Antologia della Divina Commedia

CANTO III Purgatorio 117 vadi a mia bella figlia, genitrice de l onor di Cicilia e d Aragona, e dichi l vero a lei, s altro si dice. [115-117] tu vada dalla mia bella figlia, madre (genitrice) dell onore [ovvero dei sovrani] di Sicilia (Cicilia) e di Aragona, e che tu racconti (dichi) a lei la verità, se si dice altro. 120 Poscia ch io ebbi rotta la persona di due punte mortali, io mi rendei, piangendo, a quei che volontier perdona. [118-120] Dopo che il mio corpo (persona) fu trapassato (rotta) da due ferite mortali, io mi affidai (rendei) piangendo, a colui (quei) che volentieri perdona [ovvero Dio]. 123 Orribil furon li peccati miei; ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei. [121-123] I miei peccati furono orribili; ma la bontà infinita ha braccia così grandi (sì gran), che accoglie (prende) ciò che si rivolge a lei. 126 Se l pastor di Cosenza, che a la caccia di me fu messo per Clemente allora, avesse in Dio ben letta questa faccia, [124-126] Se il vescovo (pastor) di Cosenza, che fu messo a caccia di me (a la caccia... fu messo) da (per) [papa] Clemente [IV], avesse allora compreso (ben letta) questo aspetto (faccia) in Dio, 129 l ossa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. [127-129] le ossa del mio corpo sarebbero (sarieno) ancora in cima (in co) al ponte presso Benevento, sotto la custodia (guardia) del pesante (grave) mucchio di pietre (mora). 132 Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo l Verde, dov e le trasmutò a lume spento. [130-132] Ora le bagna la pioggia e le spinge (move) il vento fuori dal regno, quasi lungo il [fiume] Verde, dove lui [il vescovo] le trasportò (trasmutò) con i ceri spenti (a lume spento). MANFREDI DI HOHENSTAUFEN Nato intorno al 1232, Manfredi, glio dell imperatore Federico II, fu educato alle belle arti e alle lettere. Alla morte del padre, nel 1250, gli venne af dato il regno dell Italia meridionale in attesa che venisse a governarlo suo fratello maggiore, Corrado IV; quando anche questi morì, dopo solo quattro anni, mantenne il comando al posto del nipote Corradino, troppo giovane per regnare. Manfredi allora si fece incoronare re di Napoli e di Sicilia no- 115-117. vadi ... si dice: Manfredi chiede a Dante di far sapere a sua figlia Costanza, moglie di Pietro d Aragona e madre di Federico III (re di Sicilia) e di Giacomo II (re di Aragona), la sua sorte, se sulla Terra gira voce che sia dannato, in quanto morto scomunicato. Manfredi indica la sua appartenenza familiare legandosi solo al ramo dinastico femminile; probabilmente non nomina il padre perché è condannato nel girone degli eretici insieme a Farinata e Cavalcante (Inf., X, v. 118). 119. due punte mortali: Manfredi rievoca la propria morte durante la battaglia di Benevento attraverso le due ferite che ha PERSONAGGI nostante l opposizione di papa Innocenzo IV, che si riteneva il legittimo reggente del regno meridionale, e si mise alla guida dei ghibellini. Il papa, intimorito, chiamò in aiuto Carlo I d Angiò, fratello di Luigi IX re di Francia, che scese in Italia scon ggendo i ghibellini nella famosa battaglia di Benevento, nel 1266. Qui Manfredi perse la vita; secondo la leggenda, le sue ossa vennero sparse in terra sconsacrata, sul ume Liri, senza croce e senza luce . mostrato poco prima (una sul ciglio e una sul petto) e narra come si sia affidato completamente all infinita misericordia divina. 121. Orribil miei: gli scrittori legati agli ambienti culturali guelfi (filo-papali e antighibellini) avevano fatto circolare sul conto di Manfredi terribili accuse: per esempio si diceva che avesse lui stesso soffocato il padre moribondo per prendere il potere; o che avesse ucciso il nipote Corradino (morto a soli sedici anni) per impadronirsi della corona del regno dell Italia meridionale. Si noti al verso 121 la dislocazione* a sinistra dell aggettivo orribil in funzione di predicato nominale a esprimere la coscienza della gravità delle azioni e la volontà di redimere i peccati senza recriminazioni o rancori. 124. pastor di Cosenza: è il cardinale Bartolomeo Pignatelli, arcivescovo di Cosenza. 124-132. pastor ... lume spento: dopo la morte, il corpo di Manfredi era stato onorato dai nemici che lo avevano sepolto sotto un cumulo di pietre; su ordine di papa Clemente IV, il vescovo di Cosenza lo fece disseppellire con i ceri spenti (come appunto si faceva con gli eretici e gli scomunicati, in segno di disonore) e lo fece gettare nel fiume Liri: ecco perché ora le sue ossa sono disperse all aria aperta. 147

Antologia della Divina Commedia
Antologia della Divina Commedia