Antologia della Divina Commedia

CANTO XXX Purgatorio 3 Quando il settentr on del primo cielo, che né occaso mai seppe né orto né d altra nebbia che di colpa velo, [1-3] Quando le sette stelle (settentr on) del Primo cielo [l Empireo] che non conobbero (seppe) mai né tramonto (occaso) né alba (orto), né altra nebbia se non (che) il velo della colpa, 6 e che faceva lì ciascuno accorto di suo dover, come l più basso face qual temon gira per venire a porto, [4-6] e che lì [nel Paradiso terrestre] rendevano ciascuno consapevole (accorto) del proprio dovere, come il [settentr on] più basso fa (face) con chi (qual) gira il timone (temon) per raggiungere (venire) il porto, 9 fermo s affisse: la gente verace, venuta prima tra l grifone ed esso, al carro volse sé come a sua pace; [7-9] si fermarono (fermo s affisse): la gente veritiera (verace), venuta in precedenza (prima) tra il grifone ed esso [il settentr on], si volse verso il carro come al compimento dei loro desideri (pace); 12 e un di loro, quasi da ciel messo, Veni, sponsa, de Libano cantando gridò tre volte, e tutti li altri appresso. [10-12] e uno di loro, come un messo del cielo, cantando gridò tre volte Vieni, sposa del Libano, e tutti gli altri dopo di lui (appresso) [gridarono lo stesso]. 15 Quali i beati al novissimo bando surgeran presti ognun di sua caverna, la revestita voce alleluiando, [13-15] Come i beati all ultimissima (novissimo) chiamata (bando) sorgeranno solleciti (presti) ognuno dal proprio sepolcro (caverna) celebrando con un Alleluja (alleluiando) la voce recuperata (revestita) [emessa di nuovo con il corpo materiale], 18 cotali in su la divina basterna si levar cento, ad vocem tanti senis, ministri e messaggier di vita etterna. [16-18] uguali (cotali) sul carro (basterna) divino si alzarono (levar) cento ministri e araldi (messaggier) della vita eterna alla voce di un così rispettabile vecchio (ad vocem tanti senis). 1-9. Quando il settentr on ... sua pace: il canto comincia con tre terzine estremamente elaborate. Il significato è piano: i sette candelabri che illuminano la processione mistica descritta nel canto precedente si fermano e gli anziani venerandi si girano verso il carro. Lo stile elevato e la complessa struttura dei periodi hanno una duplice funzione: evidenziare la diretta influenza celeste su quanto avviene nel Paradiso terrestre e costituire un degno preludio all apparizione di Beatrice. 1. settentr on: in latino erano chiamate septem triones, cioè sette buoi da traino , le stelle che costituivano trainavano il carro celeste. Tali stelle, a cui sono paragonati i sette candelabri che hanno aperto la processione mistica a cui Dante ha assistito nel canto XXIX, sono un emanazione del settemplice spirito di Dio, che distribuisce agli uomini i sette doni dello Spirito Santo (Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio). 3. né d altra nebbia che di colpa velo: le sette stelle, così come i sette doni dello Spirito, possono essere offuscate solo dalla nebbia del peccato. 5. l più basso: indica la costellazione dell Orsa Minore astronomica, quella collocata nel cielo sottostante all Empireo, il cielo delle Stelle fisse. Il Piccolo Carro da sempre costituisce una guida per chi viaggia perché la Stella Polare indica il Nord. 7-8. la gente verace grifone ed esso: sono i ventiquattro seniori, incoronati con fiordalisi, che simboleggiano i ventiquattro libri dell Antico Testamento ispirati da Dio e quindi portatori di verità. Nella processione mistica descritta nel canto XXIX i vegliardi si trovano tra un grifone, allegoria* di Cristo, e i sette candelabri; il carro simboleggia la Chiesa che sfila in trionfo. Conformandosi perfettamente alla volontà divina, la gente verace si ferma non appena si blocca il settemplice Spirito di Dio (cioè i sette candelabri). 11. Veni, sponsa, de Libano: è un versetto tratto dal Cantico dei Cantici (IV, 8), uno dei libri dell Antico Testamento che contiene il canto d amore di un giovane per la sposa e viceversa. L interpretazione secolare che vedeva nello sposo un allegoria* di Cristo e nella sposa quella della Chiesa è scalzata a favore di quella che Dante stesso aveva già espresso nel Convivio (II, XIV, 20), identificando la sposa come la scienza divina, anticipazione perfetta alla venuta di Beatrice, simbolo della teologia. 13-15. Quali i beati ... alleluiando: il venerabile vecchio canta così come faranno coloro destinati alla salvezza eterna quando, nel giorno del Giudizio universale, recupereranno i propri corpi dalle tombe: canta, cioè, con la stessa gioia dei risorti e beati. La similitudine* non è casuale: la processione mistica infatti rappresenta il ruolo di Cristo e della Chiesa nella redenzione dell umanità, quel processo appunto che porterà alla resurrezione dei corpi e alla beatitudine. 16. basterna: è una sorta di lettiga, trainata da buoi, utilizzata soprattutto nel tardo impero; qui indica ovviamente il carro della processione mistica. 17. ad vocem tanti senis: significa alla voce di un così rispettabile vecchio . Il periodo in latino da un lato è reso necessario dalla rima con venis del verso 19, dall altro contribuisce a rendere più solenne e liturgico il linguaggio di questo passo dedicato alla processione mistica. 231

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