Dentro il testo

Divina Commedia Dentro il testo I CONTENUTI TEMATICI La malinconia e la fiducia nella Provvidenza Il tema centrale del canto VIII del Purgatorio è quello del fiducioso abbandono alla Provvidenza, affiancato a quello del distacco dalle cose terrene: l uomo, sia l umile cittadino sia il principe potente, deve aver fede nella suprema volontà divina di aiutarlo e di fargli del bene anche quando il male sembra prevalere. I versi iniziali anticipano il tono complessivo: la nostalgia che avvolge i navicanti e il novo peregrin all ora del tramonto fonde in un unica suggestiva immagine il senso di malinconia per la dolorosa separazione dagli affetti del viaggiatore a quello della fiducia nel cammino intrapreso. La condizione dell esilio, che Dante-autore ben conosce, allegoricamente riflette quella dell anima umana sperduta sulla Terra e lontana dalla sua vera patria, il Paradiso. Il tema dell esilio Non a caso dunque Dante incontra proprio il giudice di Gallura Nino Visconti: anche lui infatti era stato esiliato dalla sua città e per giunta, dopo la sua morte, era stato dimenticato da sua moglie, che si era risposata (nel Medioevo tale comportamento era ritenuto riprovevole). Quindi Nino aveva perso in vita la patria e in morte l affetto della moglie. E tuttavia la sua vicenda rappresenta un segno di speranza: infatti egli, ancora vivo, era riuscito a ritornare nella sua città e non è privo di affetti, dal momento che la figlia Giovanna prega per abbreviare le sue pene. Così anche Dante, esiliato e abbandonato dalla moglie che era rimasta a Firenze, è costretto a viaggiare per l Italia in compagnia dei figli. Tuttavia il poeta non deve disperare: infatti sulla sua strada di esule conoscerà l ospitalità della famiglia Malaspina, alla cui generosità il poeta rende omaggio attraverso il colloquio con Corrado. La Provvidenza di Dio quindi lo sta aiutando nonostante le sventure. Il tema dell esilio si riallaccia all invettiva del canto VI: le sorti di Nino Visconti e quelle di Dante sono causate da un malgoverno, conseguenza della superbia, dell invidia e dell avarizia. Ecco perché questi principi si trovano nell Antipurgatorio: come si spiega nel canto VII, invece di portare pace e prosperità, le loro negligenze hanno causato le violenze e le guerre che devastano l Italia e l Europa. 178 Una sacra rappresentazione Eppure i principi dovrebbero agire con sicurezza e fiducia perché la Provvidenza li protegge: lo dimostra la scena della cosiddetta sacra rappresentazione , chiamata così perché ricorda quei brevi spettacoli teatrali di argomento religioso allestiti durante le feste consacrate di fronte alle chiese per divertire e istruire i fedeli. Gli angeli venuti dal cielo cacciano il malvagio serpente venuto a minacciare i penitenti con spade infuocate ma prive di punte e, di fatto, senza lottare, ma semplicemente mostrandosi a lui. La scena vuol ricordare come il vero serpente, Satana, sia stato sconfitto una volta per tutte con il sacrificio di Cristo. Fuor di metafora* il senso complessivo del canto dunque è questo: la mala politica causa le ingiustizie, che a loro volta provocano dolori e sofferenze (come quelle di Nino Visconti e di Dante). Invece sia i governanti sia i comuni cittadini devono confidare nella Provvidenza: infatti gli angeli cacciano il serpente; Nino è ritornato in patria e avrà sempre l affetto della figlia; Dante, sebbene esule, troverà chi lo ospiterà con generosità. L uomo, sperduto come un viaggiatore sulla Terra, deve continuare a sperare nel ritorno nella patria celeste. A garanzia di questo vegliano le tre stelle che rappresentano le virtù teologali: Fede, Speranza e Carità. LE SCELTE STILISTICHE Vari registri per vari temi Alla complessa trama tematica del canto corrispondono varie scelte stilistiche. Per suggerire il senso di commozione e di malinconia del viaggiatore e del pellegrino verso la sera, Dante ricorre nelle prime due terzine a molti termini relativi al campo dei sentimenti: disio, ntenerisce, dolci, amore, punge, pianger. Il racconto degli eventi del canto, e soprattutto quello della sacra rappresentazione , si caratterizza per il linguaggio elegante e sobrio della Bibbia, da cui sono tratti anche personaggi e scenari. Il lessico quindi è qui facile e immediato: angeli, spade, affocate (v. 26), tronche, punte (v. 27), verdi (v. 28), testa bionda (v. 34), valle (v. 38), serpente (v. 39), biscia (v. 98), erba, fior (v. 100); solo per gli angeli Dante impiega una metafora* chiamandoli gli astor celestiali (v. 104).

Antologia della Divina Commedia
Antologia della Divina Commedia