Antologia della Divina Commedia

Divina Commedia 96 «Sanza vostra domanda io vi confesso che questo è corpo uman che voi vedete; per che l lume del sole in terra è fesso. [94-96] «Senza che voi lo domandiate (vostra domanda) io vi dichiaro (confesso) che questo che vedete è un corpo umano; perciò (per che) la luce (lume) del Sole a terra è interrotta (fesso). 99 Non vi maravigliate, ma credete che non sanza virtù che da ciel vegna cerchi di soverchiar questa parete . [97-99] Non vi stupite (maravigliate), ma siate certi (credete) che non senza una grazia (virtù) che venga (vegna) dal cielo [costui] cerca di scalare (soverchiar) questa parete [di roccia] . 102 Così l maestro; e quella gente degna «Tornate , disse, «intrate innanzi dunque , coi dossi de le man faccendo insegna. [100-102] Così [disse] il maestro; e quella gente virtuosa (degna) disse: «Giratevi (Tornate) dunque e procedete (intrate) davanti (innanzi) , facendo segno (faccendo insegna) con il dorso (dossi) delle mani. 105 E un di loro incominciò: «Chiunque tu se , così andando, volgi l viso: pon mente se di là mi vedesti unque . [103-105] Uno di loro cominciò [a parlare]: «Chiunque tu sia, mentre continui a camminare (così andando), volgi il viso e pensa (poni mente) se mi vedesti mai (unque) di là . 108 Io mi volsi ver lui e guardail fiso: biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l un de cigli un colpo avea diviso. [106-108] Io mi volsi verso (ver ) lui e lo guardai (guardail) fisso (fiso): era biondo, bello e di aspetto nobile (gentile), ma un colpo [di un arma da taglio] aveva diviso uno dei sopraccigli. 111 Quand io mi fui umilmente disdetto d averlo visto mai, el disse: «Or vedi ; e mostrommi una piaga a sommo l petto. [109-111] Dopo che con cortesia (umilmente) negai (mi fui... disdetto) di averlo mai visto, egli disse: «Ora guarda (vedi) e mi mostrò una ferita (piaga) sulla sommità (a sommo) del petto. 114 Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi, nepote di Costanza imperadrice; ond io ti priego che, quando tu riedi, [112-114] Poi sorridendo disse: «Io sono Manfredi, nipote dell imperatrice Costanza; e quindi (onde) ti prego (priego) che, quanto torni (riedi) [nel mondo dei vivi], Gustave Doré, Le anime degli scomunicati, 1861-1868. 107. biondo era gentile aspetto: la breve descrizione che Dante dà di Manfredi (X Personaggi) corrisponde a quella tramandata dai cronisti dell epoca ed elenca sinteticamente gli attributi estetici tipici del 146 cavaliere cortese (si veda in particolare il v. 2278 della Chanson de Roland: «Bels fut e forz e de grant vasselage ). 113. Io son Manfredi: dal momento che Dante non ricorda di averla mai vista in vita, l anima si presenta: è Manfredi (X Personaggi), nipote di Costanza d Altavilla, ultima discendente dei Normanni, moglie dell imperatore Enrico VI di Svevia e madre di Federico II di Svevia (il pellegrino la incontrerà in Par., III).

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