Invito all’arte: Il sogno tra sacro e profano

Invito all arte Il sogno tra sacro e profano Le visioni dei sogni, che permettono di conoscere il futuro, vedere il mondo ultraterreno o viaggiare in luoghi impensati, sono un tema ricorrente dei testi biblici e conoscono una peculiare fortuna nelle immagini di varie epoche. Nell Antico Testamento famoso è il sogno di Giacobbe, uno dei padri del popolo ebraico: mentre è in viaggio, una notte, nel sonno vede una scala che da terra sale fino al cielo, percorsa sia in salita sia in discesa da angeli. Mentre Giacobbe assiste alla visione, Dio gli parla, promettendogli una sconfinata discendenza. Il soggetto è frequentissimo nell arte e compare già tra XII e XIII secolo nei mosaici (fig. 1) che decorano la navata del Duomo di Monreale, vicino a Palermo. Per raffigurare Giacobbe addormentato si usa un immagine convenzionale, che resterà immutata nei secoli: l uomo giace semisdraiato su un declivio, con gli occhi chiusi, mentre sopra di lui si snoda la visione angelica. Nel Nuovo Testamento anche Giuseppe sogna: mentre è addormentato gli appare un angelo, che lo rassicura circa la nascita di Gesù e lo invita ad assumerne il ruolo di padre, in un episodio che è speculare all Annunciazione dell arcangelo Gabriele alla Vergine Maria. Nell interpretazione del pittore italiano Francesco Solimena (fig. 2), attivo a Napoli alla fine del Seicento, il tema è trattato con forti contrasti di luci e chiaroscuro, così da sottolineare, in modo drammatico e teatrale, l eccezionalità dell evento religioso: mentre a sinistra la Vergine accudisce il Bambino, già nato, un angelo irrompe dall alto in un fascio di luce, come illuminato da un faro, e con la mano protesa indica il capo di Giuseppe, addormentato accanto agli attrezzi del suo lavoro da falegname. Con questi illustri precedenti biblici, che cosa sogna Dante nel Purgatorio? Non ha visioni angeliche o divine, bensì il suo sonno sembra trasformarsi in un incubo. sul monte Ida, uno dei luoghi sacri 1. Artista bizantino, Il sogno di Giacobbe, XII-XIII secolo. Monreale, Duomo. 192 dell antica civiltà greca, nei pressi dell antica Troia, nel nordovest dell attuale Turchia, dove secondo la mitologia classica Paride fu allevato dai pastori e dove Zeus rapì il bellissimo giovanetto Ganimede, dopo aver indossato le spoglie di un aquila. Dante sogna di essere proprio come Ganimede e che un aquila lo stia rapendo e portando verso il fuoco. L episodio del cosiddetto ratto di Ganimede conosce, nell arte europea tra Cinquecento e Seicento, un enorme fortuna: permette infatti di raffigurare sia le splendide forme del giovane uomo, sia l animale con le ali spiegate. La tela del Correggio (fig. 3), oggi a Vienna, faceva parte di una serie di dipinti dedicati agli amori di Giove e commissionati al pittore emilia-

Antologia della Divina Commedia
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