTO XXX Purgatorio 69 Tutto che l vel che le scendea di testa, cerchiato de le fronde di Minerva, non la lasciasse parer manifesta, [67-69] Sebbene (Tutto che) il velo che le scendeva (scendea) dalla testa, circondato (cerchiato) dalle fronde di Minerva, non la lasciasse apparire in tutta evidenza (manifesta), 72 regalmente ne l atto ancor proterva contin ò come colui che dice e l più caldo parlar dietro reserva: [70-72] sempre (ancor) altera (proterva) come una regina (regalmente) nella postura (atto) continuò come colui che parla e si tiene in serbo (dietro reserva) le parole ( l parlar) più infuocate (più caldo): 75 «Guardaci ben! Ben son, ben son Beatrice. Come degnasti d accedere al monte? non sapei tu che qui è l uom felice? . [73-75] «Guarda qui [da questa parte] (Guardaci)! Sono proprio (Ben son), sono proprio Beatrice. Come ti sei degnato di risalire (accedere) il monte [del Purgatorio]? Non sapevi (sapei) tu che in questo luogo (qui) l uomo è felice? . 78 Li occhi mi cadder giù nel chiaro fonte; ma veggendomi in esso, i trassi a l erba, tanta vergogna mi gravò la fronte. [76-78] I miei occhi mi si abbassarono (cadder giù) fino al limpido fiume (fonte); ma rispecchiandomi (veggendomi) in esso, una tale (tanta) vergogna mi pesò (gravò) sulla fronte, [che] li (i) spostai (trassi) sull erba. 81 Così la madre al figlio par superba, com ella parve a me; perché d amaro sente il sapor de la pietade acerba. [79-81] Così la madre appare (par) severa (superba) al figlio come lei (ella) apparve (parve) a me; perché il sapore dell aspra (acerba) benevolenza (pietade) sa (sente) di amaro. Crist bal Rojas, Dante e Beatrice sulle rive del Leté, 1889. 68. fronde di Minerva: l ulivo, pianta sacra alla dea Minerva, simbolo quindi di sapienza (cfr. v. 31). 74-75. Come degnasti ... l uom felice?: la frase è stata interpretata sia come un ironico rimprovero («Dante, ti sei finalmente degnato di cominciare quel percorso di purificazione che conduce alla vetta del monte! ) sia in senso letterale («Dante, come hai potuto ritenerti degno di accedere al Purgatorio, nonostante i tuoi peccati? ). Va notato come ancora una volta Beatrice, nel prendere la parola, esordisca con una repetitio* (ben, ben son, ben son). Guarda- ci è stato interpretato anche diversamente, come un plurale maiestatis e inteso dunque come guardami. 76-78. Li occhi ... la fronte: abbassando gli occhi per la vergogna, Dante si imbatte nella propria immagine riflessa nel fiume e, ancor più imbarazzato, china ancora di più la testa, volgendo lo sguardo sull erba. 79-81. Così la madre ... acerba: per delineare la situazione psicologica che si è creata durante il rimprovero di Beatrice, Dante utilizza un altra similitudine* e si paragona a un fanciullo sgridato dalla madre: al figlio la donna sembra severa, ma di fatto in quella autorevolezza è sotteso ed evidente il sentimento in nome del quale la madre corregge gli errori del figlio. Dunque il ragazzo avverte l asprezza del rimprovero ma anche la dolcezza dell affetto. Già ai versi 43-45 Dante si era paragonato a un bambino spaventato che corre dalla mamma, lì riferendosi alla sua guida nei primi due regni dell aldilà, ovvero Virgilio; adesso si rappresenta come un bimbo sgridato dalla madre, riferendosi invece a colei che lo guiderà nel terzo regno: la simmetria è evidentemente cercata. 235

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