Antologia della Divina Commedia

CANTO III Purgatorio 24 e l mio conforto: «Perché pur diffidi? , a dir mi cominciò tutto rivolto; «non credi tu me teco e ch io ti guidi? [22-24] e colui che mi conforta ( l mio conforto) [Virgilio], rivolto completamente verso di me (tutto rivolto), iniziò a parlarmi (a dir mi): «Perché ancora dubiti (pur diffidi)? Non credi che io sia con te (teco) e che ti guidi? 27 Vespero è già colà dov è sepolto lo corpo dentro al quale io facea ombra; Napoli l ha, e da Brandizio è tolto. [25-27] già sera (Vespero) là (colà) dove è sepolto il corpo dentro al quale io facevo (facea) ombra; lo ha Napoli, e fu sottratto (tolto) da Brindisi (Brandizio). 30 Ora, se innanzi a me nulla s aombra, non ti maravigliar più che d i cieli che l uno a l altro raggio non ingombra. [28-30] Ora, se davanti a me nulla fa ombra (s aombra), non ti sorprendere (maravigliar) più che dei cieli, ciascuno dei quali non costituisce impedimento (non ingombra) al raggio dell altro. 33 A sofferir tormenti, caldi e geli simili corpi la Virtù dispone che, come fa, non vuol ch a noi si sveli. [31-33] La volontà di Dio (la Virtù) fa sì (dispone) che corpi di questo tipo (simili corpi) soffrano tormenti, il caldo e il freddo, e non vuole che si riveli (si sveli) a noi come opera (come fa). 36 Matto è chi spera che nostra ragione possa trascorrer la infinita via che tiene una sustanza in tre persone. [34-36] folle (Matto) chi spera che la nostra ragione possa percorrere (trascorrer) la via infinita che [ci separa da quel principio] che tiene un unica sostanza in tre persone. 39 State contenti, umana gente, al quia; ché, se potuto aveste veder tutto, mestier non era parturir Maria; [37-39] Creature (gente) umane accontentatevi (State contenti) del quia [le cose stanno così]; poiché, se aveste potuto comprendere tutto, non ci sarebbe stato bisogno (mestier non era) che Maria partorisse; 25-27. Vespero è già ... tolto: Virgilio ricorda a Dante che il suo corpo mortale fu sepolto a Brindisi e poi traslato a Napoli, come narrava la Vita di Virgilio scritta dal grammatico Donato e come riporta il famoso epitaffio che il poeta latino avrebbe scritto per sé stesso («Mantova mi generò, la Calabria mi ha preso, ora mi conserva Napoli ). 29-30. cieli ... ingombra: secondo la cosmografia tolemaica, che sarà ritenuta valida fino alle scoperte scientifiche dei secoli XVI-XVII, l universo è formato da nove cieli concentrici: i primi sette contengono un pianeta, l ottavo la costellazione delle Stelle fisse; il nono è detto Primo mobile. I cieli ruotano l uno all interno dell altro, senza impedire vicendevolmente il passaggio dei raggi luminosi: questo è possibile perché sono formati da una specie di cristallo solido e diafano. 34-36. Matto è ... in tre persone: dopo aver dichiarato che non è possibile cono- scere il modo in cui il corpo aereo dei trapassati possa avvertire le sensazioni fisiche proprie dei corpi in carne e ossa (sofferir tormenti, caldi e geli), Virgilio aggiunge che ci sono verità superiori alle umane capacità di comprensione, verità che solo Dio può comprendere, come appunto il principio che rende possibile la Trinità, ovvero la tripla identità sostanziale di Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) come entità autonome eppure, al contempo, come assoluta unità. Si notino la dislocazione* a sinistra del predicato nominale (matto) e l impiego del lessico filosoficoteologico (ragione, infinita, sustanza, persone nel senso di persone della Trinità ). Ma si osservi soprattutto il tono di Virgilio che declama quello che è in uno stesso momento un principio relativo alla conoscenza e un avvertimento morale. 36. sustanza: secondo la concezione aristotelica, poi assunta dalla filosofia scolastica, la sostanza è il principio intrinseco e imprescindibile che caratterizza una cosa sensibile, la sua essenza, distinto da tutto ciò che è accidentale, cioè accessorio e contingente. 37-39. State contenti ... Maria: la piena coscienza dei limiti umani conduce Virgilio a rivolgere un monito all umanità perché si accontenti della conoscenza dell esistenza di Dio, senza pretendere di arrivare a comprenderne la natura. Se l uomo fosse stato capace con il suo intelletto di comprendere le verità divine, non ci sarebbe stato bisogno della rivelazione dei Vangeli, quella rivelazione resa possibile dall incarnazione di Cristo e dunque dal parto di Maria che lo generò. Da notare la rima difficile tra il nome Maria e la congiunzione latina. 37. quia: il termine tecnico della filosofia medievale indicava ciò che si conosce attraverso i sensi (ovvero il così è ), in contrapposizione al quid est ( questo è ), ossia ciò che spiega il perché delle cose, pertinenza esclusiva dell intelligenza divina. 143

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