Antologia della Divina Commedia

CANTO I Inferno [1-3] A metà del cammino della nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura, perché (ché) avevo perso la giusta strada. 3 Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. 6 Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! [4-6] Ahi com è difficile raccontare com era questa foresta selvaggia, intricata (aspra) e difficile (forte) da attraversare, che solo a pensarci si rinnova la paura! 9 Tant è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch i vi trovai, dirò de l altre cose ch i v ho scorte. [7-9] Questa foresta è così angosciosa (amara) che la morte lo è poco di più; ma per narrare (trattar) del bene che vi trovai, dirò delle altre cose che vi ho visto (scorte). 12 Io non so ben ridir com i v intrai, tant era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. [10-12] Non so bene raccontare (ridir) come io (i ) vi entrai, tanto ero ottenebrato (pien di sonno) quando abbandonai la via della verità (verace via). 15 Ma poi ch i fui al piè d un colle giunto, là dove terminava quella valle che m avea di paura il cor compunto, [13-15] Ma dopo che arrivai ai piedi di un colle, là dove finiva quella valle che mi aveva (avea) trafitto (compunto) il cuore di paura, 18 guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. [16-18] guardai in alto e vidi i suoi fianchi (spalle) [del colle] rivestiti già dai raggi del pianeta che conduce (mena) sulla retta via (dritto) ciascuno (altrui) per ogni strada (calle). 21 Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m era durata la notte ch i passai con tanta pieta. [19-21] Allora si placò un poco la paura che avevo avuto (m era durata) nel profondo del cuore (lago del cor) durante la notte che trascorsi con tanta angoscia (pieta). 1. cammin di nostra vita: secondo le concezioni filosofiche e mediche medievali, la vita umana si sviluppava in dieci fasi di sette anni ciascuna. Dante ci sta dunque dicendo che all epoca del racconto aveva trentacinque anni. Dal momento che sappiamo che il poeta era nato nel 1265, ne deduciamo che il suo viaggio avvenne nel 1300. Ma Dante sta anche citando un versetto della Bibbia che recita alla metà dei miei giorni andrò alle porte dell Inferno , che fa parte di uno dei libri profetici , quello di Isaia, e rappresenta un avviso ai lettori affinché riconoscano nel testo un messaggio profetico e religioso. la tecnica dell intertestualità: ricordare le parole di un opera nota, che si presuppone conosciuta dal lettore. Riutilizzando le parole della Bibbia, Dante ne trasporta la sacralità nel suo poema. 2. selva oscura: il racconto di Dante-autore inizia descrivendo la situazione narrativa in cui si trova Dante-personaggio. Il primo elemento presentato è la selva oscura, una foresta fitta e selvaggia in cui non entra la luce del Sole. Il pellegrino si perde all interno di questa foresta e viene preso da una tremenda angoscia. In termini allegorici la selva oscura è la vita peccaminosa che Dante stava conducendo in quel periodo della sua esistenza. 5. esta selva selvaggia e aspra e forte: il sostantivo selva è definito dall aggettivo selvaggia, che ha la stessa radice linguistica. Nell arte dell eloquenza la retorica tale accostamento prende il nome di figura etimologica*. Le prime quattro parole del verso sono inoltre caratterizzate dall allitterazione* della lettera s, espediente che contribuisce a dar loro risalto. L uso di tre aggettivi in sequenza (selvaggia, aspra, forte) imprime allo stesso concetto una forza maggiore di quella che avrebbe avuto l uso di uno solo. Il senso è che la foresta è completamente disabitata, la vegetazione è fitta e intricata, la luce del Sole non vi penetra ed è impossibile trovarvi un sentiero. 11. pien di sonno: si intende lo stordimento dell anima abituata al peccato, ormai confusa e incapace di una retta visione del mondo. 17-18. raggi ... calle: Dante-personaggio arriva finalmente in un punto della selva da cui riesce a vedere un colle, il secondo importante elemento narrativo. Esso è illuminato dai raggi del Sole, descritto come l astro che conduce le persone lungo il giusto cammino. Anche qui il senso allegorico è evidente: il Sole è Dio, che con la sua luce, ossia la Grazia, indica al peccatore, Dante, il colle, che rappresenta la via della salvezza. Se la selva oscura è il peccato, il colle deve indicare la via della virtù: una via faticosa in salita ma che conduce alla salvezza. 20. lago del cor: la parte interna e più profonda del cuore (secondo Boccaccio, il lago indicherebbe la cavità interna al cuore che, secondo la scienza medica del tempo, doveva ospitare gli spiriti vitali). 17

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