Antologia della Divina Commedia

CANTO XXVI Purgatorio 132 falli per me un dir d un paternostro, quanto bisogna a noi di questo mondo, dove poter peccar non è più nostro . [130-132] recitagli (falli... un dir) per me un Padre nostro, almeno per quella parte (quanto) che serve (bisogna) a noi di questo mondo, dove non ci appartiene più (non è più nostro) il poter peccare . 135 Poi, forse per dar luogo altrui, secondo che presso avea, disparve per lo foco, come per l acqua il pesce andando al fondo. [133-135] Poi, forse per dare spazio (dar luogo) a un altro [spirito], che aveva vicino come secondo [che doveva parlare], scomparve (disparve) nel fuoco (per lo foco), come il pesce quando va (andando) a fondo nell acqua (per l acqua). 138 Io mi fei al mostrato innanzi un poco, e dissi ch al suo nome il mio disire apparecchiava graz oso loco. [136-138] Io avanzai un poco (mi fei... innanzi) verso quello che mi era stato indicato (mostrato), e dissi che il mio desiderio (disire) preparava (apparecchiava) uno spazio gradevole (graz oso loco) a [conoscere il] suo nome. 141 El cominciò liberamente a dire: «Tan m abellis vostre cortes deman, qu ieu no me puesc ni voill a vos cobrire. [139-141] Egli (El) cominciò volentieri (liberamente) a parlare (dire): «La vostra cortese richiesta mi è così gradita che io non posso né voglio nascondermi a voi. 144 Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan; consiros vei la passada folor, e vei jausen lo joi qu esper, denan [142-144] Io sono Arnaut, che piango e vado cantando; contrito vedo la follia di un tempo, e vedo gioioso, davanti, la gioia che spero. [145-147] Ora vi prego, per quel valore che vi guida al sommo della scala, ricordatevi al momento giusto della mia sofferenza! . 147 Ara vos prec, per aquella valor que vos guida al som de l escalina, sovenha vos a temps de ma dolor! . 148 Poi s ascose nel foco che li affina. [148] Poi si nascose nel fuoco (foco) che li purifica (affina). Arnaut Daniel, miniatura, XIII secolo. 131-132. quanto bisogna ... nostro: Guinizzelli chiede a Dante di recitare per lui quella parte del Padre nostro che può ancora riguardare le anime penitenti del Purgatorio: non serve infatti che si pronunci l ultima parte della preghiera, quella in cui si dice «non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male , perché le anime che si trovano nel Purgatorio non possono più peccare né essere tentate dal male. 134-135. disparve ... fondo: Guinizzelli si immerge di nuovo nelle fiamme da dove si era mosso per poter parlare con Dante e quindi scompare alla vista del pellegrino. Per descrivere l accaduto, Dante utilizza una similitudine* con il mondo naturale. 137-138. al suo nome ... loco: Dante si rivolge all anima indicatagli da Guinizzelli con una formula estremamente raffinata e cortese affermando che ha un gran desiderio di conoscere il suo nome; letteralmente dichiara che sta preparando dentro di sé un gradevole spazio per contenere la no- tizia dell identità dello spirito cui si sta rivolgendo. 140-147. Tan m abellis ... ma dolor!: l anima, che si presenta come il celebre poeta provenzale Arnaut Daniel, risponde a Dante nella sua lingua, l antico francese meridionale della regione della Provenza, appunto il provenzale. l unico caso di realismo linguistico in tutta la Commedia: di solito, infatti, le anime, anche straniere o vissute nell antichità, parlano tutte nell italiano del tempo di Dante. 148. affina: il verbo è tipico della poesia amorosa provenzale e siciliana e derivato dal linguaggio dell alchimia, in cui significa rendere puro l oro eliminando le scorie di metallo . 223

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